
Mi sono goduto questo straordinario,
ultimo libro di Paul Auster dalla prima all'ultima riga. Una volta di più mi ha stupito, con un lavoro che è "Auster" al 100% nei suoi diversi piani di lettura, tra cui uno che ho letto come insolitamente autobiografico. Il protagonista, Sidney Orr (uno scrittore reduce da un anno critico in ospedale), me lo immagino con la faccia di Auster. Non è Auster, certo, ma se in questi anni di letture assidue dei suoi libri ho capito qualcosa della personalità dello scrittore, credo che Orr sia il personaggio che più ci si avvicina. La trama è stupefacente, come al solito, con tutti gli "austerismi" di rigore: spostamenti e intersezioni tra realtà e fantasia, storie dentro le storie, storie dentro le storie che stanno dentro le storie. Ma il tutto è agganciato a una trama di fondo dannatamente concreta e zeppa di spunti di riflessione. Orr si confronta con innumerevoli difficoltà (il ritorno alla vita normale, ricominciare a scrivere, le sue umane debolezze) e con il suo complesso rapporto con il collega e amico John Trause (anche lui scrittore, più anziano e affermato di Orr). Una perla di intelligenza, sensibilità e saggezza. Da leggere - se possibile -
in lingua originale, come tutta l'opera di Auster.