
Dunque in un primo momento erano tutti contenti dell'incontro del teatro Vittoria tra Triciclo, Movimenti, DiPietro, Occhetto, Professori, ecc ecc per 'sta benedetta lista unitaria. Diceva infatti Piero Fassino a l'Unità: «Siamo partiti dalla riconferma della piena partecipazione dell’Italia dei valori a tutte le alleanze di centrosinistra che stiamo formando per le amministrative del 2004. E abbiamo avviato l’ingresso di Di Pietro nell’Ulivo. Il che fa venire meno ogni forma di veto, di pregiudizio, di remora: a tutti gli effetti, oggi, l’Italia dei valori è parte integrante del centrosinistra e Di Pietro sarà della squadra dell’Ulivo». Poi però Occhetto ha sottolineato un'altra affermazione di Fassino, in cui il povero segretario-funzionario-burocrate ha detto anche che la lista unitaria ha all'orizzonte «la costruzione di un grande soggetto riformista-progressista che sarà la forza principale di un centrosinistra largo». E questo pare essere un bell'affronto. :-P
Così di Pietro e Occhetto - zacchete! - di punto in bianco cambiano tutte e cinque le carte in mano e annunciano la loro contro-lista unitaria. La cosa più straordinaria è quella detta (immagino con la consueta serietà) da Elio Veltri, per cui «il comitato promotore della lista aperta chiederà a Romano Prodi di dare l'adesione pur riconoscendo la sua impossibilità a una partecipazione diretta all'iniziativa».
E' pazzesco. A parte Occhetto (che mi pare un po' perso di suo), credevo che gli altri fossero personaggi coi piedi per terra, attenti agli umori degli elettori, decisi a fare la loro parte - nella coerenza con le proprie idee - per ridare all'Italia un governo credibile. Ora saltano fuori con una serie di capriole che non fanno rimpiangere i saltimbanchi del Circo Togni. E sono pronto a credere che raccoglieranno immediatamente anche il consenso di tutta quella serie di personaggi minori (sfigatelli, mezzi falliti, frustrati, artisti archiviati, cercatori di posti al sole, portaborse istintivi, piccoli magliari) che da qualche tempo girano attorno alle persone che - disinteressatamente e in totale buonafede - partecipano a girotondi, manifestazioni, eventi spinti da un sano desiderio di legalità, democrazia, solidarietà. I Girotondi diventano un partito. Che tristezza...
Non capisco, davvero non capisco, è tanto chiaro, tanto semplice, tanto lineare: basterebbe che si mettessero d'accordo sui vaolri fondanti, sugli obiettivi primari, sulle linee guida. Macché.
A questo punto viene la domanda: ma alle europee, io per chi voto? vediamo:
- i DS stanno al PCI come D'Alema sta a Enrico Berlinguer, come un Big Mac sta alla ribollita di Santa Croce sull'Arno
- Rifondazione andrebbe bene, a Milano ha Farina e Tinelli, ma il capo si chiama Bertinotti e questo preclude ogni ipotesi
- Di Pietro - secondo me persona onesta - si fa tirare dentro da personaggi incredibili a fare le cose più bizzarre
- ...
Stai a vedere che quel giorno vado a fare un luuuuungo giro in bici...