Sono stato cliente affezionato di Lievità in via Ravizza fin dall’apertura. Apprezzavo la qualità degli ingredienti e soprattutto la perfezione dell’impasto: leggero, con i bordi croccanti e il centro morbido, mai gommoso. E poi quel tanto di sobria creatività per giustificare la pur antipatica definizione “gourmet”. Per un po’ di tempo è stata la mia pizzeria di riferimento, in cui tornare a provare ogni proposta.
Tutto questo non esiste in Piero della Francesca, dove sono entrato quasi per caso ieri. Abbiamo ordinato una “Cetara” e una “Marinara”. Pasta molliccia e bordo gommoso anche appena sfornata, salsa di pomodoro acidula, acciughe forti, sgarbate, la marinara coperta di origano sgarbato quanto le acciughe.
Con una bottiglia d’acqua in due ho pagato 37 euro di conto.
Se il tavolino minimo si può tollerare a fronte di cibo di eccellenza, in questo caso ha solo aggiunto disagio, in un locale che di “gourmet” ormai ha solo il prezzo, perché la pizza è uguale a quella dell’egiziano sotto casa, se non peggio.
Peccato, evidentemente il successo del crowdfunding ha fatto danno.