Colpire i SUV non è la soluzione per Milano

Punire i SUV

Marco Mazzei (il consigliere comunale che ho votato alle ultime amministrative milanesi) manifesta i suoi dubbi su una recente mozione “anti SUV” che usa il peso (1,6 tonnellate) come parametro per definire i veicoli che rientrano nella categoria.

In un post sul suo profilo Linkedin Marco ha invitato i cittadini della sua bolla a dire la loro su un ordine del giorno che – come prevedibile – fa discutere. Da milanese pedone, ciclista, utente di mezzi pubblici, utente del car sharing, motociclista, automobilista extraurbano ed ex giornalista del settore automotive rifletto da anni su questo tema, ma visto che le mie idee eccedono l’ingombro ragionevole per la risposta a un post su Linkedin le elenco qui, in ordine sparso.

  • In prima istanza ritengo necessario aver chiaro l’obiettivo. Perché si pensa di colpire i SUV? Risposta di getto: “perché occupano più spazio di una utilitaria”. Quindi, se è così, marito e moglie che entrano a Milano a bordo di un SUV pagano la relativa tassa, se invece entrano con una 500 ciascuno non pagano nulla. No, non funziona.
  • Non solo: storicamente iniziative estemporanee come “tassare i SUV” lasciano il tempo che trovano, sono poco incisive e soprattutto smontabili se alla successiva tornata elettorale vince qualcuno con idee differenti sulla mobilità urbana.
  • Oltretutto da un’amministrazione progressista mi aspetto progetti solidi, basati su studi ad hoc, di ampio respiro, proiettati nel tempo. Per esempio: “come ridurre l’impatto delle auto private sull’efficienza dei mezzi pubblici, sulla sicurezza degli utenti fragili, su qualità dell’aria e vivibilità della città, eccetera”. E comunque, per tornare alla mozione di cui parla Marco, faccio notare che che…
  • … un SUV da 1,6 tonnellate non è più ingombrante di una BMW station wagon serie 7, una Audi berlina  A8, una Mercedes coupé SLS (per divertirsi a fare i confronti c’è l’ottimo sito Carsized). Quindi se si vuole stilare una classifica dei veicoli più impattanti è consigliabile considerare anche volume e potenza, anche se neppure questa soluzione sarebbe davvero efficace per ridurre l’inquinamento volumetrico (oltre a essere tremendamente impopolare, qui serve politica, non interventismo ideologico, altrimenti si fanno assist ai sostenitori del “liberi tutti”).
  • Altro tema, i veicoli elettrici. Perché privilegiarli? Benché ancora si insista che hanno meno impatto sull’ambiente (e non entro nel tema di produzione dell’energia e smaltimento alla fine del ciclo-vita, più breve rispetto alle endotermiche) resta la necessità di creare un’infrastruttura di ricarica che vada ben oltre le attuali sparute colonnine. È un’impresa enorme in termini di lavoro, risorse energetiche, disagio per la città.
  • Tra le misure da prendere: iniziative a breve, medio, lungo termine per disincentivare il parcheggio in strada: sanzioni certe ai trasgressori, incentivi per l’acquisto-affitto di box e posti auto, posti auto in strada affittati dal Comune ai residenti, abolizione delle strisce bianche, sistemi moderni di “pay-per-use” per le strisce blu.
  • E poi, come ripeto da anni, è indispensabile la progressiva canalizzazione del traffico privato nei grandi viali entro la circonvallazione (via Washington, via Carducci, viale Eginardo, corso Sempione, eccetera) a vantaggio dello scorrimento dei mezzi pubblici di superficie e del controllo della velocità, quindi della sicurezza dei pedoni.

Per ora è tutto qua (riassumibile in “non servono ulteriori norme, basta far rispettare quelle esistenti”), scritto di getto perché mi premeva dare una risposta a Marco. Mi riservo di editare il post ed eventualmente aggiungere idee.