Con Moratti e TerzoPolo ci saranno almeno tre candidature alla presidenza della Lombardia, a cui si potrebbe aggiungere quella di M5S (che però qui conta quasi zero). Provo allora a spiegare in modo schematico la mia proposta di elettore di centro sinistra per non perdere anche stavolta contro l’impresentabile destra che fa rivoltare nella tomba Giovanni Malagodi.
1 – Attilio Fontana e la sua cricca di bertolasi è quanto di peggio si possa avere. Lo hanno dimostrato in questi anni, proseguendo in peggioramento la strada infame imboccata dal faccendiere Formigoni. Ogni lombardo di buon senso dovrebbe avere come primo obiettivo la rimozione dal Pirellone questa cricca radicata nel malaffare, nel fascismo, nell’omofobia, nel razzismo, nella superstizione religiosa. A qualunque prezzo.
2 – Calenda e Renzi hanno candidato Letizia Moratti battendo tutti gli altri sul tempo. È stata una mossa aggressiva, provocatoria, ma ben pensata. Con l’abbinata Moratti e TerzoPolo hanno sparigliato e messo in difficoltà il Partito Democratico e in piccola parte anche la destra (lo si è capito da tante reazioni eccessivamente stizzite).
3 – Il PD è ormai lacerato tra due schieramenti: uno quasi-populista e ambiguo nei confronti di Europa e NATO, uno liberal europeista-atlantista. Nella mia opinione sono due entità che non possono trovare la quadra al di fuori di un piano più ampio che imponga loro di venirsi incontro (ricordate il governo di Mario Draghi, quei mesi meravigliosi di rispettabilità italiana smontati in dieci giorni da Salvini vicepremier?).
Ciò premesso, aggiungo che se ci fosse il doppio turno con ballottaggio andrebbe tutto bene. Invece in Lombardia l’elezione è diretta, quindi si rischia di ripetere il risultato delle politiche, con una destra ripugnante (per ogni persona democratica) che vince senza una reale maggioranza, solo perché l’opposizione si divide.
Ora, capisco che per funzionari già accomodati su scranni comodi e ben retribuiti (Bersani, Bettini, D’Alema,…) la sconfitta possa essere un valore, visto che fare opposizione è molto più facile e non comporta responsabilità. Ma per noi cittadini lombardi, già provati dal Covid, dalla guerra e dal risultato delle politiche, riavere anche in regione la peggior destra dal 1945 sarebbe una nuova mazzata durissima da digerire.
Veniamo a Letizia Morati: è quello che è, siamo tutti d’accordo, penso a quanto la osteggiai ai tempi della sfida con Giuliano Pisapia da cui uscì malamente. Ma (1) è una persona ben più valida e decente rispetto a Fontana Attilio e (2) ha parecchio seguito e (3) casomai vincesse dovrebbe comunque governare con un Consiglio di centro-centro-sinistra, che potrebbe indirizzare la road map molto meglio di come farebbe la destra (ci vuole poco oltretutto).
Alternativa? Ma certo, “un candidato veramente di sinistra“, per esempio la Elly Schlein che tanto si sente citare come futura segretaria del PD. Elly andrebbe ovviamente benissimo (non condivido molte sue idee, ma la considero intelligente, competente e di buon senso), ma ci sarebbe un problema non da poco: in Lombardia non esiste un bacino elettorale di sinistra più o meno radicale sufficiente a eleggere Elly o qualunque candidato di sinistra radicale. Non c’è proprio, il confronto co Pisapia nel 2011 non regge, lo sanno tutti com’è composto l’elettorato lombardo, che non è quello di Milano. Ci sono però moltissimi elettori per i quali votare la destra-destra è un ripiego percorribile, ma che voterebbero più volentieri uno schieramento più largo, europeista e atlantista, radicato al centro, in grado di far proprie le istanze di un’ampia fetta di popolazione a cui le intemperanze e la sparate di leghisti e loro accoliti creano solo disagio.
Quindi, per riassumere, ecco la proposta. il PD dovrebbe abbandonare la sceneggiata perdente delle primarie, mettere mano a quel po’ di residuo altruismo e convergere su Moratti e TerzoPolo. E poi dovrebbe indicare tra le proprie persone migliori un nome nuovo e valido, che possa correre in ticket come vicepresidente in modo da poter creare contrappeso nella giunta. Potrei anche fare il nome: Pierfrancesco Maran, molto cresciuto a Milano e capace di farsi apprezzare.
Credo che in questo modo si vincerebbe col botto, oltretutto Letizia Moratti potrebbe lavorare bene con Beppe Sala, con cui ha già lavorato in passato. Certo, capisco che è molto più facile sedersi sui banchi dell’opposizione, intransigenti, incorruttibili, col volto accigliato e l’indice inquisitore sempre puntato. Io però vorrei una maggioranza che possa dare una svolta, per esempio avviando la ricostruzione della Sanità, dopo un quarto di secolo di saccheggio operato dalla destra avida e spregiudicata.
No sarebbe difficile, no? E soprattutto: non ci sono alternative (no, neanche Giuliano Pisapia vincerebbe senza un supporto ampio anche al centro), quindi sì, è di nuovo il caso di unirsi, a costo di scegliere il male minore.