Unità delle sinistra sulle cose da fare
di Piero Sansonetti
Si è riaperta la discussione, a sinistra, sulla leggendaria domanda di sempre: "Che fare?". Fausto Bertinotti ha accennato alla possibilità di costruire un "contenitore" politico nuovo, che tenga insieme gruppi, partiti, movimenti, correnti di pensiero e di partito. Cioè uno strumento che "unifichi" e dia una forza maggiore, un peso politico più grande a quello schieramento di forze e di menti - vasto - che si colloca alla sinistra del campo riformista classico. Molti gli hanno risposto di sì. Giorni fa Asor Rosa, uno degli intellettuali più prestigiosi della sinistra radicale, ha scritto sul "manifesto" un articolo importante, nel quale ha posto alcuni problemi politici molto seri, e ha avanzato una proposta. La proposta è più o meno questa: convochiamo una assemblea nazionale, o qualcosa del genere, che metta insieme partiti, movimenti, circoli politici e intellettuali, e verifichiamo la possibilità di realizzare forme nuove di unificazione politica. Il problema fondamentale che Asor Rosa ha sollevato - e che precedeva la proposta - era un po' più complicato. Lo riassumiamo così: come si affronta il riemergere prepotente, in Italia e in tutto il pianeta, della contraddizione tra "Capitale" e "Lavoro"?, e come si costruisce una rappresentanza politica adeguata del "Lavoro"?
Il problema e la proposta di Asor Rosa sono molto connessi. Derivano una dall'altro. Sulla sua proposta, che assomiglia parecchio a quella di Bertinotti, Asor Rosa ha incassato molti sì. Bertinotti, Salvi, Diliberto gli hanno già detto di essere pronti a questa assemblea, ed è probabile che ci sia una ampia disponibilità dei movimenti e di pezzi di sindacati, di partiti, di organizzazioni culturali. Sarebbe importante a questo punto procedere, cioè andare avanti spediti ed evitare il rischio che la discussione diventi un po' come quelle inutili discussioni che negli ultimi tre o quattro anni (anche di più) hanno tormentato la vita dell'Ulivo: che regole ci diamo? Chi decide che regole ci diamo? Quando decidiamo chi decide che regole ci diamo? Chi decide quando decidiamo che regole ci diamo? Quando decidiamo chi decide che regole ci diamo? Chi decide quando decidiamo che regole ci diamo?
Procedere e non impelagarsi in noiosissime discussioni formali vuol dire affrontare il merito della questione. Qual è? E abbastanza semplice: dato che l'obiettivo è quello di mettere insieme una coalizione di centrosinistra che sconfigga la destra e il "berlusconismo", si tratta di vedere quale sarà l'asse politico di questa coalizione, e cioè quale sarà il progetto di società, il progetto per l'Italia che questa coalizione contrapporrà al berlusconismo. Non basta un progetto elettorale, serve un progetto di futuro. La grande debolezza della sinistra classica, fino ad oggi, è stata questa: non riesce a fare politica senza far coincidere la sua politica con vicende elettorali. Le scadenze elettorali contano, contano molto, ma non sono tutto. Sconfiggere Berlusconi ma non avere in mano nulla che sostituisca il berlusconismo - cioè quel sistema economico, sociale, morale, di pensiero, basato su un idea di società che ha al centro il profitto e mette tutto il resto in secondo piano - non sarebbe una grande vittoria e comunque non sarebbe duratura.
Francesco Rutelli, ieri, sul Corriere della Sera, ha indicato, seppure in modo molto generico, quelli che a lui sembrano i tratti essenziali di un programma riformista: in politica estera amicizia con l'America, in politica interna riforma e contenimento del Welfare e misure che rilancino la competitività delle aziende, e dunque i margini del profitto. Non è un programma che possa essere sposato, non vi sembra? Ma non basta strepitargli contro. La sinistra radicale cosa propone? Siamo in grado di mettere giù due, o tre, o quattro punti, e su questi costruire una unità reale, da fare poi pesare al momento in cui il centrosinistra dovrà decidere il suo programma di coalizione?
Per esempio: abolizione della legge "30" (quella che viene chiamata Legge-Biagi) e realizzazione di nuove leggi sul lavoro che stabiliscano forti rigidità, anziché flessibilità, vale a dire più diritti garantiti, niente precarietà e licenziabilità, sistemi automatici di aumento dei salari, eccetera.
Per esempio: abolizione della legge Bossi-Fini, apertura delle frontiere e regolamentazione dell'immigrazione in modo che i migranti diventino i titolari di diritti, anche di diritti speciali (persone deboli da proteggere) e non oggetti da respingere o comunque da controllare e rendere inoffensivi. Realizzazione dell'obiettivo, posto dall'Onu, di riservare lo 0,7 per cento della ricchezza nazionale a finanziare i paesi poveri.
Per esempio: ritiro delle truppe dall'Iraq e avvio di una politica di riduzione drastica delle spese militari che porti in tempi ragionevoli al disarmo dell'Italia.
Per esempio, rifiuto del modello politico piramidale e decisionista, basato sul premier forte e sulla riduzione della rappresentanza, anzi rovesciamento di questo modello, da realizzare contrapponendo alle riforme costituzionali del Polo una idea di democrazia partecipativa.
Questi propositi, se realizzati, costano. Prevedono una diversa distribuzione delle risorse tra Capitale e Lavoro, e tra Nord e Sud del mondo. Questi propositi sono il terreno vero della battaglia.
Resta il grande problema dell'identità della sinistra. E' una questione molto alta, quasi filosofica, resa drammatica dagli eventi della fine del secolo scorso e ora dal progredire spedito e feroce della globalizzazione. Non credo che sarà mai risolta se non si comincia dalle cose. Dalle cose da fare. Fare queste cose, porsi degli obiettivi, studiare i modi per ottenerli - in tutto o in parte - vuol dire semplicemente fare politica. E affrontare dalla parte giusta il problema più scivoloso: cos'è la sinistra di governo se non è solo un pezzo di mondo politico che si adegua alla realpolitik, agli schemi, alle idee dell'avversario…
Dopo aver letto questo articolo bisognerebbe seriamente domandarsi come farà Prodi a mettere insieme i riformisti alla Rutelli e i post-comunisti alla Sansonetti.
Temo che una coalizione così eterogenea non possa garantire al Paese un governo stabile.
Io sono certo che il Professore ce la può fare. Nonostante bertinotti, rutelli e mastelli, se riuscirà a mantenere il suo profilo li mette tutti a cuccia. In fondo sono dei coglioncelli da addomesticare un po' con una poltrona, quel che conterà saranno i tecnici in background, soprattutto quelli economici, e su queto Romano non è secondo a nessuno.
Sono convinta anch'io che Prodi ha uno spessore politico superiore ai vari rutelli o mastelli, pero' mi chiedo: lui che tipo di politica vuole fare? anzi, per dirla come Sansonetti, lui a che tipo di società aspira? Per esempio, sulla questione della precarietà del lavoro, non so se il Professore è d'accordo sul fatto di abolire la Legge 30, per lo meno diversi esponenti del centro-sinistra(?) continuano a sbandierare la faccenda della flessibilità. Tiziano Treu, che è stato ministro del lavoro con il governo Amato, ha recentemente partecipato a un'assemblea dei lavoratori Eriksson (invitato dalla FIM) dove è andato a spiegare che la legge 30 va solo emendata e non abolita. E del resto Biagi era stato consigliere anche dei governi di centro sinistra. Quindi il problema non è tanto mettere d'accordo, ma quale accordo si raggiunge. Speriamo che sia un accordo che tende a sinistra, altrimenti se il programma è quello "riformista" prenderanno anche i voti del centro, ma quelli di molta sinistra li perdono.
Sono convinto che la riflessione politica vada comunque fatta. Ma faccio parte della categoria di persone che avverte puzza di regime. Sbaglierò, ma secondo me la democrazia in Italia è a rischio se non si mette un freno a Silvio. So bene che sarà dura, non tanto per Prodi di cui ho letto dichiarazioni che mi sono piaciute, quanto per la cialtronaggine del mondo che lo circonda. Ma mandare via Silvio è la priorità e secondo me solo Romano ce la può fare a tenere assieme l'accozzaglia in modo dignitoso.
Poi, fuori dalle palle fascisti, mafiosi e previti, se occorrerà si farà opposizione "da dentro".
anche secondo me solo prodi ha la possibilità di farci vincere le elezioni nel 2006.
però penso che le parole di sansonetti non aggiungano nulla di nuovo a quel già si sa di cosa pensino da quella parte di sinistra. Così come nemmeno ciò che ha detto Rutelli aggiunge nulla a ciò che già si sapeva di lui. Il punto è quello di dire qualcosa di nuovo, non "di sinistra" o "di riformista". ALberto, quella frase è davvero diventata un tormentone infelice: se dici cose "di sinistra" come quell che dice sansonetti che voti pensi di recuperare?
Putroppo, si vince al centro, non a sinistra e non a destra.
Secondo me Prodi, di tutta la Banda Disney che si appresta a sfidare Berlusconi, è tra quelli più "a sinistra". L'ho sentito esprimere concetti sulla giustizia sociale, la solidarietà, il diritto che nessun riformista si azzarda non dico a dire, ma neanche a pensare. Quanto al fatto che "si vince al centro", è un'opinione come un'altra. Ma non è l'unica, né la più autorevole. Lo stesso Prodi, che non è stupido, lo ha perfettamente compreso, lo si legge chiaramente tra le righe della sua intervista a l'Unità dell'altro giorno
http://www.onemoreblog.org/archives/003811.html
il punto e': perche' votare un rutelli che ci propone le solite politiche di destra quando la destra le sa fare molto meglio?
perche' votare al centro se ti si accappona la pelle anche ad andare ad un centro commerciale?
perche' dovremmo preferire la stabilita' se questa e' a tutto vantaggio dei soli ricchi (sedicenti "classi dirigenti")?
molto meglio un po' di sano casino per le strade
io, salariato mazziato mille volte, ho solo da guadagnarci...
io ho solo detto che se si vogliono vincere le elezioni (ma si può benissimo anche non volerle vincere) non si può far altro che cercare di recuperare quanti più voti possibili da ex elettori del polo, delusi, spesso gente che votava dc (farà schifo, sarà triste, ma io la penso così). D'accordo, alberto, è un'opinione come un altra e non la più autorevole, ma è comunque un'opinione che ha tanta gente. Mi pare, otlretutto, che quando si parlava di recuperare i voti degli "idecisi" per le presidenziali in america, tu facessi lo stesso tipo di discorso. Allora perché sotrcere il naso quando si parla di italia, e invece esserne favorevoli quando si parla degli Stati Uniti (dove oltretutto, a ben vedere, il confine tra democratici e repubblicani è mooolto più labile). Non si può pensare di non fare nessun compromesso, solo questo penso, se si vuole davvero con fermezza vincere le elezioni e poi governare. E anche questo, credo, Prodi lo sappia.
Italia e America non sono paragonabili (a questo proposito cercherò di segnalare il bell'articolo di massimo cavallini su Liberazione di oggi).
Quanto all'opinione, non mi riferisco alla "gente", ma ai politologi. Seguo un po' questo mondo, anche se ai margini, e not con piacere che (a parte gruppi di irriducibili inciucio-riformisti) si sta creando una forte corrente di pensiero secondo la quale si vice puntando più sul recupero di astenuti, disinteressati e "sinistri disallineati" in genere, piuttosto che sui delusi da Berlusconi. Su questo ricordo uno straordinario articolo di Umberto Eco (purtroppo non lo saprei ritrovare) in cui definiva con chiarezza le tipologie di elettori e indicava quali tra i "destri" possono essere considerati convincibili e quali no. I convincibili erano una percentuale risibile.
C'era anche un articolo di Scalfari, ieri su Repubblica, a proposito di questo dibattito si vince al centro o recuperando i voti a sinistra.
Però secondo me c'è anche un altro problema, cioè che mi pare che si consideri "centro" non tanto una parte dell'opinione pubblica quanto una lobby di industriali/professionisti/imprenditori. Per esempio, sono convinta che la stragrande maggioranza delle persone, di qualsisi colore politico, gradirebbero trovare, entro un ragionevole lasso di tempo, un lavoro sicuro piuttosto che fare per anni gli schiavi mal pagati e non tutelati come ex co.co.co, a progetto, staff leasing e tutte le varie porcate della legge 30.
Siamo sicuri che abolendo quella legge e facendone una ex-novo, in cui si mantiene magari qualche forma di flessibilità ma non un precariato a vita, si perdono voti "moderati"?
Forse si perde l'appoggio di Confindustria, ma si tratta di una cosa diversa.
Achab, credo che si debba un po' uscire dai limiti del sentito dire. Cofferatai a Bologna ha realizzato una maggioranza ancora più ampia di quella raccattata (con ben altre motivazioni) dal triste funzionario-Penati che ha vinto la provincia di Milano. Sergio ha messo assieme tutti, senza far sorridere nessuno. Senza tradire le sue posizioni di sinistra, senza inquietare la PMI, senza generare sospetti in Confinustria. Con una politica di buon senso e rigore che porterà ottimi frutti.
Ora, il problema non è confindustria, che di fatto ha già scaricato Silvio da tempo, ma la ignobile lobby sotterranea inciucio-riformista, che ha nel Corsera il suo organo di propagnada, che di fatto sta tentando di riorganizzare l'oligarchia DC e il liberismo soft che ammazza i ceti più deboli. A questa gentaglia non frega un beato cazzo delle proposte politiche, a loro interessa il potere. Questi non sono avversari, sono "nemici". nemici della democrazia, del progresso, della solidarietà, dell'idea che "un altro mondo è possibile", traffico urbano incluso.
Mi meraviglio che da cicloattivista tu non ti renda conto che il tuo avversario quotidiano sulla strada (lo schiavo del condizionamento liberista) e l'idea di "intercettare voti al centro" vadano a braccetto. Una società più solidale, uno sviluppo sostenibile, la giustizia sociale sono altro dall'alleanza con ex-liberali, craxiani e simili ceffi. Anche perché quelle sono categorie in cui sopravvivono solo i quattro intrallazzati che raschiano il fondo del pentolone politico, le persone normali, quelle che vanno a lavorare ogni giorno, non hanno poltrone e sgabelli da tenersi attaccati al culo, quindi è molto più facile raccoglierne il consenso con argomeni sensati (vedi Prodi e Cofferati, ma anche il bravo Sansonetti).
da cicloattivisa urbano, innazitutto, ho imparato a scindere la bici dalla politica in senso classico. in particolare, da quella italiana. motivo per cui ho spesso criticato critcal mass su cilistica. la bici è altra cosa.
I
o odio i terzisti, alberto (anzi, a tal proposito ti invito a leggere l'articolo di rebecchi, anzi magari a postarlo qui, sul "terzista", appunto). questo per intenderci.
Per quanto riguarda Cofferati, ti dico che per motivi di lavoro ho avuto modo di conoscerlo e di leggermi tutti i suoi interventi, il suo programma (bellissimo) per le elezioni a Bologna.
E' un esempio fuori dalla norma: Bologna è altra cosa rispetto a Milano. Guazzaloca è altra cosa rispetto a Albertini.Guazzaloca è molto più di sinistra, paradossalmente, magari di altri esponenti dell'ULivo. Guazzaloca ha vinto all'epoca, proprio perché l'Ulivo non ha saputo presentare un candidato autorevole, aveva dato per scontato che tanto Bologna, sempre e comunque, "diceva cose di sinistra". E ha perso.
Cofferati si è rimboccato le maniche, si è fatto un mazzo come nessun altro, non ha dato un centimetro quadrato di bologna per scontato. E ha vinto. Ha vinto il suo modo di far politica, non il suo essere di sinistra. E' su questo che cerco di porre l'accento.
quello che dico è che c'è bisogno di non avere pregiudizi e di avere un modo che sappia volare più alto delle singole battaglie ideologiche.
PS: lascia stare la bici, non m'è piaciuto il tuo riferimento.
Continuo a pensare che la tua analisi politica non sia un'analisi, ma una serie di considerazioni di pancia. Per esempio la vittoria di Guazza del 1999 deriva da una serie di faide interne all'allora PDS, tra l'ala massonica vitaliana e quella più legata alla sinistra di base, che di fatto fecero decidere per la sconfitta, con la scelta di mandare un'agnello sacrificale (la povera Bartolini). I bolognesi hanno di fatto detto una cosa di sinistra, rifiutandosi di accettare le porcherie diessine.
Per concludere: mi sembra che nella tua come in molte altre considerazioni politiche, manchi un distinguo chiaro tra elettori e addetti ai lavori. mentre non bisogna avere pregiudizi sugli elettori (se uno che votava AN vota Prodi, che facciamo, lo insultiamo? siamo mica cretini), è doveroso (eticamente, politicamente, socialmente) avere pregiudizi sui candidati disposti a promettere qualunque cazzata, a scendere a qualunque compromesso per intortare un elettore in più. E' questo il vero berlusconismo che sta dilagando in una classe politica sempre più cialtrona: poltrona e privilegi come unica fede e unico obiettivo. In questo senso personaggi come Prodi e Cofferati sono mosche bianche.
Quanto alla bici, mi spiace che tu ti dispiaccia, ma qui sbagli tu: nel 2004 opporsi al liberismo automobilistico pedalando è un gesto rivoluzionario quanto quello di Gaetano Bresci (pure lui ciclista).
sì, andare in bici è un gesto rivoluzionario, ma come tutte le rivoluzioni non ha un colore. è una rivoluzione di un ordine precostiuito e basta (guarda che se ti vai a rileggere i miei interventi su "ciclistica" vedi che l'ho detto e ripetuto).
Gaetano Bresci era un anarchico mica per niente.
Celine è anarchico quanto lui. Bertinotti è un conservatore e così parte del "correntone". Scusa alberto, ma ho volutamente deciso di essere esplicito, perché ti vedo viziato dal pregiudizio per cui qualsiasi gesto "contro" per te è automaticamente appannaggio della sinistra. Poi, libero di non condividere e di giudicare le mie come "considerazioni di pancia" (può esser che lo siano), ma non di costringermi ad ammattere che il mio andare in bici è da incasellare enciclopediacmente alla voce "atto marxista contro il capitale". Perché non lo è. La bici è una TAZ, una zona franca, franca anche dalla politica, è un gesto anarchico nel senso etimologico del termine. lasiala libera, non incasellare sempre tutto, è fastdioso e, scusa, poco "di sinistra". Detto fuori dai denti, Nanni Moretti (che ho adorato) ha smesso di piacermi quando dal "mi son sempre sentito d'accordo con una minoranza" è passato "Dì qualcosa di sinistra". Politicamente, penso che lo "schiaffo di piazza navona" sia stato uno dei gesti più reazionari e conservatori che la sinistra abbia compiuto. E il dirsi contrari a "tutto ciò che sta a destra di Cofferati" mi pare indicativo di un modo di pensare ingabbiato nelle maglie di macrocategorie troppo miopi. anche l'analisi che fai di un film è alla fine sempre di tipo "politico". anche per la Malaeducacion, ti fermi sempre a una divisione in due del mondo, manichea. Sei marxista, va bene. Sbaglio io che spero sempre in uno "scatto" della sinistra, in grado di farle superare e svecchiare il suo nascere. Il dire cose di sinistra dovrebbe essere per me un soprendere, osare, andare oltre. Al di là del sacro, oltre che del profano. Mah.
"atto marxista contro il capitale"? Mai detto. Sei un po' troppo supponente ;-)
sì, questo è vero. senza rancore, ti voglio bene.
achab, forse tu dovresti dire qualcosa "di sinistra", invece di inseguire una ridicola minoranza di liberali e craxiani, che insieme non sono mai stati piu' del 10 per cento del paese.
osare? sorprendere? celine "anarchico"?
forse dovresti dare una rispolverata al tuo "essere di sinistra".
ribadisco, se questo e' "essere di sinistra" io non sono di sinistra, sono comunista marxista-leninista.
al limite anarcostalinista :-)
bravo, l'importante è capirsi. sorrido, per non piangere...
Sì l'articolo di Scalfari dell'altro giorno andrebbe letto, ma gli idioti del sito hanno preferito pubblicare altri fondi di minore importanza. I toni sono piuttosto secchi e se la prende appunto con la cricca trasversale dei caldeggiatori di centro, che ha un suo fulcro nel corriere (dove tra l'altro è sostenuta da gente chiaramente schierata a ds e che probabilmente voterà a ds) e vari abboccamenti all'interno della coalizione. La tesi è semplice: che col centro si vince è un indimostrato (diciamo una palla?), chi lo sostiene ha l'onere di provare ciò che dice. Come già diceva Leonardo tempo fà si dovrebbe piuttosto pensare a non alienarsi chi già è dalla tua ma non trova sufficienti motivazioni. Questo non significa che non bisogna porre attenzione a coloro con un animo più placido (moderato mi fa venire l'orticaria), ma non lo fai col mimetismo, lo fai con un'identità chiara che è capace di sciogliere le resistenze e i dubbi fisiologici.
In generale tutte le discussioni pisellometriche sul tasso di sinistricità o moderazione finiscono per far passare in secondo piano i temi e svilire il significato che comunque hanno, le collocazioni e le storie.
Anche l'argomento della disomogeneità della coalizione o dell'inaffidabilità di Bertinotti sono strumentali; il primo potrebbe anche avere una valenza se discusso basandosi sui fatti, ma viene solamente usato per fare FUD e/o disfattismo. Insomma io dopo le bestie che abbiamo concesso si vestissero del ruolo di statisti (la maggioranza) polemiche sulle ali 'estreme' del centro-sin non le accetto più.
Rutelli è emblematico di questo centrismo come assenza di identità: non è democristiano, è un cattolico di ritorno, non è un progressista, non fa riferimento alla chiesa sociale, la Bindi lo piglierebbe a calci come noi. Non è nemmeno centrista. Non è niente: ogni volta che apre bocca deve inventarsi una cazzata per dimostrare che esiste. Vedete che non è un problema di quanto ci si schieri da una parte, semplicemente i cazzoni si cerchi di emarginarli.
Achab quelli che ti si oppongono dicendo che non sei pronto, che ancora devi adeguarti, che però, non sei abbastanza civile, democratico, moderno non ti stanno facendo un'osservazione disinteressata, semplicemente non ti vogliono :)
E continueranno a opporre dinieghi ad asintoto.
ciao
io personalmente milito per la sinistra moderata(in particolar modo milito per piero fassino)e voglio dire solo una cosa a proposito di fausto bertinotti e cioe' di smetterla di fare il falso comunista quando poi si sa benissimo che e' il primo a vestirsi in una certa maniera e e' il primo ad andare sugli yatch con il figio di silvio berlusconi, etc....prima di fare i comunisti laviamoci la bocca con l'acido muriatico.fabry 87
dimenticavo una cosa...ragazzi non illudetevi del programma di bertinotti che sara' anche buono...non voglio mettere in dubbio questo ma attenzione che di quei punti ne realizzera solamente 1 su 10 quindi pensate bene a chi dare in mano il paese e soprattutto non illudetevi dei programmi troppo radicali e non del tutto veritieri...spero che alle prossime elezione non ci sara il famigerato listone in quanto voglio dare il mio voto ai ds senza margherita tra i coglioni...volevo ringraziare piero fassino per l'autografo fattomi alla festa dell'unità di milano...il libro di fassino leggetelo perchè veramente è qualcosa di sensazionale...forza piero...solo tu puoi cambiare le sorti del paese in mano a dei ladri di professione anche perchè dopo il gesto dell'on. Santachè non c'è neanche più bisogno di commentare questa destra che ormai non c'è più...w il riformismo, liberta, democrazia