Mi dispiace che il mio voto per Stati Uniti d’Europa sia andato perso. Col senno di poi è chiaro che c’erano buone probabilità che succedesse, anche se pensavo che ancora i radicali avessero qualche cartuccia residua e Renzi una base di consenso sufficiente. Invece è chiaro che sia lui (nonostante i 150mila voti) sia la Bonino sono bolliti e dovrebbero farsi da parte (come peraltro dovrebbe fare Calenda, ma non lo faranno).
Analisi e commenti sono tali e tanti che non serve il mio. Solo pochi commenti personali a chiosare la precedente dichiarazione di voto. Per il resto sono in sintonia con Christian Rocca.
Provo molta soddisfazione per la figuraccia di Marco Tarquinio (ragione principale per cui non ho potuto votare Partito Democratico). Spero che Elly Schlein (e i suoi ahimé sgradevoli consiglieri) capiscano che bisogna liberarsi di queste figure. [edit alle 21 del 10: purtroppo pare che anche piccola gioia mi sarà tolta].
Sempre PD: considero di pancia le preferenze alla mediocre Cecilia Strada (“dietro un cognome il nulla”), ma erano peraltro facilmente prevedibili (come quelle a Salis). Mi auguro solo che a Strasburgo avrà la decenza di evitare piazzate e votare la linea del partito su Ucraina, NATO, difesa comune.
Mentre scrivo non riseco a capire se le mie preferenze rimaste in pectore (Emanuele Fiano e Pierfrancesco Maran) ce l’hanno fatta grazie all’ottimo risultato del PD, spero sinceramente di sì.
Non mi emoziona il successo dei pacifisti (verdi e sinistre assortite), ma è certo meglio che ambientalisti e fan della decrescita abbiano votato loro anziché i rossobruni del losco Santoro.
Mi dispiace l’astensionismo, un tema su cui la politica (se fosse buona politica) dovrebbe interrogarsi, ma non lo farà. Forse perché ai vari Salvini e Fratoianni fa comodo che ai seggi vadano solo i loro fan?
Prendo atto che 500mila italiani sono talmente [metti l’aggettivo dispregiativo che preferisci] per votare Catenacci e che il 9% degli aventi diritto sono talmente [metti l’aggettivo dispregiativo che preferisci] per votare questa Lega. D’altra parte li riconosci da come guidano in autostrada e parcheggiano, con lo stesso rispetto per la legge con cui Salvini se n’è fottuto del silenzio elettorale.
Sono contento del risultato della CDU in Germania e mi aspettavo il collasso di Scholz, che mi picco di attribuire anche ai tentennamenti da cacadubi sugli aiuti all’Ucraina. Stimo Macron per le palle che ha mostrato sciogliendo il parlamento, sono curioso di vedere se vincerà la scommessa.
Mi è piaciuto il discorso di Meloni a RTL in particolare quando ha detto:
«Penso che serva un’Europa più capace di ascoltare i cittadini, più capace di dare risposte, meno invadente sulla vita delle persone, che non attacchi la libertà delle persone, che si occupi delle grandi materie che le competono, cioè esattamente quello che noi abbiamo proposto, e penso che appunto il dato in questo caso di affluenza non vada visto tanto in rapporto alla nostra politica nazionale ma in rapporto a un’Europa che molti cittadini non considerano importante, quando invece lo è, perché poi l’Europa decide di moltissime cose che ci riguardano, ma non viene percepita come una cosa che riguarda molti cittadini, e quindi è una riflessione che inevitabilmente l’Europa nel suo complesso dovrà fare che potrebbe anticipare una presa di distanza dai neonazisti in Europa e un avvicinamento alla maggioranza Ursula, la quale peraltro resta la migliore, oltre che l’unica possibile.»
Lo leggo come segnale forte di presa di distanza dalla compagine neonazista, che Meloni sembra voler lasciare serenamente a Salvini per incamminarsi verso un riposizionamento politico come destra conservatrice.
Da ultima la mia Milano, che con il risultatone del PD e il 6% a Lega e M5S si conferma un’isola di civiltà, nonostante il dato sconfortante della bassissima affluenza.
Evviva l’Europa.