«Fondamentale favorire il recupero delle cascine, semplificare l’iter burocratico, l’agricoltura è un bene di tutti! Nella nostra squadra l’assessore all’Agricoltura a Milano verrà dalla campagna, ascolterà ogni giorno con competenza le esigenze degli agricoltori. Viva gli agricoltori! Viva la natura e gli animali!»
Ogni esternazione del dottor Luca Bernardo si trasforma in una pisciata fuori dal vaso. La più divertente (per ora) quella secondo cui il pistolero non distingue tra “fascisti e antifascisti”, salvo dichiararsi convintamente «antifascista come tutti gli italiani» poche ore dopo (cancellando in un sol colpo le simpatie dei suoi sponsor Salvini e Meloni per le organizzazioni neofasciste).
Oggi il candidato sindaco di Milano per la società incivile si rivolge agli agricoltori milanesi, secondo lui dimenticati “dopo l’Expo”, con settantanove parole e cinque punti esclamativi. Dopo aver ricordato che “l’agricoltura è un bene di tutti”, avvisa che quando sarà sindaco avrà un assessore all’agricoltura a Milano che “verrà dalla campagna”. E a corredo ci mette una foto per un verso ridicola (chi può credere che fosse salito mai su un trattore con quel cappello), per un altro tragica, perché considerando le affinità dei suoi spoonsor con i movimenti neofascisti è difficile rinunciare ad accostarla a un’altra del fosco passato.
PS: mentre Bernardo esterna e le destre inventano raccolte di firme su temi inesistenti per tentare di lisciare il pelo a qualche potenziale elettore, l’agricoltura a Milano sta per veder nascere l’orto urbano più grande del mondo.