La grande distribuzione in periodo di pandemia ha il dovere di reinvestire parte degli utili a favore dei consumatori. Il disservizio Esselunga è sintomo di un totale disinteresse per i propri clienti. Oggi 5 novembre, vigilia di lockdown2 in Lombardia, non è già più possibile acquistare online sul sito esselungaacasa.it per indisponibilità di consegna. Questo disservizio cronico, pur durissimo da digerire, era almeno comprensibile in epoca di lockdown1. Ma oggi non lo è più.
A distanza di mesi Esselunga avrebbe dovuto dotarsi di un’infrastruttura di consegna più potente ed efficiente. Invece solo poche ore prima di un orario che pure non cambierà nulla per i cittadini (i quali hanno imparato la lezione), sono bastati pochi ordini in più per mandare in tilt il sistema. Significa che Esselunga non ha smosso un’unghia per adeguarsi al (facilmente prevedibile) ritorno di una condizione difficile in autunno.
In pratica hanno incassato l’extra fatturato da lockdown, hanno incassato gli aumenti di prezzo a volte ingiustificati, hanno aumentato i ricarichi, ma non hanno dato nulla in cambio.
Già non compravo più da Esselunga avevo bloccato gran parte dei miei acquisti, limitandomi al minimo in dispensabile e a raccogliere i prodotti con sconto superiore al 40%. Diminuirò ulteriormente la mia frequentazione sia del punto vendita, sia del sito, effettuando i miei acquisti su altre catene più rispettose dei consumatori.
Aggiornamento del 6 novembre 2020
La risposta conferma la mia istanza: non hanno fatto nulla per prepararsi alla seconda ondata e garantire ai loro clienti un servizio meno inaccettabile. Confermo l’aggettivo: pessimi.