La storia corre dal 1962 al 2001. Due poliziotti, David Montorsi e Guido Lopez, si occupano, a distanza di quaranta anni, degli omicidi di due bambini. Le indagini saranno all'origine di una serie di scoperte che porteranno alla ricostruzione di un “complotto” nel quale troveranno la loro collocazione anche le sorti di Enrico Mattei e di Kissinger.
Su tutto questo campeggia il nome di Ismahel. Entità oscura che domina una “setta” ben infiltrata nel tessuto politico e sociale e che conduce, attraverso una ritualità fatta di orge sadomaso, omicidi e segnali precisi, un disegno antieuropeista (Nel caso dei sacrifici di Ishmael si propende per l'ipotesi che il bambino ucciso, fatto ritrovare in occasione di un attentato, simboleggi la morte dell'Europa che cerca di nascere). Secondo me Genna è un ottimo scrittore. Deve seguire le sue visioni, la sua "illuminazione profana" e non la pretesa di fare lo scrittore in senso tradizionale. Consiglio a ogni milanese sui trent'anni e più la lettura del recente, breve ma molto intelligente e visionario "L'anno luce".
Su Autet (alberto scusa per lo spam) lo abbiamo intervistato qualche tempo fa e ne è nata un'intervista delirante pensata insieme a lui, in una deriva onirico-esistenziale senza né capo né coda.
Per chi fosse interessato rimando il link:
http://www.autet.it/index.php?option=com_content&task=view&id=93&Itemid=50
Ciao, ho letto poco tempo fa Catrame che mi è piaciuto ma mi aspetto qualcosa di più da
Nel nome di Ishamel.
Ho conosciuto Giuseppe Genna qualche mese fa e in quell'occasione ha avuto di esporre le proprie idee sulla letteratura (allora si era parlato di Grande madre rossa e della sua "svolta").
E' un personaggio interessante, che dimostra di conoscere bene la realtà e la storia di Milano.
Vi segnalo www.miserabili.com che sarebbe poi il sito di Giuseppe.
Ciao
Non è corretto, a mio parere, fare una recensione prima di aver concluso la lettura di un libro ma, pur essendo alle ultime pagine nelle quali si svelerà il segreto di Ismahel, non posso esimermi da dare un voto ottimo a questo romanzo, quale che sia la fine a sorpresa. Il parallelismo tra le due strorie, la prima nel 62, e la seconda nel 2001, rende originale la storia senza perdere di suspence. Meritevole di trasposizione cinematografica. Sto procrastinando le pagini finali per rendere più gustosa il finale attesissimo e rivelatore (spero)