Bruno ha deciso: resta tra noi

Bruno Ferrante non guiderà l'opposizione a Milano, ma resta a lavorare per la città, perché gli anni di governo del centrodestra si fermino a 20. Mentre le forze politiche si accapigliano, lanciandosi accuse reciproche (e lanciandole al candidato, accusato alternativamente di essere troppo di destra, troppo di centro o troppo di sinistra) per tentare di salvare le proprie poltrone (atroce a questo proposito la pagina 6 di Corsera di oggi, che non riportiamo per comprensibili ragioni di decenza, con rocchi e fanzaghi a darsele di santa ragione), Bruno Ferrante si solleva dal polverone e si avvia a ricoprire il ruolo più alto,
auspicato da tanti suoi elettori. L'ex prefetto resterà in consiglio per coordinare la costruzione di un'alternativa vera e credibile al centrodestra, seria, coesa, che ruoti attorno a persone serie e sinceramente motivate. E' una buona notizia, perché i giorni post elettorali, in cui la politica locale ha detto tutto e il contrario di tutto, tranne l'unica cosa ovvia (
«non sono stato all'altezza e non lo potrò mai essere, ecco le mie dimissioni»), hanno aggiunto amaro in bocca all'elettore, cornuto e mazziato. Bettina Soglio su Corsera.
da Corsera del 4 giugno 2006
Ferrante: costruirò un'alternativa al Polo
di Elisabetta Soglio
In consiglio sì. Ma non a guidare l'opposizione. Bruno Ferrante ha in mente un progetto più ampio per il suo futuro politico: «Creare un'alternativa al centrodestra», come spiegano i suoi collaboratori. Il candidato sindaco dell'Unione, per ora, non commenta: si è preso qualche giorno di riflessione dopo aver lamentato lo scarso sostegno dei partiti in campagna elettorale ed essersi sentito nelle ultime ore con i leader nazionali del centrosinistra.
Riflessioni e chiacchierate che hanno già delineato un percorso di lavoro. L'operazione verrà messa a punto durante una riunione (domani) fissata dall'ex prefetto con i candidati e gli eletti della sua lista: ma già ci sono un paio di caposaldi. Ferrante deve diventare il punto di riferimento nazionale del centrosinistra definendo un progetto politico dentro, ma soprattutto fuori dall'aula consiliare, tenendo rapporti con le forze sociali, economiche e culturali della città, ma anche con il Governo e con i leader nazionali dei partiti. E lavorando con tutte le persone che si sono affacciate per la prima volta alla politica. Giovani, soprattutto, che dal 28 aprile (il giorno della prima riunione) ad oggi, si sono riunite intorno alla lista e hanno messo a disposizione entusiasmo ed energie portando quattro eletti a Palazzo Marino e una trentina di consiglieri sparsi nelle varie zone del decentramento.
Ferrante e i suoi stanno riguardando, in queste ore, i dati delle amministrative: la Lista Ferrante è il quarto partito in città e in centro è addirittura secondo soltanto a Forza Italia. E proprio il risultato ottenuto nel centro storico, secondo i collaboratori di Ferrante, sarebbe la dimostrazione del fatto che l'ex prefetto è riuscito ad intercettare parte dei voti della borghesia moderata, nonostante qualche esponente di partito abbia sostenuto il contrario. Da tutto ciò l'idea, concordata con i leader nazionali, di giocare una partita più impegnativa, lasciando che dell'ordinaria amministrazione e dell'opposizione quotidiana in aula si occupino i partiti.
Altro caposaldo è la volontà di mantenere simbolo e nome della lista, almeno in una fase iniziale: Ferrante e i suoi non sono, per ora, intenzionati a confluire nel gruppone dell'Ulivo, come auspicato dal segretario cittadino ds Pierfrancesco Majorino, che si è direttamente appellato agli eletti della squadra del candidato sindaco. Il progetto, peraltro, sta facendo discutere il centrosinistra, diviso sull'opportunità o meno di stare tutti uniti dovendo affrontare, come primo scoglio, la scelta di chi indicare come capogruppo.
«Il primo passaggio — sottolinea Carlo Montalbetti, eletto nella Lista Ferrante — è costituire una squadra forte in grado di dare un contributo. Circa il 50 per cento degli eletti nelle zone fa riferimento ai comitati di quartiere: dobbiamo tenere attivi questi canali con la città. La nostra sarà un'opposizione basata sulla lealtà civica, non ideologica. Saremo inflessibili con la giunta, ma attenti anche a capire se ci saranno proposte positive».
04.06.06 09:32 - sezione
milano