I neofascionazi che avevano tentato di portare a Bologna il sudiciume con cui hanno imbrattato Milano, dopo il veto di Sergio Cofferati, si sono ridotti a una sala d'albergo, dove si ritroveranno oggi a raccontarsi tra loro com'era bello quando c'era "lui". Ognuno si consola come può. Ovviamente Luca Romagnoli ha fatto la sua parte, spedendo una lettera a Cofferati in cui chiede un incontro per «discutere della vicenda relativa al democratico diritto del Movimento sociale di manifestare in piazza». La gelida la risposta del sindaco dimostra che il Cinese - sotto sotto - è sempre lui: «Si tratta di un diritti regolato dalle leggi dello Stato. L’applicazione di queste leggi non può essere oggetto di discussione, ma di attuazione». Come dire: coi fascisti non c’è niente da discutere. Esempio di democrazia di cofferati nella mia città,oltre al non bere in centro e altre stronzate sui generis.Per giunta la sua risposta non significa niente:lui non attua le leggi dello stato e visto che i partiti di cui sopra sono riconosicuti dallo stato,lui non dà atto alla democrazia di potersi manifestare.
Intanto il suo collega di Pavia,dei DS,si è dimostrato molto più democratico,lasciando sfilare la Fiamma Tricolore...
"democratico" e "sfilare la fiamma tricolore" sono due concetti non abbinabili.
Cofferati è un grande, un sindaco deve avere il coraggio di fare delle scelte, piacciano o no, e a me, piacciono sempre di più
Dunque,secondo voi,il sindaco di Pavia,che pure è DS,ha sbagliato
te la cavi con i sillogismi eh!