Riforma da buttare
di Furio Colombo
Sì, la “Riforma della Costituzione” è tutta da buttare. Lo dico per rispondere a persone di buona volontà che pensano, mitigando il giudizio sulla Bossi-Berlusconi, di rendere meno difficili i rapporti con l’opposizione. Ma è un’opposizione insultante che si indigna solo per le intercettazioni del loro mondo illegale e immorale, minaccia i Giudici ma non mostra la minima intenzione di cambiar vita. Esige solo di non essere colta con le mani nel sacco quando umilia la ragazzina della Rai, trucca le slot machines, e si accaparra i finanziamenti per le sue cliniche.
Come molte delle cose fatte dalla Casa delle Libertà, la “Riforma” è tutta da buttare perché è illegale: cambia la forma di governo che la Costituzione vieta di cambiare.
La “Riforma” è tutta da buttare perché pone fine al sistema sanitario nazionale, istituisce sistemi regionali e con risorse immensamente disuguali, dunque frantuma e nega l'uguaglianza dei cittadini.
La “Riforma” è tutta da buttare perché istituisce polizie regionali senza codici o leggi o giudici o funzioni di riferimento. Dunque, bande armate a disposizione di chi, di volta in volta, controlla le regioni senza alcuna indicazione possibile di uso che non sia politico. Le polizie regionali saranno fatalmente un corpo di migliaia di uomini, mezzi e impianti moltiplicati per ogni Regione, moltiplicati per anni, con un aumento di spesa che si mangerà fin dai primi mesi tutto l’eventuale risparmio del tanto vantato (piccolissimo) taglio di parlamentari (solo 200 su mille).
La “Riforma” è tutta da buttare perché il boss di questa riforma è l’uomo che ha intimato agli italiani di gettare il Tricolore nel cesso. E che minaccia azioni di rivolta in caso di sconfitta.
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Mi dispiace di avere letto sui giornali del 23 giugno una frase di Prodi che vorrei non fosse stata mai pronunciata: «votare No, e dopo ridurremo i parlamentari a 400» (Corriere della Sera); «vince il No e poi tagliamo i parlamentari» (La Stampa); « se vince il No taglieremo i parlamentari» (La Repubblica).
Mi dispiace, perché questa frase dalla intenzione benevola rischia di scivolare in due equivoci.
Il primo, che vi sia qualcosa di buono e di salvabile nella Riforma Costituzionale Bossi-Berlusconi. Ricordiamo che è il frutto sgrammaticato e pericoloso di un patto segreto fra i due, depositato da un notaio, sconosciuto agli italiani e - con stile più tipico di un thriller di malavita, che di due statisti democratici e responsabili - sigillate da un giuramento sulla testa dei figli. Erano i tempi, non dimentichiamo, in cui La Padania giornale allora diretto da Bossi, pubblicava ogni giorno dettagliate accuse di mafia a Berlusconi. Quelle accuse sono immediatamente cessate dopo il patto. E dopo il patto è iniziato il lavoro dei “quattro di Lorenzago” (il team più squalificato nella storia pur non brillante delle riforme italiane) e poi il voto blindato dei protagonisti e complici della Casa delle Libertà.
Il secondo equivoco è l’impressione che la “Riforma” Bossi-Berlusconi sia, certo, da respingere per ragioni di merito. Ma, come in tutte le cose di questo mondo, c’è chi è d’accordo e chi no, intorno a un documento che però è rispettabile.
Sentite che cosa dicono di questo documento Gustavo Zagrebelsky, Andrea Manzella, Francesco Paolo Casavola (la Repubblica, 23 giugno): «il pacchetto di modifiche costituzionali della Casa delle Libertà rischia di minare il funzionamento delle Istituzioni. La riforma del Polo, passata con la formula della revisione costituzionale prevista dall’art. 138 della stessa Carta, è illegittima.
Il testo da loro approvato (e ora proposto al SI o al NO dei cittadini) mira a cambiare la forma di Stato e di Governo, ma così facendo viola l’art. 139 della stessa Costituzione che recita: “la forma Repubblicana non può essere oggetto di revisione costituzionale”. Passare dal Governo parlamentare al premierato che non ha contrappesi né nel Presidente della Repubblica né nel Parlamento non si può con revisione costituzionale perché la Costituzione lo vieta».
Sentite che cosa ha detto, appena due giorni fa, l’ex Presidente Ciampi: «il premierato forte significa l’uscita dal principio delle democrazie costituzionali, secondo cui ogni potere è bilanciato da un altro potere. Il disegno pseudo-riformatore mira solo a scambiare per Costituzione una autorizzazione a governare per interessi congiunturali o particolari».
Aggiunge: «quel testo non è mai passato al Quirinale. È stato pubblicato direttamente sulla Gazzetta Ufficiale. Se fosse passato sulla mia scrivania non avrei esitato ad opporre il mio No alla promulgazione dello ennesimo strappo voluto dal Centrodestra, dopo la Gasparri sulle Tv, la Castelli sulla Giustizia e la Cirielli sulla prescrizione» (intervista di Massimo Giannini, La Repubblica, 23 giugno).
Ricordate quanto ha detto e ripetuto il Presidente Napolitano fin dal primo giorno della sua elezione: «la Costituzione così come è stata formulata, approvata e promulgata dai padri costituenti è il nostro solo punto di riferimento, di dettato giuridico e di ispirazione morale». Dobbiamo dunque confrontare le parole più alte e competenti della scienza giuridica del Paese (tutti i costituzionalisti italiani, quasi senza eccezione) e le voci che rappresentano e hanno rappresentato la Repubblica (Francesco Cossiga, Oscar Luigi Scalfaro, Carlo Azeglio Ciampi, Giorgio Napolitano) con le voci di Calderoli, di Bossi, di Berlusconi, ovvero di coloro che per cinque anni si sono associati nelle peggiori iniziative per diffamare l’Italia nel mondo, degradare l’immagine del Paese, gettando nel frattempo la nostra economia in un precipizio dal quale - senza di loro - ci salveremo, ma da cui non abbiamo ancora ricominciato a risalire.
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È clamorosamente evidente che non abbiamo nulla da spartire con chi ha violato e manomesso con tanto accanimento le leggi esistenti, con chi ha vandalizzato la Costituzione, per rispondere agli interessi aziendali e giudiziari di Silvio Berlusconi, al ricatto leghista di Bossi, al bisogno dei post-fascisti di liberarsi della memoria antifascista e resistenziale rappresentata in modo chiarissimo, e non solo simbolico, dalla Costituzione Repubblicana articolo per articolo.
I “quattro di Lorenzago” privi di competenza ma anche di un minimo di cognizione del livello alto, coerente, omogeneo e limpido della Costituzione italiana, si sono buttati a decidere che il Governo sarebbe stato tutto nelle mani del Primo Ministro, con i ministri tenuti come ostaggi e il Parlamento succube; che la scuola italiana si doveva spezzare in tante scuolette locali, ciascuna con i suoi testi, i suoi dialetti e il suo modo di studiare non più la storia del Paese e del mondo, ma la storia riscritta da qualcuno del posto per far contento il gerarca locale di riferimento. In un’altra parte del disastroso testo malamente riscritto hanno deciso che l’Italia, già tormentata dal malaffare della sanità, diventava tutta sanità locale, esposta più che mai al malaffare; e, ancora, che il Presidente della Repubblica non doveva contare nulla, neanche come simbolo e dunque o si piegava a fare da portavoce della maggioranza o c’era la libertà d’insulto (una mancanza di cui Berlusconi e i suoi hanno patito molto ai tempi di Ciampi).
Per capire il sommo livello di incompetenza dei “quattro di Lorenzago”, basti fare riferimento all’articolo 70 della Costituzione, quello della Carta del 1948 e quella dei dipendenti della impresa di demolizioni Bossi-Berlusconi.
Ecco l’art. 70 della nostra Costituzione che vogliamo e dobbiamo salvare: «L’attività legislativa è svolta dal Parlamento italiano, che si compone di Camera e Senato».
Leggete ora il testo scritto in quella triste vacanza di montagna da quattro persone del tutto ignare della materia trattata e, come si vede, anche privi di controllo della lingua italiana: «La Camera dei deputati esamina i disegni di legge concernenti le materie di cui all’articolo 117, secondo comma, fatto salvo quanto previsto dal terzo comma del presente articolo. Dopo l’approvazione da parte della Camera, a tali disegni di legge il Senato federale della Repubblica, entro trenta giorni, può proporre modifiche, sulle quali la Camera decide in via definitiva. I termini sono ridotti alla metà per i disegni di legge di conversione dei decreti-legge.
Il Senato federale della Repubblica esamina i disegni di legge concernenti la determinazione dei princìpi fondamentali nelle materie di cui all’articolo 117, terzo comma, fatto salvo quanto previsto dal terzo comma del presente articolo. Dopo l’approvazione da parte del Senato, a tali disegni di legge la Camera dei deputati, entro trenta giorni, può proporre modifiche, sulle quali il Senato decide in via definitiva. I termini sono ridotti alla metà per i disegni di legge di conversione dei decreti-legge.
La funzione legislativa dello Stato è esercitata collettivamente dalle due Camere per l’esame dei disegni di legge concernenti le materie di cui all’articolo 117, secondo comma, lettere m) e p), e 119, l'esercizio delle funzioni di cui all'articolo 120, secondo comma, il sistema di elezione della Camera dei deputati e per il Senato federale della Repubblica, nonché nei casi in cui la Costituzione rinvia espressamente alla legge dello Stato o alla legge della Repubblica, di cui agli articoli 117, commi quinto e nono, 118, commi secondo e quinto, 122, primo comma, 125, 132, secondo comma, e 133, secondo comma. Se un disegno di legge non è approvato dalle due Camere nel medesimo testo i Presidenti delle due Camere possono convocare, d'intesa tra di loro, una commissione, composta da trenta deputati e da trenta senatori, secondo il criterio di proporzionalità rispetto alla composizione delle due Camere, incaricata di proporre un testo unificato da sottoporre al voto finale delle due Assemblee. I Presidenti delle Camere stabiliscono i termini per l'elaborazione del testo e per le votazioni delle due Assemblee.
Qualora il Governo ritenga che proprie modifiche a un disegno di legge, sottoposto all’esame del Senato federale della Repubblica ai sensi del secondo comma, siano essenziali per l'attuazione del suo programma approvato dalla Camera dei deputati, ovvero per la tutela delle finalità di cui all'articolo 120, secondo comma, il Presidente della Repubblica, verificati i presupposti costituzionali, può autorizzare il Primo ministro ad esporne le motivazioni al Senato, che decide entro trenta giorni. Se tali modifiche non sono accolte dal Senato, il disegno di legge è trasmesso alla Camera che decide in via definitiva a maggioranza assoluta dei suoi componenti sulle modifiche proposte.
L’autorizzazione da parte del Presidente della Repubblica di cui al quarto comma può avere ad oggetto esclusivamente le modifiche proposte dal Governo ed approvate dalla Camera dei deputati ai sensi del secondo periodo del secondo comma.
I Presidenti del Senato federale della Repubblica e della Camera dei deputati, d’intesa tra di loro, decidono le eventuali questioni di competenza tra le due Camere, sollevate secondo le norme dei rispettivi regolamenti, in ordine all’esercizio della funzione legislativa. I Presidenti possono deferire la decisione ad un comitato paritetico, composto da quattro deputati e da quattro senatori, designati dai rispettivi Presidenti. La decisione dei Presidenti o del comitato non è sindacabile in alcuna sede. I Presidenti delle Camere, d’intesa tra di loro, su proposta del comitato, stabiliscono sulla base di norme previste dai rispettivi regolamenti i criteri generali secondo i quali un disegno di legge non può contenere disposizioni relative a materie per cui si dovrebbero applicare procedimenti diversi».
Il lettore deve sapere che quanto scritto in questo articolo - che usa novecento oscure parole incoerenti per sostituire quattordici chiarissime parole del testo votato nel 1948 - è tutto vero, anche se la Rai ce lo ha tenuto accuratamente nascosto in ogni scheda o programma dedicato al referendum.
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È evidente che la “Riforma Costituzionale” commissionata per ragioni non nobili da Bossi-Berlusconi (uno voleva potere vasto e vendetta sui Giudici, l’altro voleva la secessione, ma con potenti complicità nel Sud (vedi Totò Cuffaro) capaci di far tacere o di soggiogare il legittimo rigetto dei cittadini) non riguarda gli italiani in alcun punto o dettaglio perché si muove tutta nella logica di un ricatto reciproco che discende dal patto segreto Bossi-Berlusconi con atto del notaio e giuramento sulla testa dei figli.
Ogni riferimento a eventuali punti di vera riforma che potrebbero essere discusse insieme da un vero Parlamento, senza ricatti e senza colpi di maggioranza, è puramente casuale.
Perciò occorre, tenere nettamente separati i due percorsi.
Uno è dire No pieno, deciso, definitivo, all’umiliante “trattato di Lorenzago”, anche allo scopo di espellerlo dai nostri libri di storia (in quelli di diritto costituzionale non sarebbe entrato mai). L’altro è quello di proseguire nel lungo lavoro (che, come nelle grandi cattedrali non finisce mai) di manutenzione di quel documento fondante della democrazia italiana che è la nostra Costituzione. Quel che dobbiamo fare, andando a votare NO oggi e domani, è di impedire che la nostra Carta Costituzionale sia manomessa da chi ha intimato di gettare il Tricolore nel cesso. Altrimenti quella intimazione continuerebbe a pesare su un’Italia degradata.
dal sito di Repubblica
15:01 Intention poll SkyTg24, No al 52%
Secondo gli intention realizzati dall'Istituto Piepoli per SkyTg24, il 52% degli italiani avrebbe bocciato le modifiche apportate alla parte II della Costituzione. Il 48% dei votanti si sarebbe invece espresso a favore della riforma. Il sondaggio, telefonico, è stato realizzato dal 22 al 25 giugno 2006, su un campione di 2200 casi, rappresentativo degli elettori italiani maschi e femmine dai 18 anni in su, segmentato per sesso, età, grandi ripartizioni geografiche e ampiezza centri, prorzionalmente all'universo dell'elettore italiano.
mmm exit poll deludenti. ci sarà da soffrire pure stavolta. porcaccia la miseria!
Proiezioni Istituto Piepoli per SKY tg24
NO 55%
SI' 45%
i primi dati reali sembrano rassicuranti.
in lombardia plebiscito per il sì, in toscana ed emilia romagna per il no.
ma anche in sicilia sembra stravincere il no.
comunque, aspettiamo.
il plebiscito per il sì in lombardia è comunque una sconfitta....
vuol dire che in questa regione non c'è identità nazionale e davvero si percepisce il resto del paese come un peso inutile....
e mi dispiace perchè alla fine i peggio leghisti sono proprio quelli emigrati qua dal sud come me....
azzzarola...
ogni volta che si va alle urne la stessa storia...
il patema sino alla fine...
e ieri..., ne ho sentita un sacco di gente che avrebbe sicuramente votato SI...
il bello erano le motivazioni..., dai discorsi si capiva che la maggior parte segue le reti mediaset e dai loro spot si è fatta abbindolare...
il numero dei deputati... e il non darla vinta ai comunisti...
altro che domandarsi come sia possibile che un sacco di gente voti FI...
basta dire delle cose a vanvera e certi personaggi subito che ti seguono a ruota...(sic..!!)
incrociamo le dita...
ragazz*, il dato secondo me felicissimo, almeno per ora, è la vittoria del no in veneto, valle d'aosta e liguria. Vuol dire che tantissima gente di destra a votato NO (soprattutto in veneto!). toticchiamoci
Però Laciliegina in una delle regioni più leghiste ed indipendetiste d'Italia, ovvero il Veneto i primi spogli danno in testa il NO, questa sarebbe davvero una mazzata incredibile per quelli della lega nord che non potrebbero più appellarsi al Nord-est produttivo.
Io spero che il risultato rimanga questo.
Secondo me invece in Lombardia a pesare di più è l'influenza di Berlusconi, il suo potere ed il fatto che sia Lombardo.
Teniamo presente però che le sezioni scrutinate sono ancora pochissime.
già... è proprio questo che mi preoccupa...!!!
Secondo me è un buon risultato (se è queso il risultato; piepoli docet).
Bisogna spazzare via il federalismo e le visioni etnico-tribali. In futuro sostituire la costituzione con quella europea.
siamo sul 10% per ora. comunque il dato dell'affluenza rimane semplicemente triste. Voglio dire, questo referendum, a mio parere, è piu' importante delle stesse elezioni politiche, perche' tocca qualcosa che e' al di sopra del singolo governo. Sarei stato disposto ad accettare qualunque verdetto, se fosse andata a votare una fetta significativa dell'elettorato. Messa come è ora, qualunque sia il risultato, il primo messaggio e' che della costituzione non gliene frega un piffero a nessuno
beh, sì se in veneto vincesse il No sarebbe chiaro che la lombardia risente prevalentemente dell'influenza di berluscono e che la lega deve un attimo togliere il disturbo....
ma una mazzulata in lombardia potevo togliere loro ogni speranza...
Vabbè incrociamo le dita fino alla fine...
MI SA CHE HO FATTO CASINO CON I VERBI...
In futuro sostituire la costituzione con quella europea.
ancora da scrivere, visto che quella che intendono come costituzione fa assolutamente schifo, pena e compassione.
E Bondi sta già parlando di brogli.
«Sarebbero già state riscontrate le prime gravissime irregolarità, nelle operazioni preliminari allo spoglio in corso nel seggio speciale di Castelnuovo di Porto riservato ai voti degli italiani residenti all'estero», ha denunciato il coordinatore nazionale di Forza Italia Sandro Bondi.
Perchè risentiva delle resistenze degli stati nazionali.
una cosa di cui godere...
anche se il No vicesse con pochi voti di diffrenza..., Bossi migrerebbe in Svizzera...
riincrociamo le dita...!!!
Bondi e in generale i forzisti non si rendono conto che a forza di usare questi termini, li hanno annacquati. Immaginatevi se ad un certo punto ci fossero davvero dei brogli... chi li ascolterebbe? La vecchia storia di al lupo al lupo...
Forse la verità è vetero-comunista...
Per la cronaca, il si ha superato il no in veneto, e lo sta staccando di qualche punto...
Mario, i temi proposti dal referendum costituzionale non erano di facile assimilazione, hanno chiesto agli italiani un giudizio sulla modifica di 53 articoli della costituzione quando verosimilmente non conoscono neanche i vecchi e molti hanno preferito non farsi venire mal di testa.
Berja, in realtà quella Europea è stata fatta passare come "costituzione" ma è molto più verosimilmente un trattato, solamente un po più complesso di quello di Mastricht o Schengen.
terza proiezione nexus-rai NO al 60.5%
però!
in veneto vinceva il NO perchè erano arrivati per primi i risultati dalle sezioni di Venezia. Ora è in testa il sì e il vantaggio andrà dilatandosi.
comunque, complessivamente, il vantaggio è rassicurante, le proiezioni danno 60-40. dovesse anche finire 55-45 sarebbe una batosta per la cdl.
Salvatore, detta così la fai come una questione di cultura dell'italiano medio. Conosco un sacco di gente con la terza media a cui qualcosa fregava, e che si sono "spaccati la testa" come dicevi tu per cercare di capire cosa c'è in questa riforma. E' solo una questione di avere voglia.
Abbiamo un sacco di volontari per le guerre in giro per il mondo, ma non riusciamo a far attraversare la strada alle stesse persone per andare a votare. Questo è quanto, deprimente.
In compenso friuli al 52% con 20% di sezioni, valle d'aosta al 63% con 100 sezioni su 149!!!!!!!!!
GIOIA,GIOIA,GIOIA ALLO STATO PURO
amrio hai ragione io ho incontrato tante vecchiette al mercato che esprimevano il disagio di sentirsi prese in giro da tutti, che volevano capire l'importanza di questo referendum....
comunque per l'affluenza non sarei così negativa....
anche secondo me questo referendum è più importante delle politiche perchè dovesse vincere il SI' vivremmo in un Paese del tutto diverso... ma davvero la gente non ne può più di andare al seggio...
insomma ci sono delle persone che negli ultimi due mesi e mezzo hanno votato 4 volte! non ha senso....
Scusate, ma le schede nulle/bianche sono state sotto l'1%??? Strano, avrei detto che ce ne sarebbero state tante...
Mario, più che una questione di cultura è una questione di volontà, come dici tu, infatti c'è chi ha voluto informarsi e ci teneva a votare (tra cui tanti anziani con istruzione bassa), altri invece hanno preferito lavarsene le mani e lasciare al destino la scelta, purtroppo è così, c'è poco da fare.
Altri purtroppo desideravano informarsi ma non sapevano come, perché rimanevano confusi dai dibattiti televisivi e magari nel contempo non sono persone che leggono.
Un mio anziano zio ha vissuto quasi con sofferenza fisica la sua scelta, io ho cercato di spiegargli la questione nel modo più semplice possibile e penso di averlo convinto e rasserenato nel contempo.
Sono sempre convinto che l'azione del singolo (di cui magari si ha fiducia) a volte sortisca un effetto migliore di tante campagna roboanti.
Comunque la questione lombardia a questo punto si fa imbarazzante,e a me le cose non quadrano:
O siete delle teste di cazzo inarrivabili (e forse il Barbarossa se ne era reso conto) oppure a fronte
di una genetica e salutare propensione all'iniziativa economica contrapponete una povertà di spirito e di valori sociali che fa comunque di voi delle teste di cazzo inarrivabili
E' ora anche di cominciare a dire le cose come stanno!e che cazzo!
Terroni di qua Terroni di là ma qui i veri trogloditi siete voi,e senza scusanti!
E prima bettino e poi bossi e poi sto cancro di berlusconi ...
Voi pagherete parte della spesa sanitaria nazionale ma noi paghiamo la vostra dubbia moralità ...(i compagni lombardi sono esclusi)
Quarta proiezione
Nexus-Rai: No 61% Si 39%.
Piepoli: No 61,5% Si 38,5%.
Valle D'Aosta sicura: 64% NO con 130 sezioni su 149
E UNA!
Sandro, i risultati di Lombardia e Veneto sono il frutto di anni ed anni di informazione contorta, di luoghi comuni amplificati dai mezzi d'informazione.
Esiste in un grossa percentuale di Veneti e Lombardi una decisa convinzione di superiorità rispetto al resto d'Italia ed in particolare rispetto al meridione che secondo loro è patria solamente di mafia, assistenzialismo ed anarchia.
Tale supponenza di (parte, ricordiamolo sempre) della popolazione di queste regioni fa da contraltare ad un disamore di una (parte) di meridionali verso le loro regioni d'origine.
Disamore che nasce dalla disoccupazione, dall'assenza dello Stato ed anche dal sentirsi a volte, e sempre per colpa di "certa informazione", inferiori rispetto al resto d'Italia.
L'altro giorno il Presidente della Regione Calabria si è fatto quasi insultare da Galan per tutta la durata della trasmissione Ballarò, senza tra l'altro quasi mai replicare ai vaniloqui del cialtrone forzaitaliota.
Ora, io non ho metri di giudizio per giudicare Loiero, non lo conosco e non conosco la sua politica, magari non vale nulla, ma porca miseria mi veniva da dirgli: "RISPONDI A QUESTO CIALTRONE, DI QUALCOSA!!"...:-DDD
Ci fosse stato un Vendola (ma anche in Fitto, pure se è un cialtrone a sua volta e lo hanno messo sotto inchiesta) avrebbe risposto a tono ad accuse così gravi e gratuite (senza dimenticarci della diossina di Calderoli).
e se Bossi emigra gli si può togliere il mandato di Europarlamentare con relativi famigli e bonus?, potrebbe comunque vivere con la pensione di invalidità.
Dati reali Milano e provincia (1154 sezioni su 2881)
Sì 48,2% No 51,8%
"Esiste in un grossa percentuale di Veneti e Lombardi una decisa convinzione di superiorità rispetto al resto d'Italia ed in particolare rispetto al meridione che secondo loro è patria solamente di mafia, assistenzialismo ed anarchia"
a parte che se ci fosse l'anarchia nel sud... mi ci trasferirei subito... ;-)
segnalo, per dovere di cronaca, che ieri sera la pizzeria di meridionali, dove stavo mangiando, i gestori dicevano pubblicamente che loro avevano votato per il si'. e dalle reazioni degli avventori erano pure stati gli unici.
quindi, usciamo dai luoghi comuni, ma rendiamoci conto anche che chi ha fatto propaganda per il no, dicendo che voleva una sanita' 'uguale in tutta italia', almeno per il veneto stava di fatto facendo in ralta' una campagna per il si'. infatti: chi, sano di mente, vorrebbe una sanita' come in sicilia o calabria?
insomma. non semplifichiamo. ci sono comuni rossi anche in provincia di treviso, tanto per dirne una.
in realtà "tutta uguale" stà per sanità come in emilia,anche in sicilia e calabria e no viceversa
cumpà a cà nisciuno e' fesso...
http://www.referendum2006.interno.it/referendum/refer060625/compl_F01_0000000.htm
vince il NO anche a Milano!!!
One nation, one station!!!
Carolina
tonii, però in provincia di bergamo comuni rossi non ce ne sono, ma nemmeno uno. ad aprile, alla camera, solo in 3 comuni ha vinto il centro-sx, ma con percentuali risicatissime, probabilmente ha contribuito una buona amministrazione locale rossa (che però si basa più sui candidati che sui partiti, soprattutto in comuni medio-piccoli).
che queste siano zone perse, è un dato di fatto.
è vero comunque che il voto del sud dimostra che molti hanno percepito questo referendum come un voto pro-lega. sicilia e calabria hanno votato NO più di toscana ed emilia.
Gli italiani fanno schifo e l'Italia fa schifo. Perché non vuole essere moderna e hanno vinto quelli che vogliono vivere alle spalle degli altri.
Così l'eurodeputato del Carroccio, Francesco Speroni, commenta con il quotidiano online Affaritaliani.it la vittoria del 'no' al referendum costituzionale.
"Metá Italia non è andata a votare" - evidenzia Ignazio La Russa, di An. Ancora con 'sta storia, che palle. Andate a casa, non vi sopporto più
Se è per questo ( x Rosa)grande anticipatore del risultato e stessa solfa delle politiche, vedi un po' cosa diceva Bondi (Fi) alle 14:13
Irregolarità all'estero"
"Sarebbero già state riscontrate le prime gravissime irregolarità, nelle operazioni preliminari allo spoglio in corso nel seggio speciale di Castelnuovo di Porto riservato ai voti degli italiani residenti all'estero". Lo afferma il coordinatore nazionale di Forza Italia, Sandro Bondi, chiedendo l'intervento del ministro Amato.
vediamo se chiedono ancora di ricontare con oltre 5 milioni di voti differenza, questa sera voglio vedere Calderoli
"Metá Italia non è andata a votare"
la loro metà, evidentemente
alla loro metà non frega niente di quello che c'è fuori della porta di casa.... come può interessare la costituzione....
ciliegina...
nel caso mi tocca puntualizzare... :-)
ebbene... delle 21 persone con cui discutevo sul referendum..., 19 sono di destra..., quasi tutti ex simpatizzanti di AN...
(e attualmente..., simpatizzanti di una destra Montanelliana... che ahimè tarda a venire...)
gli altri 2 radicali convinti...
ebbene..., dopo alcuni giorni di pressioni e di letture forzate..., su 21 sicuramente 18 hanno votato NO... e gli altri li devo ancora sentire..., ma anche loro erano propensi al NO...
quindi..., poco alla volta si sta finalmente affacciando alla ribalta una nuova destra che nulla ha a che vedere con certi loschi figuri che ci hanno (s)governato per troppi anni...