Da un su Progetto In Comune (sito chiuso - link rimosso):
"Non era mai accaduto prima. Tre personaggi vicinissimi all’uomo più potente del Paese dichiarano, con due diversi avvertimenti, che un giornale, questo giornale (l'Unità ndr), è strumento, consapevole o incosciente del terrorismo. Quindi è strumento degli assassini che hanno sparato a D’Antona e a Biagi. Cosa si fa con un giornale strumento consapevole o incosciente del terrorismo? È semplice: si caccia chi lo dirige, prima che faccia nuovi morti. E se non basta, un giornale del genere va chiuso. Lo scrivono Furio Colombo e Antonio Padellaro nell'
editoriale del 1/11 a seguire una puntata particolarmente ignobile dell'ignobile trasmissione (condotta dall'ignobile Bruno Vespa) in cui Ferrara ha dato il peggio di sè. Perfino un uomo solitamente misurato come Piero Fassino è arrivato a definire "inverecondo" l'attacco. Propongo di manifestare la nostra
solidarietà a Furio Colombo e all'Unità, oggetto di attacchi e provocazioni di chiaro stampo fascista...
Lo stile fascista si riconosce anche nel modo: tanti contro pochi o pochissimi, sprezzanti delle regole, violentissimi, maramaldi. L'obiettivo è annientare l'opposizione e i poteri ancora non controllati dal partito-azienda. Claudio Castelli, ("il Castelli buono", per dirlo alla Marco Travaglio), segretario di Magistratura Democratica, è durissimo nei confronti della lettera aperta, pubblicata dal quotidiano Libero, del presidente del Senato Marcello Pera al senatore Giulio Andreotti, dopo l'assoluzione al processo Pecorelli. Pera parla di «un periodo feroce con magistrati impegnati a processare il sistema». Dice Castelli: «Quelle del presidente Pera sono dichiarazioni di guerra rispetto a quello che la magistratura ha fatto in questi dieci anni. È incredibile che la seconda carica dello Stato, apra un conflitto istituzionale in questo modo».
Intanto, stasera, a Milano, in piazza Cordusio, ho rivisto le tristi insegne di Forza Nuova. Bandiere nere, quella croce che ne ricorda tristemente un'altra, quattro ragazzotti con le facce strafottenti che esponevano cartelli inneggianti all'odio razziale. Ho avuto un momento di rabbia forte: la grettezza, l'ignoranza, non possono giustificare quelle bandiere. Così ho comprato un'altra copia de l'Unità, l'ho piegata con la testata bene in vista, come si faceva tanti anni fa, e sono passato davanti a quella vergogna tenendola sotto il braccio. Non so perché, ma a me ha fatto bene. Il paio di poliziotti che stavano chiacchierando amichevolmente con i fascisti si sono irrigiditi un attimo, poi hanno fatto finta di nulla, come del resto hanno fatto i fascisti.
Ora, a casa, sfoglio una volta di più "Montemaggio - Una storia partigiana", il meraviglioso e atroce fumetto di Staino realizzato da l'Unità. Penso che - al di là delle posizioni politiche - tutti noi antifascisti dobbiamo solidarietà a Furio Colombo e alla sua redazione. Ancora per un po' non potremo dire Forza Italia, allora il mio tifo lo faccio dicendo
Forza Unità!