Dice Piero Fassino in un'intervista al manifesto: "il manifesto ci sottopone a continui attacchi usando un metodo d'impronta staliniana, adottando la categoria del tradimento, come quando - dopo il voto al senato - avete sbattuto in prima pagina la faccia mia e di Rutelli con il titolo `Responsabili'; per non parlare delle vignette di Vauro, le jene, gli editoriali. L'accusa di "stalinismo" - al di là del merito - è storicamente una puttanata, perché non è mai esistito uno stalinismo di minoranza, come è spiegato bene sul sito di Aprile. Già il problema è complesso, ma perché mai anche uno solitamente misurato come Piero si fa beccare a sparare simili castronerie?Ma è vero che si addensano nubi pure sull'unità?
(tra parentesi come fa' notare Rossanda oggi quelli del manifesto furono cacciati per la presa di distanza dallo stalinismo)
Ma no, non credo. Il giornale vende molto, perfino D'Alema è sufficientemente brillante per capire che non è proprio il caso di far casino, anche perché le sue iniziative editoriali (e non solo quelle) si sono rivelate sempre e comunque dei fiaschi totali. Del resto Furio Colombo l'ha scritto abbastanza chiaro: vede finire il suo mandato con le politiche, comunque vadano e "quandunque" si facciano (speriamo presto). C'era stata voce di un avvicendamento con Padellaro qualora Colombo si fosse candidato alle europee, con un suo ruolo di opinionista (tipo Scalfari su Repubblica), ma Colombo - per fortuna - ha deciso di non candidarsi.