Rete in fibra, un'opportunità da non sprecare

La fibra è obsoleta, costa troppo, è un business difficile da gestire, oggi rame e wireless sono più efficienti,... La (probabile) vendita di Metroweb ha suscitato ovunque (tranne che nella maggior parte delle sedi competenti) dibattiti accesi. Purtroppo, come spesso accade in Italia, la disinformazione dilaga. Ci è capitato di leggere affermazioni del tutto arbitrarie e fuorvianti. Per esempio, dal forum di
Vivimilano, un commento citato anche su
OMB:
«purtroppo i chilometri di fibra ottica posata nel sottosuolo (con costi clamorosi e lavori che hanno procurato notevoli disagi alla cittadinanza) rappresentano una tecnologia che è già stata velocemente superata ed è tenuta artificialmente in vita (ancora per quanto?) solo per giustificarne i costi. Insomma, si discute di aria fritta, senza ben sapere se la città si sta vendendo un bene di famiglia o dell'inutile fuffa». La scienza non è aria fritta. Riteniamo che il dibattito sugli aspetti tecnici della cessione di Metroweb sia importante quanto quello sugli aspetti economici e politici, anzi, forse lo sia di più. Metroweb è un'opportunità per la città o un fardello di cui sbarazzarsi? Abbiamo ritenuto di dare un contributo utile chiedendo il parere di un esperto di tecnologia dell'informazione, cosa che fino a oggi sembra che nessuno - soprattutto a livello istituzionale - abbia ancora fatto.
Dopo la laurea in scienza dell'informazione a Torino, Cristina Ruggieri ha conseguito master e dottorato di ricerca negli Stati Uniti, all'università di Purdue (Indiana) negli anni e nei laboratori in cui è nata la rete Internet. Tra i suoi docenti c'è Doug Comer, guru del protocollo TCP/IP, autore di alcuni dei testi base sull'argomento. Tornata in Italia, nel 1994 Cristina ha fondato DS Net, uno dei primi Internet provider italiani e - grazie alla collaborazione di Alessio Bragadini - primo a fare hosting di siti web. Oggi Cristina lavora per I.NET, il più importante outsourcer italiano di servizi e applicazioni TCP/IP.
Il presidente di AEM, Zuccoli, ha dichiarato che la vendita di metroweb è stata decisa perché AEM non ha le competenze per gestire il business della fibra. Occorrono davvero competenze tanto specifiche?
«Metroweb vende fibra "spenta", la cui gestione non richiede competenze particolari. La tecnologia sta nell'utilizzo delle apparecchiature con cui la fibra viene "accesa" per trasportare i dati. Quello che Metroweb deve fare è vendere l'utilizzo della fibra spenta a metro, un'attività che richiede competenze esclusivamente commerciali».
Si legge che oggi la fibra è inutile, che rame e tecnologie wireless la rendono obsoleta
«Un'affermazione che non ha senso. Ogni backbone (le grandi dorsali per il trasporto dei dati sulle lunghe distanze) di telecomunicazioni oggi è fibra. Il doppino si utilizza solo per l'accesso. Ciò che può essere definito "obsoleto" è la tecnologia ATM su SDH utilizzata oggi in Europa (in USA si utilizza Sonet) per il trasporto DSL sulla fibra. E' una tecnologia elettro-ottica, nata per il trasporto della voce, condivisa con le reti vocali di vecchia generazione, che consente di trasportare grosse moli di dati a grandi distanze, ma impone la conversione e riconversione del segnale ottico in elettrico e viceversa. Ma su distanze più brevi - tipicamente le MAN cittadine - è possibile accendere la fibra senza necessità di conversione in elettrico, ottenendo delle reti molto più efficienti Gigabit Ethernet (GE), totalmente ottiche».
Si dice che l'uso della fibra è costoso...
«I prezzi delle apparecchiature ottiche utilizzate per accendere la fibra (GBIC, CWDM, DWDM, eccetera) sono in costante calo. Negli ultimi 12 mesi il costo si è dimezzato e sono oggi alla portata della singola azienda e non più solo del gestore di TLC».
Quindi Metroweb non ha bisogno di accendere fibra per vendere?
«Assolutamente no. E anche il legame con Fastweb sarà sempre meno determinante per il business di Metroweb, perché le singole aziende affitteranno fibra spenta e la accenderanno in proprio».
La fibra può portare enormi quantità di banda. A chi può servire?
«La disponibilità a costi relativamente bassi di connettività GE consente alle aziende economie di scala fino a poco tempo fa impossibili. Per esempio, una banca con più sedi nella stessa città può collegarle tra loro accendendo la propria fibra, ottenendo un'unica LAN per centralizzare i server e la loro gestione, quindi semplificando l'infrastruttura generale della rete e la sua manutenzione. E' possibile creare siti di mirroring geografico dei propri server per garantirsi il funzionamento del sistema anche in caso di disastro, malfunzionamento o attacco al sito principale. A Milano Metroweb già affitta fibra spenta a varie aziende oltre a Fastweb, ma quel che più conta è che la richiesta è in costante crescita».
E la televisione? Il digitale terrestre non rende meno importante la rete in fibra per il trasporto dei canali televisivi?
«Il protocollo TCP/IP offre possibilità enormemente più vaste rispetto al digitale terrestre, sia in termini di quantità di dati trasportabili, sia di interattività. Non c'è dubbio che il DTS sia una tecnologia di passaggio, ma che il futuro dell'informazione sia su IP, anche perché - come già accade per testo e immagini statiche - darà la possibilità di pubblicare contenuti televisivi in Rete a prezzi accessibili pressoché a tutti».