Ingrao a Rifondazione: torno a casa, se siete comunisti davvero...
«Si può dire che io torno a casa». Così Pietro Ingrao, uno dei leader storici del Pci, 90 anni da poco più di una settimana, saluta i compagni di Rifondazione comunista, partito al quale si è iscritto poco più di un mese fa. E ieri, nella sede di via del Policlinico, si è festeggiato in grande stile la consegna della tessera del Prc: abbracci, rose rosse, un ricco buffet, una raccolta integrale di più di 60 numeri della rivista uscita nei giorni della Comune di Parigi “Père Duchene” regalato da un sorridente Fausto Bertinotti: «È un onore annoverare Pietro Ingrao tra gli iscritti e ma fa anche impressione essere il segretario di un partito in cui è iscritto un uomo come lui», confessa Bertinotti. Ingrao pone subito una condizione: «Torno a casa se voi siete davvero comunisti. Perché se invece mi imbrogliate, allora non va bene». E poi, incalza il padrone di casa Bertinotti: «Caro Fausto, non ti aspettare un militante tranquillo. Sono stato educato ad essere brusco, rude, anche pesante, talvolta ingiusto». Spiega perché ha scelto di iscriversi: «Non solo per la vicinanza con le vostre idee, ma perché nella fase che stiamo vivendo credo che ci sia bisogno di un partito di militanti che abbia l'organizzazione, la disciplina e che sappia sviluppare la discussione, il confronto con il diritto al dissenso che non sempre c'è stato nel partito dove sono cresciuto».
Ingrao dice di essere rimasto colpito dal fatto che Berlusconi sia andato a “Ballarò”, «evidentemente sente che ha l'acqua alla gola», dice. E aggiunge: «Ma quando personaggi del genere hanno l'acqua alla gola, bisogna misurare bene il punto a cui è giunta la lotta». Il pensiero di Ingrao torna a quando, da ragazzo, sentiva parlare di «altri scontri». «Non vorrei che oggi...». Non conclude il pensiero ma avverte: «Questo è il punto in cui siamo arrivati, un punto in cui anche i 90enni - conclude riferendosi alla sua età - non possono più starsene sulla seggiola a casa: bisogna scendere per strada e stare insieme nella discussione e nella ricerca».
A salutarlo, con un pizzico di emozione, ci sono molti del partito; c'è il neo governatore della Puglia, Niki Vendola, al quale si rivolge così Ingrao: «Niki, ti ricordo da piccolo», e Vendola ammette: «Eh, sì, avevo otto anni...». Nella piccola folla ci sono anche i registi Citto Maselli e Mario Monicelli. Poi Ingrao visita la redazione di “Liberazione” e riceve gli abbracci di tutti. Il direttore del quotidiano Piero Sansonetti lo invita a partecipare ad una riunione di redazione nelle prossime settimane, «con libertà di intervento e di decisione», promette Sansonetti.
Parlando a margine dell’iniziativa nella sede del partito, Bertinotti torna sul risultato delle regionali: «Grazie al contributo di tutta l'Unione, compresi noi, è terminata l'era berlusconiana», spiega. «Siamo indispensabili nella coalizione sia per il numero di voti sia qualitativamente». Certo, «i risultati delle nostre liste sono stati meno brillanti del previsto, per un momento ci siamo distratti e ci siamo dimenticati che le elezioni locali mettono sempre in luce una sofferenza di Rifondazione». Ma, aggiunge, «il successo di Vendola è l'indicazione di quali potenzialità ci sono nella nostra politica, abbiamo posto le basi per un vero e proprio salto in vista delle elezioni