«Nel rispetto dovuto alla legge e dopo aver esaminato i particolari del caso ho deciso di respingere la domanda di grazia. I crimini di cui si è macchiato sono i più pericolosi, perché rappresentano un attacco al cuore del sistema giudiziario. Il fatto che siano trascorsi 23 anni dal momento della sentenza non può esonerare Allen dalla punizione che la giuria ha stabilito con regolare verdetto». Con queste parole, il terminatore della California ha deciso che Clarence Ray Allen, indiano d'America della tribù Choctaw, cieco, diabetico, cardiopatico, costretto su una sedia a rotelle, da 23 anni in galera, venga finalmente ammazzato a sangue freddo, in nome della "giustizia". Il serial kille ipertrofico uccide ancora, pubblicamente, ma nessuno - in questa folle "civiltà" occidentale - lo arresta.Beh, viste le condizioni di Allen, qualche neocone potrebbe sempre dire che l'esecuzione in realtà è stata un atto di pietà...
Qualcuno in vena di umorismo macabro ha detto che viste le condizioni bastava avere un pò di pazienza. Ritengo che sia un atto di barbarie, al di là delle condizioni fisiche di quest'uomo, il fatto che la nazione che vuole essere la guida del mondo ricorra a questo mezzo di vendetta ignobile come la pensa di morte. Ma non dimentichiamo comunque che al suo stesso interno gli Usa sono una nazione violenta. La cronaca di questi ultimi giorni è piena di atti violenti causati solo dalla enorme diffusione delle armi.
Quindi, se tanto mi dà tanto, la situazione generale non può essere tranquilla.
La barbarie di stato made in USA ha colpito nuovamente.
Al di là del crimine orrendo rappresentato in sé e per sé dalla pena di morte, il dato che in particolare mi sconvolge maggiormente è rappresentato dall'enorme distanza temporale (un quarto di secolo!) tra il momento della condanna e quello dell'esecuzione.
E' un sistema diabolico, di un'atrocità bestiale!