Mancano i consiglieri: giunta bocciata su San Siro
Non passano le delibere già approvate. Stop anche all'urbanistica e al piano trasporti
di Maurizio Giannattasio
Non c'è stato neanche il tempo per i saluti. L'ultimo Consiglio comunale dell'era Albertini si chiude nella maniera peggiore possibile. La maggioranza non riesce a garantire il numero legale neanche in seconda convocazione (sarebbero stati sufficienti 20 consiglieri) e l'opposizione esce dall'aula. Stop. Fine dei giochi. Le delibere d'urbanistica e soprattutto la vendita dello stadio di San Siro a Milan e Inter passa alla nuova amministrazione. Sarà il nuovo sindaco a decidere cosa fare.
Tutto si consuma nel giro di pochi minuti. Il tempo di fare l'appello. Manca tutta Alleanza nazionale, manca un terzo di Forza Italia. In compenso c'è la Lega al completo e c'è anche il sindaco Gabriele Albertini. Ci si attendevano scintille. L'opposizione all'attacco contro la decisione della maggioranza di portare in aula delibere importanti a quindici giorni dalle elezioni. L'intervento del prefetto. Invece non c'è stato bisogno di nulla. È stato sufficiente l'appello per rimandare tutti a casa e lasciare alle spalle una scia di polemiche infinite all'interno della stessa Cdl.
«Si chiude qua — conferma il presidente del Consiglio comunale, Vincenzo Giudice —. Non si faranno altri consigli comunali da qui alle elezioni a meno che Milano non sprofondi nella falda. Abbiamo perso un'occasione per continuare a fare il bene della città». Di parere opposto la consigliera ds Marilena Adamo, la prima a protestare contro la proliferazione di delibere sul filo di lana delle elezioni: «Il centrodestra a Palazzo Marino non c'è già più. È la conclusione farsesca di nove anni di gestione Albertini-De Corato. Prima sfida la legge e la città continuando ad assumere provvedimenti elettorali a 15 giorni dal voto per coprire ritardi pluriennali, poi non si presenta in aula». Ribatte il capogruppo di Forza Italia, Manfredi Palmeri, che non manca di dare una bacchettata ai tanti assenti: «C'è stato scarso senso di responsabilità da parte dei consiglieri di maggioranza assenti che avevano il dovere e l'interesse politico ad approvare le delibere di urbanistica, ma anche i consiglieri di opposizione per l'ennesima volta non sono entrati in aula mettendo in pratica il motto "tanto peggio tanto meglio"». Si difende il capogruppo di An, Stefano Di Martino: «C'è stato un cambio di orario e molti di noi non lo sapevano. Ero fuori Milano e mi sono presentato a Palazzo Marino alle 16.30. Così come Carla De Albertis. Non siamo stati avvertiti. Il Consiglio era stato spostato alle 15.30. Non c'è nulla di voluto. Vuol dire che i nuovi eletti porteranno avanti le vecchie delibere».
Il sindaco Gabriele Albertini trova il modo di ironizzare: «Dispiace soprattutto per la delibera su San Siro. Spero in un ravvedimento operoso del Consiglio in questi giorni, ma sinceramente mi pare molto improbabile. E anche una mia eventuale lettera di dimissioni ora sarebbe del tutto inefficace. Anzi, magari qualcuno stapperebbe anche una bottiglia di champagne».
bastaaaaaaaaaaaaa destra cialtrona! ora noto un po' di aria nuova, perché roba per cui per secoli dovevo solo urlare e se bastava - robe dove si tratta poi di non farsi trattare da coglioni sul lavoro, mica pretese assurde - adesso mi richiede solo un po' di rotture di coglioni (quasi eroiche secondo i miei amici, ma non è la stessa cosa di incazzarsi brutalmente, un po' è meglio e meno faticoso e poi non sono io che mi stupisco ma casomai altri). però purtroppo di aria viziata questi idioti ne han lasciata tanta, e non hanno ancora perso Milano.
Carolina
Per fortuna, quando mi sento deluso e scoraggiato per le insufficienze del centrosinistra, questi buffoni riescono subito a caricarmi di nuovo di entusiasmo per il cambiamento!