Documento degli ex portavoce del GSF

Comincia il processo contro 26 manifestanti di genova 2001, a carico dei quali ci sono accuse pesantissime (devastazione, cospirazione, attentato, eccetera). Nel frattempo l'omicidio di Carlo Giuliani è stato archiviato, gran parte dei massacratori di Diaz e Bolzaneto non hanno un nome né un volto e l'eminenza grigia il (post?) fascista Gianfranco Fini, costantemente e illegittimamente fisso nella caserma di PS durante quei giorni) ricopre la carica di vicepremier (dopo aver sfoggiato una kippah per cercare di ripulirsi un po' la faccia e la coscienza), mentre il braccio violento di quella vergogna (
Claudio Scajola) è ministro della nostra Repubblica fondata sulla Resistenza. In segno di protesta per la ferita ancora aperta, gli ex portavoce del GSF si autodenunciano.
Il 2 marzo inizia il processo contro 26 persone accusate di "devastazione e saccheggio" a Genova, durante il G8 del 2001. Per questa imputazione, mai più usata in Italia da decenni, è prevista una pena pesantissima, dagli 8 ai 15 anni.
Nel frattempo, l'omicidio di Carlo Giuliani è stato archiviato. Molti dei responsabili delle brutali violenze contro persone inermi della Diaz e di Bolzaneto non sono nemmeno indagati, poiché pare incredibilmente impossibile identificare funzionari delle forze dell'ordine. Nessuno è indagato per le violenze contro i manifestanti del 20 e del 21 luglio 2001. La procura di Cosenza inquisisce 13 attivisti del movimento per i fatti di Genova, contestando pesantissime accuse fra cui cospirazione politica mediante associazione sovversiva e attentato agli organi costituzionali dello Stato.
I conti non tornano.
Genova è una ferita aperta nella coscienza democratica. Tutta Italia e tutto il mondo sanno che in quei giorni è successo qualcosa di grave e inaccettabile. I diritti civili e politici sono stati di fatto sospesi, per stroncare una grande espressione di partecipazione popolare e di protesta civile.
Occorre che i dirigenti della forze dell'ordine ed i responsabili politici che pianificarono ed eseguirono la repressione rispondano del loro operato, anzitutto di fronte alla cittadinanza, per ricostruire fiducia nella democrazia del nostro paese.
Il Genoa Social Forum, il GSF, e il suo consiglio dei portavoce si erano sciolti già nell'autunno del 2001, perché si affacciavano nuovi luoghi unitari. Ma oggi, noi ex-portavoce, ritorniamo a parlare insieme.
Ci opponiamo al tentativo di riscrivere la storia e di accreditare la tesi che la città fu devastata dalle violenze dei manifestanti, i quali con la loro resistenza hanno di fatto impedito che il bilancio di quella giornata fosse ancora più grave. Crediamo che solo all'interno del quadro generale di ciò che avvenne allora sia possibile valutare anche i fatti contestati alle persone sotto processo.
Nella nostra pluralità ed unità, oggi come allora, ci assumiamo ancora una volta la responsabilità di aver discusso e deciso le iniziative e le azioni promosse e praticate dalle reti che si riconoscevano nel GSF. Per chi voglia sostenere che a Genova, nel luglio 2001, si è consumato un grande reato collettivo di devastazione e saccheggio, questa lettera valga come autodenuncia.
Gli ex-portavoce del Genoa Social Forum:
Vittorio Agnoletto, Piero Bernocchi, Marco Bersani, Raffaella Bolini,
Francesco Caruso, Luca Casarini, Chiara Cassurino, Peppe De Cristofaro,
Luca De Fraia, Roberto De Montis, Maurizio Gubbiotti, Stefano Kovac, Bruno
Manganaro, Alessandra Mecozzi, Massimiliano Morettini, Luciano Muhlbauer,
Alfio Nicotra, Bruno Paladini, Angelo Pedrini, Sergio Tedeschi
Genova, 29 febbraio 2004