
Josè Luiz Del Roio (
Forum Sociale Mondiale di Porto Alegre), Fabiano Crucianelli (
Aprile per la sinistra) e Giuliano Giuliani sono stati una scelta giusta questa sera. A parte l'introduzione di Andrea Candrian dalla
Sinistra Giovanile (inascoltabile, eddai, allenati sulla concisione), l'incontro "Verso il Forum sociale europeo di Londra e il Forum mondiale di Porto Alegre 2005: lo stato del movimento e le soluzioni politiche organizzative" è stato interessante. Difficile ricostruire le cose dette, tante e importanti. Dei primi due ho salvato sul Treo una frase a testa. Crucianelli:
"da Porto Alegre a Bombay, il Movimento è cresciuto fino a diventare la vera internazionale nel mondo". Del Roio:
"lottiamo per l'utopia, ma abbiamo bisogno di piccole vittorie concrete, giorno per giorno". Giuliano Giuliani è tutta un'altra storia.
Lui continua a venire con un solo obiettivo: la verità su
Genova. Lo premette, si sbarazza in fretta (ma non affrettatamente, dice sempre cose di buon senso) dell'argomento in programma e vira su genova 2001. Vuole la verità, non (solo) per quel suo povero ragazzo ammazzato, ma perché - come tanti di noi - crede che Genova 2001 sia il punto più basso della storia dell'Italia Repubblicana, oltre Reggio Emila, oltre piazza Fontana e Bologna. E pretende che il programma dell'opposizione che vuole andare a governare contenga a chiare lettere l'istituzione di una commissione per la verità su quei giorni. E' un fiume in piena, Giuliani, ma senza un tentennamento. Snocciola le sue terribili verità: la fronte di Carlo, morto o morente, spaccata a sassate da un carabiniere; i mille farabutti in divisa che scandivano "uno di meno", i "black block" che salivano sulle camionette delle cosiddette "forze dell'ordine" e ne scendevano in abiti normali, tante altre storie di follia, illogiche e incredibili, ma documentate una per una in un lavoro colossale di ricerca e assemblaggio di immagini, video, testimonianze. E' l'applauso più grande della serata, l'abbraccio più forte, quello del pubblico "scacciato" per far posto alla musica. Si riscatta anche il giovinotto diessino, che promette che loro, quando avranno sostituito i manichini che infestano il partito (tra cui quelli che hanno
invitato Claudio Scajola alla Festa de l'Unità), non dimenticheranno Genova 2001. Speriamo. Ora di andare via, ma Giuliani non riesce ad allontanarsi: lo circondiamo per stringergli la mano, comprare le cassette su Genova, o anche non dire nulla. Così, solo per fargli sapere che ci sforziamo tutti di portare un pezzettino della sua pena e del suo impegno di civiltà. Stringendogli la mano, l'ho ringraziato per gli articoli su l'Unità. "Cosa vuoi che sia" mia ha detto con sguardo triste. E' moltissimo, compagno Giuliano. E' moltissimo.