Il piagnisteo inzuppato nella retorica del FINTO-COLTO-MA-POTENTE™ Veltroni sul giornalista della Rai che si è impappinato in diretta (capita, anche se non dovrebbe con quello che guadagnano) è una scusa del Corriere per dare spazio a un personaggio (Veltroni) che per titoli, storia personale, carriera politica e promesse fatte dovrebbe essere in Africa a curare bambini affamati.
La pappina del povero Mancinelli si sarebbe risolta nelle consuete 24 ore di viralità prima di sparire nel nulla, restituendo il protagonista al suo ruolo di anonimo mezzobusto. Purtroppo per il poveretto la pappina ha acceso la fantasia del FINTO-COLTO-MA-POTENTE™ Veltroni.
In uno dei suoi plumbei piagnistei inzuppati nella retorica, con la consueta, insopportabile pesantezza che sarebbe eccessiva perfino sul bollettino dei Focolarini, il FINTO-COLTO-MA-POTENTE™ Veltroni millanta una solidarietà pelosa al povero Mancinelli con la scusa di denunciare il clima di “odio” e “da mattatoio” in Rete. Il risultato – complice l’indecente Corriere di Urbano Cairo – è che il FINTO-COLTO-MA-POTENTE™ Veltroni sbatte il mostro in prima pagina, amplificando il momento di debacle del povero Mancinelli, contribuendo a diffonderlo, facendo assurgere un momento di défaillance a evento nazionalpopolare (non manca la chiosa sui bravi italiani che non odiano).
Pessimo, pessimi – ma ormai è cosa nota – sia il Corriere, sia il FINTO-COLTO-MA-POTENTE™ Veltroni.
PS-1: Non c’entra, ma questa perla sul perché il FINTO-COLTO-MA-POTENTE™ Veltroni non sia in Africa la dice lunghissima sul personaggio: «Solo che, una sera, mentre eravamo tutti intorno al falò, a un tiro di schioppo dalle cascate Vittoria, il capo del villaggio mi mette una mano sulla spalla e mi dice: senti Uolter… lo scavo dei pozzi, i programmi di sviluppo… tutto bellissimo, ma lo sai che cosa ci aiuterebbe davvero? Un bel romanzo di formazione. Perché non torni in Italia e lo scrivi?»
PS-2: Ecco il link al piagnisteo di finta solidarietà a Mancinelli, per chi ha stomaco forte e tempo da buttare a leggere una roba illeggibile.