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Alberto Biraghi
L'amore ritorna
Un film con un tema nobile (bisogna accorgersi degli altri), con una regia sgangherata e una sceneggiatura pure. Su 110 minuti totali, ce ne sono una trentina buona di Bentivoglio che vomita sangue, un'altra decina buoni di Bentivoglio che vagola nelle sale d'ospedale con l'aria di aver fumato chissacché, un'altra decina di funerale anni '50 con cadavere di ragazza adolescente trasportato a braccia (poi trasformata in un'altra decina di minuti di fantasma dal ruolo per me incomprensibile). Mettici un'enormità di minuti di primi piani sull'epidermide della Buy e della Mezzogiorno, un'altra enormità sui sorrisi accattivanti di Bentivoglio ed è già ora del sospirato Panino Giusto. In realtà il film non è malissimo, ma questo gruppetto di attori è ormai totalmente autoreferenziale, con Rubini che recita Rubini, la Buy che recita la Buy, Bentivoglio che recita Bentivoglio, la Mezzogiorno che (almeno lei) recita un'altra, però essendo l'altra Asia Argento sarebbe meglio se anche lei facesse Mezzogiorno, che è più gradevole. Purtroppo è autoreferenziale anche la storia: si narrano le vicende reali di Sergio Rubini (interpretato da Bentivoglio), prima lasciato dalla Buy (interpretata dalla Buy), poi lasciato dalla Argento (interpretata dalla Mezzogiorno), poi ammalato e aiutato da suo padre (interpretato da suo padre) e dal suo amico (interpretato da se stesso, cioè Sergio Rubini, che ha un figlio, interpretato da suo figlio). Almeno il fantasma è (credo) extra famigliare. A questo punto ho perso il filo, ma la Mezzogiorno non stava con Accorsi, che poi l'aveva lasciata? Che c'entra Rubini?
30.03.04 00:09 - sezione
cinema