«In politica estera, abbiamo assistito a tentativi di indebolire il sostegno del governo verso l’Ucraina, di fiaccare la nostra opposizione al disegno del presidente Putin».
Questa è una frase pronunciata da Mario Draghi il 21 luglio 2022, nel discorso con cui, su richiesta del presidente Sergio Mattarella, cercò di rimettere insieme la maggioranza.
La frase è inquietante in sé, ma lo diventa ancora di più dopo aver letto l’articolo di Jacopo Iacoboni pubblicato su La Stampa del 28 luglio 2022, in cui si ripercorre la storia delle ingerenze russe in Italia a partire da maggio, con ipotesi realistiche di una strategia per far cadere il governo Draghi con la complicità della Lega. Il sospetto che Matteo Salvini sia a libro paga di Putin si avvia a trasformarsi in certezza.
L’interessato ovviamente smentisce, come sempre buttandola in vacca, con la consueta sicumera che puzza di ipocrisia anche più del solito: «Ombre russe sulla crisi? Sono fesserie. Io ho lavorato e lavoro per la pace e per cercare di fermare questa maledetta guerra. Figurati se vado a parlare di ministri e viceministri, mi sembra la solita fantasia su cui c’é Putin, c’è il fascismo, il razzismo, il nazismo, il sovranismo. Non penso che Putin stia dietro al termovalorizzatore di Roma».
Metto il file PDF a disposizione di chi non è abbonato, sono certo che La Stampa sia d’accordo nel dare la massima diffusione all’articolo di Jacopo Iacoboni. Ne parla anche Repubblica in questo articolo.