Il colloquio tra Michele Boldrin e Vittorio Emanuele Parsi sul via libera di Erdogan all’ingresso nella NATO di Finlandia e Svezia e sulle accuse di tradimento del popolo curdo si amplia in una riflessione sulla sinistra italiana e sull’antioccidentalismo.
Preziosi i minuti 18-20, in cui Parsi spiega cosa realmente cambia per i curdi rispetto a prima: nulla, visto che Finlandia e Svezia sono stati di diritto, ogni richiesta di estradizione dovrà essere approvata dalla magistratura, attraverso tutti i gradi di giudizio.
Quindi dire che l’accordo “abbandona i curdi” è disonestà intellettuale. I curdi nella realtà sono stati abbandonati da tutti, ma come altri popoli senza terra: palestinesi, tibetani, popolazione di Hong Kong, catalani.
Al contrario, l’accordo rimuove un ostacolo praticamente senza cambiare nulla, ma a fronte di un risultato importante per l’Occidente non solo nel contesto dell’invasione di Putin in Ucraina, ma anche in prospettiva.
Da ascoltare dal primo all’ultimo minuto, anche se Boldrin ti è antipatico, soprattutto le considerazioni di Parsi su antiamericanismo, antioccidentalismo e antiatlantismo tanto diffusi quanto campati in aria.