Non solo a proposito di «Otto e mezzo»
Caro Furio,
viviamo in uno strano paese (non oserei mai dire “regime”) in cui, con tutto quel che accade nel mondo, alcune fra le migliori penne del nostro giornalismo (è intervenuta persino Barbara Palombelli, invitandomi a non azzardarmi a mandarle mimose) si esercitano sul più venduto quotidiano italiano intorno a un tema davvero appassionante: il significato recondito del verbo “accucciarsi” e, in particolare, del suo participio passato. Declinarlo al femminile è forse sintomo di squadrismo, misoginia, maschilismo, estremismo di destra? La risposta, pressochè unanime, è che sì, è sintomo di tutte quelle brutte cose. Il Devoto-Oli per la verità, alla voce “accucciarsi”, recita: “di persone: rannicchiarsi come il cane nella cuccia, per timore, paura o riservatezza”. Ma dev'essere caduto in prescrizione anche il Devoto-Oli.
Montanelli mi ha insegnato che, quando un giornalista non viene capito, la colpa è sua, e non di chi non l'ha capito. Ecco perchè lunedì sera, davanti alle lettere di Sansonetti e Gloria Buffo in difesa di Ritanna Armeni, mi sono dispiaciuto per l'equivoco nato intorno a quell'«accucciata». Non mi sono affatto scusato, non avendo nulla di cui scusarmi. Intendevo polemizzare, nella mia rubrica satirica, con le funzioni decorative che la signora Armeni svolge nel programma “Otto e mezzo”, mentre Ferrara lincia o fa linciare di volta in volta l'Unità, i magistrati di Milano e Palermo, gli oppositori che si oppongono, Prodi, Cofferati, i girotondi, i pacifisti e così via. Alcuni hanno voluto intravedere in quell'aggettivo una scurrile metafora sessuale: devono avere una fantasia davvero sviluppata, se la vista di Ferrara evoca in loro immagini da Kamasutra. Pazienza: come dice Massimo Fini “omnia munda mundis, omnia sozza sozzis”. Dunque, mi sono dispiaciuto. Per qualche ora. Poi, l'indomani, leggendo la prima puntata della saga a me dedicata dal Corriere, ho scoperto che la squisita signora Armeni mi dava dello “squadrista”, “maschilista” eccetera. Allora ho smesso di dispiacermi. Perchè, ingenuamente, pensavo che non potesse esistere nulla di più maschilista di un signore che ogni sera tratta la sua spalla a pesci in faccia, la zittisce, la invita a “non ridere perchè parliamo di cose serie”, e manca poco che la mandi a prendere le sigarette. Ingenuamente, pensavo che non potesse esistere nulla di più squadrista di un signore che definisce “omicida” un giornale, “mandanti di assassinii” il suo direttore e uno dei più celebri scrittori viventi (Antonio Tabucchi), e ama polemizzare soavemente a suon di “te corco con le mani”.
Era chiaro, a quel punto, che non c'era stato alcun equivoco, alcun fraintendimento. Stava semplicemente montando l'ennesima operazione a freddo, costruita pretestuosamente a tavolino, per terremotare (come se ce ne fosse bisogno) l'Unità. L'hanno capito le centinaia di lettori, colleghi e collaboratori prestigiosissimi che hanno scritto al giornale, al suo forum su internet e alla mia mail. Approfitto dell'occasione per ringraziarli di cuore del loro affetto e della loro solidarietà. In uno di questi messaggi, molto divertente, Giovanna Sereni mi scrive che quella scombicchierata polemica, secondo la vecchia tecnica del parlar d'altro, del guardare il dito anzichè la luna, le ricorda la logica surreale di Achille Campanile: “È già partito il treno?”. “No, ma sua madre e mio cugino sono fratelli”.
La stragrande maggioranza dei non politici che hanno scritto all'Unità e a me, compresi quanti hanno trovato eccessivo quell'aggettivo, hanno capito perfettamente il bersaglio della mia polemica: il “giornalismo embedded in tempo di pace” (come lo chiama Oliviero Beha), l'informazione affidata ai portavoce, a chi trova strano un giornale indipendente che non si identifica in un partito. Ecco: quell'aggettivo, forse eccessivo, certamente frainteso, è servito a mettere in risalto quel fenomeno nefasto sempre più diffuso. Almeno in questo, tutti quei fiumi di inchiostro non sono stati inutili. Ma non solo in questo. La ridicola polemicuzza ci ha fatto conoscere meglio il nostro strano paese che, a questo punto, quasi quasi, oserei chiamare, per così dire, chiedendo scusa alle signore, “regime”. Un regime dotato di una sterminata potenza di fuoco (anche “amico”), per impiccare in effigie chiunque lo chiami col suo nome, per screditare i non embedded facendoli apparire come dei mostri: quanti ne hanno pestati, in questi anni, trascinandoli nella polvere del discredito (hai presenti Di Pietro e gli altri del pool di Milano, Caselli e gli altri del pool di Palermo, Stefania Ariosto, Cofferati, Moretti, Biagi, Santoro, Luttazzi, Sabina Guzzanti e gli altri “criminosi”, per non parlare dell'Unità?). Un regime che si avvale di uno stuolo di terzisti, sottovalutatori, minimizzatori, anestesisti, spaccatori del capello in quattro, dissertatori linguistici e tanta brava gente che non vede e non capisce, o finge di non vedere e non capire, guardando altrove e parlando d'altro. Uno di questi, direttore di un foglietto arancione che se non esistesse l'Unità non saprebbe come riempire le pagine, ci ha pestati ogni mattina su RaioRai, rubrica Prima Pagina, ovviamente in nostra assenza. Sai qual è il fatto buffo? È che sul suo foglietto, l'altroieri, compariva questo leggiadro ritratto di Federica Felini, la valletta di Sanremo: “Ventunenne ex nomina-mucche del Pavese...”. Nomina-mucche, capito? Detto di una donna!
Ho esitato a lungo prima di rendere pubblica la cosa, che finora - essendo uscita sul Riformista - era rimasta rigorosamente privata. Anche perchè adesso non oso pensare a quante paginate le dedicherà il Corriere e a quante lettere di deputate e portavoce più o meno in incognito scatenerà. Ma questo ennesimo, ignobile caso di maschilismo e misoginia che offende la secolare tradizione della sinistra italiana, non può, non deve restare impunito.
Marco Travaglio
Beh, in effetti almeno la dignità di chiamare una volta Travaglio come ospite potevano dimostrarla , la "comunista" e l'agente CIA....
"[...] si esercitano sul più venduto quotidiano italiano [...]"
come? scrivono di 8 e 1/2 sulla Gazzetta dello Sport????
;-)
(il corsera lasciamolo leggere ai preti e ai piduisti)
Ho esitato a lungo prima di rendere pubblica la cosa, che finora - essendo uscita sul Riformista - era rimasta rigorosamente privata
Non lo si può negare. Travaglio scrive divinamente.
il finto misunderstanding è stato costruito a regola d'arte per gettare cattiva luce su travaglio, questo lo si era capito. sull'opportunità di questo articolo, sebbene sia scritto molto bene (come sempre), ho qualche dubbio. anche perchè bisogna sempre tenere ben presente con chi ci si mette a questionare; con la armeni, non perchè sia donna ma perchè è imbecille, non varrebbe la pena neanche di discutere su cosa si mangia a cena.
la signora armeni non si meritava una replica così ben fatta, anche perchè io, personalmente, prima di fare pubblicità, negativa o positiva, ad un soggetto come quella, mi sarei tagliato le palle. fossi stato travaglio, avrei affidato la replica al silenzio, tanto era ridicola la polemica sollevata dalla scribacchina "accucciata" sotto (ho detto sotto...sono uno squaqdrista maschilista e misogino) la scrivania dell'omone. e poi la armeni è davvero brutta...minkia se è brutta!!! voi non ci vedreste meglio una valletta bella e bona stile processo del lunedi, quasi del tutto incapace di articolare cinque parole consecutive? tanto più o meno avrebbe lo stesso peso della armeni e in più sarebbe piacevole da guardare... ;-) NO!!! è maschilismo allo stato puro!! meglio fare finta che ci sia una donna che partecipa in modo attivo ed intelligente, piuttosto che palesare, con una presenza CHIARAMENTE comprimaria, il dominio assoluto di ferrara all'interno del suo spazio televisivo.
potere alle donne
l'avete vista la armeni da vespa??? HAHAHAHA, sfoga le frustrazioni quotidiane subite a otto e mezzo...però, che parli poco o che parli tanto, sempre un mare di cazzate dice!
siamo due estimatrici di travaglio e vorremo esprimere anche noi un giudizio riguardo la sua lettera a colombo.Anche noi come lui siamo convinte del fatto che la armeni si faccia mettere i piedi in testa da ferrara che spesso e volentieri le ingiunge di "star zitta" o allunga una mano come se volesse dire "o taci o te meno!":Non è affatto squadrismo o maschilismo quello di travaglio anzi ha voluto dare uno schiaffo morale alla armeni e suggerirle di aprire gli occhi perchè "ferrara non perdona".Il regime mediatico al quale allude travaglio è purtroppo una realtà troppo nascosta e chi vuole rendere pubblica questa realtà viene automaticamente allontanato e reso invisibile perchè è il male assoluto, un "criminale,come Berlusconi ama chiamare mentre lui è il bene che vuole combattere l "Anticristo".Ci faccia il piacere sig. presidente e forza travaglio e la Vera informazione!