Stasera parteciperò a un incontro promosso dal Network Mobilità che sostiene la candidatura di Beppe Sala alle elezioni del sindaco di Milano che si terranno in ottobre. Ho sintetizzato il mio pensiero qui.
La mobilità privata è l’ambito della convivenza civile in cui l’illegalità è stata abolita de facto più che in molti altri. L’ultimo dato ISTAT di cui dispongo (è del 2019) ci informa che nel 2018 ogni giorno 2,3 ciclisti o pedoni sono morti, ammazzati da automobilisti che violavano le regole impunemente.
Se a palazzo Marino ci va Albertini trasforma la circonvallazione 90-91 in una “via ad alto scorrimento” (non è uno scherzo, lo volevano fare davvero).
Tutti ci auguriamo gli elettori milanesi conferiranno a Sala il secondo mandato, anche perché il sindaco ha già promesso una profonda riforma della mobilità progettata secondo un modello sostenibile, rispettoso dell’ambiente della qualità della vita. Secondo me l’intervento, per essere efficace, dovrebbe seguire tre direttrici parallele a breve, medio e lungo termine.
1 – Nel breve termine l’intervento non può che essere repressivo. L’azione degli ausiliari e soprattutto della polizia locale oggi è incentrata sulle violazioni comode da accertare (strisce blu e gialle), ma deve essere spostata a quelle pericolose o dannose per la mobilità:
- Velocità (anche grazie alle nuove leggi sui misuratori di velocità urbani)
- Prevaricazione (mancato rispetto degli attraversamenti pedonali e delle ciclabili)
- Abusi (parcheggi in doppia fila, sugli scivoli, sui marciapiede)
2 – Nel medio termine deve essere confermato, potenziato e reso più organico il lavoro di questi cinque anni, con soluzioni urbanistiche davvero finalizzate a incentivare tutte le forme di mobilità sostenibile o poco invasiva (a piedi, bicicletta, monopattino, mezzi pubblici, sharing) e a disincentivare l’uso dell’auto privata.
3 – Nel lungo termine è indispensabile un lavoro culturale (ovviamente questo è più un tema nazionale, ma si può agire anche a livello locale) che smonti la narrazione emozionale dell’auto a base di guida sportiva, prestazioni, esclusività eccetera, evidenziandone il carattere di “ama impropria” se male utilizzata e riportandone la percezione a mezzo di trasporto da usare quando non esistono alternative sostenibili.
Certo dirlo è facile, implementarlo meno, anche perché un amministratore ha il dovere di agire anche nel rispetto della minoranza. Ma Sala ha dimostrato di essere un uomo capace di gestire al meglio le complessità, quindi sono certo che se il Network Mobilità saprà raccogliere delle buone idee il sindaco non avrebbe difficoltà a metterle in pratica.