«Oggi non c'è nulla da festeggiare, personalmente non ho mai sentito questa festa del 2 giugno, ma chi dice di sentirla davvero avrebbe dovuto presentarsi con il segno di lutto al braccio, non soltanto per i nostri poveri caduti a Nassiriya, ma perchè un Parlamento, con il suo voto favorevole alla Costituzione europea, ha espropriato il diritto del popolo a potersi esprimere attraverso il referendum e, vilmente e surrettiziamente, ha ceduto la cosa più intangibile di un popolo: la sua sovranità». Parole di Roberto Calderoli, già vicepresidente del Senato, attuale ministo della Repubblica italiana per le Riforme istituzionali, insomma, uno che ha giurato varie volte fedeltà alla Repubblica e alla Costituzione. Roba da far diventare simpatica perfino la parata militare.Mah, io spezzerei una lancia a favore del dentista padano (e pregherei di non assegnargli stavolta l'ambito premio omonimo): il fatto che Calderoli non "senta" la festa della repubblica è relativam. trascurabile (oltre che prevedibile). E non mi sembra comunque che le sue parole indichino critiche nei confronti della Repubblica (italiana): piuttosto criticano il parlamento, per un preciso fatto di attualità: l'approvazione della costituzione europea senza passare per un referendum popolare. Le parole di Calderoli mi sembrano una parafrasi di queste altre:
"Perdonatemi, non posso trattenere il mio entusiasmo. Con una partecipazione al voto del tutto imprevista, i cittadini francesi hanno espresso un NO secco e corale alla Costituzione europea. Il fatto è che, di fronte a un referendum, hanno potuto conoscere qual era la posta in gioco. Cosa che non è avvenuta in altri paesi, come l'Italia, in cui parlamenti riempiti da una classe politica dedita all'autoperpetuazione hanno votato a larga maggioranza un documento di cui non si sapeva nulla"
che però non sono di un leghista, ma di Valero Evangelisti:
http://www.carmillaonline.com/archives/2005/05/001393.html#001393
(di cui consiglio la lettura)
Saluti,
Carlo
Pardon, mi accorgo ora che il Premio non c'entra (sai, riflessi condizionati:-). Va be', buttiamola in "politiche"!
Saluti
Carlo