Seguo la vicenda di Assange dall’inizio, con molta attenzione, perché anche io ero indignato. Sono andato a leggere tutto il leggibile, sempre con l’idea dell’attentato alla libertà. Poi più leggevo più cambiavo idea.
Una dichiarazione del 2017: «WikiLeaks is a nonstate hostile intelligence service often abetted by state actors like Russia.» Obama? Biden? No, Mike Pompeo, direttore CIA poi segretario di Stato.
Secondo l’intelligence degli Stati Uniti, Assange non è un giornalista, ma un asset di forze ostili opportunamente alimentato e incaricato di commettere crimini finalizzati alla sovversione. Prove schiaccianti rendono realistica l’ipotesi di un suo collegamento a entità sovversive, con tutta probabilità la Russia di Putin. Per fare questo Assange ha consapevolmente messo a rischio la vita di innocenti oltre che (forse) la propria.
La faccenda è riassunta bene in questo atto del dipartimento di Giustizia di cui cito un passo:
“The United States has not charged Assange for passively obtaining or receiving classified information. [snip] The indictment alleges that Assange published in bulk hundreds of thousands of these stolen classified documents. But the United States has not charged Assange for that.
Instead, the United States has only charged Assange for publishing a narrow set of classified documents in which Assange also allegedly published the un-redacted names of innocent people who risked their safety and freedom to provide information to the United States and its allies.
These sources included local Afghans and Iraqis, journalists, religious leaders, human rights advocates, and political dissidents from repressive regimes. The indictment alleges that he knew that his publication of these sources endangered them.”
Il report di Robert Mueller III nel 2019 documenta con chiarezza il ruolo svolto con successo da Assange per sovvertire il risultato elettorale a favore di Donald Trump:
«Assange’s indictment by the United States is not the attempted silencing of a whistleblower or a threat to press freedom or an abuse of power. It is about prosecuting Assange on a specific criminal charge. Questioning him more broadly might yield potentially valuable information about how Russia intervened in the 2016 election, enabling the United States to mount a better defense of the electoral process’s integrity in 2020.»
Da ultimo: fateci caso, ma gli account #freeAssange sui social si sovrappongono curiosamente ad account che chiedono la fine degli aiuti all’Ucraina, #novax #italexit #nonato e l’immancabile #freepalestine. Sarà un caso?