Lavoratori nullafacenti, mobilità, incentivi
TRE DOMANDE AI SINDACATI
di Pietro Ichino
Il dibattito sui dipendenti pubblici nullafacenti, che nei giorni scorsi ha ampiamente coinvolto addetti ai lavori e no (1.500 interventi in un giorno e mezzo solo nel forum aperto sul sito del Corriere),
almeno a una cosa è servito: cioè a chiarire che la scelta di incominciare da lì, invece che da altre parti, i tagli alla spesa pubblica è tecnicamente praticabile, con una norma abbastanza semplice che attivi e regoli la relativa procedura collettiva. Se non lo si fa e si decide di tagliare altrove, non è perché manchino gli strumenti istituzionali per farlo, ma per ragioni esclusivamente politiche.
Michele Salvati (Corriere del 3 settembre) e Paolo Leon ( l'Unità del 2 settembre) hanno pienamente ragione quando osservano che il licenziamento per scarso rendimento dei nullafacenti non è la cura dell'inefficienza della pubblica amministrazione: per questa occorre un discorso assai più complesso e articolato. Ma, nella stretta finanziaria che oggi attanaglia il Paese, quella è pur sempre un'opzione possibile in alternativa al prepensionamento dei cinquantenni, al mantenimento dei giovani precari nella inammissibile posizione di «figli di un dio minore», ai tagli sugli investimenti necessari allo sviluppo del Paese. Salvati sottolinea condivisibilmente le cause strutturali dell'inerzia dei dirigenti pubblici (e quale inerzia! A quanto risulta dai repertori, negli ultimi dieci anni non vi è stato neppure un solo caso di licenziamento per scarso rendimento su tre milioni e mezzo di dipendenti pubblici); ma proprio per questo l'opzione del rigore oggi è praticabile solo con una procedura di riduzione dell'organico attivata per legge, centrata sui criteri della massima inefficienza e improduttività, e una disciplina processuale che garantisca l'effettività dell'operazione, non meno che la sua correttezza e il sacrosanto diritto di difesa di ciascun lavoratore coinvolto.
In molti hanno messo in rilievo il problema etico- politico cruciale sotteso a una scelta di questo genere: il fatto che l'improduttività del lavoratore può non essere dovuta a sua inefficienza personale (scarso impegno o inettitudine professionale), bensì a carenze organizzative o strumentali. Ma è facile rendersi conto che questo problema non si pone nei casi in cui è pari o vicino allo zero non solo l'indice della produttività, ma anche quello dell'attitudine e dell'impegno personale. E oggi abbiamo strumenti sofisticati per valutare sia l'un dato, sia l'altro. Certo, a chi perde il posto deve essere assicurata tutta l'assistenza possibile; ma si tratterà, appunto, di assistenza e non di stipendio. Chiamare le cose col loro nome è un primo passo importante sulla via del risanamento.
Il dibattito di questi giorni ha infine reso evidente il favore dell'opinione pubblica prevalente verso questa opzione, confermato dall'indagine di Renato Mannheimer. E il presidente del Consiglio ha avuto il grande merito di rispondere positivamente senza esitazione, ribadendo l'impegno di combattere le posizioni di rendita dovunque si annidino, anche nell'impiego pubblico. Questo però non ha impedito che su di un «no» secco si sia invece registrata la più monolitica e salda unità d'azione dei sindacati, dai Cobas alla Ugl: tutti compatti nell'affermare che la questione va affrontata soltanto con i miglioramenti organizzativi, la mobilità interna all'amministrazione e gli incentivi alla produttività; mai con i licenziamenti.
Con questa chiusura ermetica i sindacati del settore pubblico perdono un'occasione importante per togliersi di dosso l'immagine di difensori dei nullafacenti.
Sarebbe però già un passo avanti importante se nei giorni prossimi, quando si apriranno i negoziati per il rinnovo di alcuni tra i più importanti contratti collettivi nazionali del settore, essi non faranno il «gioco delle tre carte», ma confermeranno le aperture della settimana scorsa almeno sulla politica della mobilità e degli incentivi. I negoziatori pubblici farebbero bene a verificarlo, chiedendo subito una risposta concreta e precisa a questi interrogativi, cui l'intera collettività è interessata: — quali sindacati del settore sono davvero pronti ad accettare un meccanismo di mobilità vincolante, in base al quale i dipendenti possano essere trasferiti dagli uffici e funzioni dove c'è sovrabbondanza di organico a quelli dove c'è invece carenza, entro un raggio ragionevole?
— quali sindacati del settore sono pronti ad accettare che una componente importante della retribuzione sia ancorata ai risultati raggiunti, in riferimento a obiettivi prestabiliti comparto per comparto, ufficio per ufficio (per esempio, una componente del 40% del totale per i dirigenti e i funzionari di livello più alto, una componente vicina all'intero aumento contrattuale per gli impiegati medi e bassi)?
— per evitare l'ennesima distribuzione a pioggia di questo incentivo, quali sindacati sono pronti a concordare che esso possa essere erogato nella misura massima solo a una certa quota dei lavoratori interessati (ad esempio: a non più del 20% dell'organico) e nelle misure inferiori via via per altre quote, restandone esclusa una fascia bassa pari ad almeno un quarto o un quinto della categoria?
I sindacati che, dopo aver escluso il licenziamento dei nullafacenti invocando mobilità e incentivi come valide alternative, non fossero disposti a impegnarsi seriamente su questi tre punti, non sarebbero più credibili: essi si prenderebbero gioco del governo e dell'opinione pubblica.
forse il problema principale e' che i sindacati non sono disposti a mettere in discussione l'unico potere che abbiano e che i lavoratori non hanno intenzione di pagare per i guasti prodotti da altri.
ad esempio l'elefantiasi (che poi non e' piu' cosi', visto che gli ultimi concorsi pubblici di un qualche rilievo risalgono al 1988) di alcuni settori del pubblico dipende da motivi elettorali e clientelari, non di certo dalla produttivita' dei lavoratori; il problema centrale della spesa pubblica sono gli stipendi (e la produttivita') dei 3,5 milioni di dipendenti pubblici o gli sprechi in contributi, aiuti, affitti, beni venduti ad amici degli amici (come nel caso delle cartolarizzazioni) e gestione clientelare?
E i consulenti molto ben pagati per fare cose che potrebbero fare i dipendenti? E gli sprechi di risorse (per esempio le immani quantità di materiale di cancelleria che "sparisce" negli uffici pubblici)? Ma non si era parlato tanto (anche con il precedente governo) di riduzione dei costi del settore pubblico e di ottimizzazione delle risorse? Di tagli da fare ce ne sono, ma più che tagli, qui si deve cominciare a razionalizzare l'esistente, a capire cosa si ha veramente a disposizione e dove vanno realmente a finire i soldi, perchè in realtà gli stipendi del personale sono solo una delle tante voci che rendono fallimentare il bilancio dell'amministrazione pubblica.
Mi associo a berja e adimant.
Si potrebbe anche cominciare a dire che c'è dipendente pubblico e dipendente pubblico, differenziare i criteri di valutazione a seconda delle dimensioni dell'ente: è difficile che il dipendente di un'Amm. Comunale in un comune di 2000 abitanti, possa avere le stesse possibilità di "imbosco" di un ministeriale, o comunque di un dipendente di una grossa amministrazione, con la sua ridondanza di figure nella stessa posizione.
Poi si dovrebbe partire dai livelli più alti delle diverse amministrazioni ..... oddio forse ho sbagliato, forse è tra questi che più si trovano gli amici degli amici (vuoi dire che così abbiamo già finito l'operazione produttuività ancora prima di cominciare?)
Per esperienza, sia nel privato che nelle amministrazioni pubbliche, posso dire che il pesce puzza sempre dalla testa, in questo paese la classe dirigente (che si tratti di politica, burocrazia ed anche di impresa medio-grande) troppe volte è (almeno)un gradino al di sotto di chi viene da essa diretto e sui quale specula e si arricchisce, per questo penso che non cambierà un granchè, fino a quando coloro che devono riformare in modo serio (e questa riforma sicuramente lo sarebbe) sono legati essenzialmente al consenso, che li porta a dire cose oggi, il contrario domani e via di questo passo e quindi a essere conniventi con certe categorie sociali; anche il non chiedere conto di quello che fai è voto di scambio.
Una delle tante voci 'sta ceppa, gli stipendi dei dipendenti pubblici si mangiano attorno al 40-45% della spesa pubblica. E i dipendenti pubblici hanno uno stipendio medio superiore alla media Ocse, cosa che non si può dire per gli stipendi del resto degli italiani. Considerare questo problema è un atto di giustizia sociale, non un sopruso.
Larry, ti credo sulla parola, ma sono interessato all'argomento: le fonti?
Sarà vero che non si fanno concorsi pubblici dal 1988, ma nel frattempo sono stati assunti, con ogni forma conosciuta di contratto atipico, 350.000 precari, che probabilmente finiranno tutti in ruolo.
Comunque, il tema è complesso. L'esercito dei dipendenti pubblici ha sostenuto, negli ultimi cento anni, la domanda interna di un paese scarsamente propenso ai rischi del mercato. Insomma, ha fatto comodo a tutti.
Detto questo, non capisco molto la polemica tra sindacati e governo sui licenziamenti. Un regime disciplinare per i pubblici dipendenti già c'è e comprende anche l'esonero dal servizio. Ci sono già anche gli incentivi di efficienza/produttività (magari da far funzionare meglio).
Il tutto mi puzza di preparazione al braccio di ferro per il rinnovo dei contratti, mentre l'efficienza non credo che importi ad alcuno.
@charlie: qui puoi trovare questa e altre informazioni utili:
http://www.astrid-online.it/Economia-e/FAINIeAltri_vulnerabilit--conti-pubb.pdf
Per quanto riguarda invece lo stipendio medio italiano paragonato alla media Ocse:
http://www.uniroma2.it/rdb/torvergata/link/rdb_informa/DocumentoOCSE2006.htm
Da notare che hanno già compensato il potere d'acquisto nei vari paesi.
350.000 precari, che probabilmente finiranno tutti in ruolo
dal ministero delle finanze mi dicono che stanno licenziando come indemoniati blocchi di persone con 10 anni di precarieta'.
e poi cosa sarebbe la media ocse?
la cosiddetta media ocse contempla che per due panini e due macedonie si pagano 10,70 euro in un modestissimo baretto?
contempla che un affitto medio in una grande citta' si attesta sui 6-700 euro?
io credo che questa storia dei dipendenti pubblici nullafacenti sia una delle tante leggende metropolitane che si ammanniscono al pubblico per coprire altri sprechi.
Certo, è tutto un complotto.
no, si chiama "fumo negli occhi".
Questo, invece, è il nodo centrale.
Se si vuole fare una politica di salvaguardia e miglioramento del welfare (scuola, assistenza, pensioni etc.) bisogna tagliare i costi di gestione, in modo particolare quelli palesemente inutili.
Il "pubblico impiego" (al pari, però, di altre fonti di spesa citate da altri, manager, politica, società parapubbliche, affari degli amici sulle cartolarizzazioni etc.) costituisce una delle grandi voci dello spreco. Bisogna inoltre considerare che nel pubblico impiego il sindacato, ben lungi da fare la sua attività sindacale, nomima e decide; è una sorta di governo ombra.
Io non so (e credo che sia diffcile capire) chi lavora e chi no. Quello che posso sapere è che eseguire certe funzioni servono x persone che lavorano e che certe funzioni non servono affatto. E qusto bisognerebbe fare, vale a dire programmare le risorse umane necessarie a quello che si deve fare e via via tagliare il resto.
Insisto che vanno tagliate anche le funzioni inutili, a partire dall province per passare ai consorzi di bonifica (di che?) alle comunità montane, alle camere di commercio (che costano milioni alle imprese e li sperperano in stipendi di amministratori, decina di nuove società inutili etc.) e via dicendo.
Ma sono le solite cose che non si faranno mai.
Questo paese è figlio di gaspari e delle assunzioni di massa (tipo i 350.000 precari).
Concordo con Berja ed Adimant, qui si vogliono far pagare sui dipendenti pubblici altri costi, compresi quelli della politica, la seconda repubblica ha portato centinaia di migliaia di "stipendi" per sindaci, assessori e consulenti a tutti i livelli. Senza contare le spese per coltivare associazioni con finalità personali ben foraggiate.
Come al solito paga pantalone.
sono contento che ci sia un dibattito serio finalmente anche su alcuni tabù della sinistra come quello dei dipendenti pubblici.
penso che alcune proposte come quelle di Ichino siano assolutamente praticabili soprattutto dalle forze di sinistra che devono puntare a un modello di società aperto che esalti le opportunità dei singoli e non le deprima. Riappropriamoci di parole come libertà, merito, opportunità sono parole nostre!
Cosa ne dite? Vi sembrano proposte penalizzanti per i dipendenti della PA? Da qui si potrebbe partire e aggiungere magari una seria valutazione dei risultati delle scuole e del personale scolastico. Perchè non si devono premiare professori capaci e penalizzare chi non vuole offrire un insegnamento valido (vi anticipo lo so che le strutture sono in grave crici però anche il personale qualche volta.... forse si potrebbe affrontare anche questo problema)?
Mah, io ho compiuto tutta la trafila scolastica, università inclusa, ho due bimbi che vanno a scuola e se c'è qualcuno che, a mio modo di vedere, bisogna valutare sono i ministri e relativi burocrati che si occupano di riforme scolastiche, programmi, portfolio e altre amenità del genere.
Nei docenti trovo sempre grande impegno, ben al di là dei propri doveri (per sopperire alle carenze strutturali ed organizzative), ed una grande consapevolezza della dignità del proprio lavoro.
Qui custodiet ipsos custodes?
ovvero: chi decide in base a quali criteri valutativi vengono dati gli incentivi o le penalizzazioni?
perche' rischiamo di dare un'arma terrificante nella mani della pessima classe dirigente italiana, vi faccio un semplice esempio: cosi' come hanno assunto come docenti in ruolo i docenti di religione nominati dalle diocesi potrebbero decidere che i criteri valutativi comprendano una pretesa moralita' dei dipendenti o un certo numero di figli o un certo tipo di idee (chesso' mi viene in mente il creazionismo).
meglio charlie anch'io ho avuto solo esperienze positive però questo non significa che possano esserci miglioramenti. Se poi tutti sono bravissimi tanto riguadagnato! non vogliamo per forza puntare il dito. Ma questo possiamo dirlo solo dopo un'analisi dei risultati a cui tutti devono sottoporsi (nel passato la riforma Berlinguer si arenò anche su questi problemi, grazie Cobas scuola).
Faccio miei i tuoi dubbi sulla scarsa considerazione del problema da parte dei politici.
E allora lasciamo tutto come è; col risultato che invece di tagliare gli sprechi taglieremo i servizi.
Io ho sempre ritenuto interessante il sistema nordico, nel quale ad una tassazione elevata (a volte troppo) corrisponde però una qualità elevata e costante dei servizi che accompagnano il cittadino dalla nascita alla morte.
Ma questo, per dirla con l'italigadeivalori, che c'azzecca col sistema italiano? Servizi inefficenti, sprechi, stipendi a pioggia e tasse alte; come dire: il peggio di tutto.
E quello che non si capisce è il motivo per cui alcuni a sinistra, anche non stupidi, continuano a difendere ostinatamente il sistema borbonico che ci sta affondando per sempre.
Si sono odiati craxi e la dc, ma si difende caparbiamente il tipo di paese che hanno creato.
"Si sono odiati craxi e la dc, ma si difende caparbiamente il tipo di paese che hanno creato"
questa mi e' piaciata
"Nei docenti trovo sempre grande impegno, ben al di là dei propri doveri"
queste invece sono cazzate buoniste che non vorrei sentire,anche perche' qui non discutiamo le persone
ma l'organizzazione di un pubblico servizio.
*ps e di personale docente pessimo c'e' n'è a volontà
Si forse è utile parlarne, discuterne, ma in ogni caso resto con l'impressione che debba essere un passo successivo, che prima di questo forse avrebbe più senso nell'agire politico, eliminare altri sprechi dando l'esempio per primi: 1,5 miliardi di euro/anno il costo delle indennità di sorta corrisposte ai parlamentari (attuali e pensionati)mi sembra che non siano pochi, come mi sembra molto triste sentire il baffetto che dice che 57 anni per andare in pensione sono (se non ricordo male) un oltraggio (quando a loro bastano 35 mesi per avere corrisposta una pensione di 3000€/mese!!!)andasse a fare il manovale!
Ecco, penso che siano da rivalutare concetti come coerenza, onestà (che non sono prerogativa di nessun schieramento politico)mentre invece trovi famiglie intere "impegnate" in parlamento!! solo dopo che saranno arrivati segnali di pulizia in questo senso penso che sarà accettabile una riforma della Pubblica Amm.ne, prima no, non da questi personaggi.
Scusate, ma cosa bisogna analizzare dell'insegnamento? Lo chiedo per ignoranza, visto che io lavoro nell'amministrazione aziendale (impiego privato, eh?) e mi occupo, tra l'altro, di misure, valori, indici, etc..
Non dico che non si debba farlo, ma il parametro?
Per quanto attiene al discorso in generale, sono concorde sul fatto che gli sprechi e le inefficienze vadano combattuti, ma mi rifiuto di rimanere a guardare mentre si spara nel mucchio.
Dipendenti pubblici nullafacenti e causa del dissesto statale: ma fatemi la cortesia!
tutto è importante non si può dire ma c'è qualcuno più incapace! Poi la PA è un elemento importante per lo sviluppo per garantire, diritti, equità, qualità, servizi ai cittadini come bene illustra l'esempio dei paesi scandinavi.
In Italia è un elemento di criticità, perchè ? Per tanti motivi. Io vorrei che per esempio partissimo dai suggerimenti pratici e praticabili del Dott.Ichino in modo da stanare i sindacati e renderli corrensponsabili insieme alla politica di una riforma che ormai è ineludibile (anche per dare soddisfazione a chi nella PA vuole lavorare bene e avere soddisfazione e crescita).
Come valutare il lavoro dei prof/delle scuole (non soltanto il singolo prof ma l'insieme della offerta della scuola singola es. istituto xy)? Per esempio verificando la preparazione degli studenti alla fine di un periodo per evitare che alle selezioni delle università arrivino aspiranti ingegneri semianalfabeti
Sandro, "cazzate" lo riservi a qualche amico/a tuo/a.
La mia è un'esperienza personale (peraltro molto profonda, ma sono dettagli che non sono tenuto a raccontarti) diretta ed indiretta.
"personale docente pessimo c'e' n'è a volontà" è, invece, un'espressione totalmente qualunquista.
"la preparazione degli studenti alla fine di un periodo"
Questo controllo lo affidiamo ad altri dipendenti pubblici (docenti, voglio sperare), lo basiamo su test preparati da burocrati (tipo quelli che si sono inventati per la patente), oppure lo "appaltiamo" (ahi! ahi! ahi!) ad apposite strutture private?
Invece di incentivare vogliamo demotivare?
tutto sbagliato.
si parte dal presupposto che la produzione sia sacra.
sto lavorando alacremente per essere un nullafacente perenne.
Semplice.
Cominci a valutare i risultati (nelle scuole successive o all'università) dei ragazzi usciti da quella scuola o da quella sezione. Questo è un modo, ma ce ne saranno anche altri meno semplicistici.
renderli corrensponsabili
certe volte leggo delle cose di questo genere e vengo preso da "furore liberale", i sindacati devono fare i sindacati, non trasformarsi in cricche mafiose come e' avvenuto da quando hanno le trattenute direttamente dalla busta paga e poi la cogestione degli enti di previdenza, trasformandoli in baracconi e dispensatori di denaro ad personam.
uno dei grossi problemi della PA (e delle grosse aziende) e' proprio nella cooptazione dei sindacalisti confederali che c'e' stata negli anni '80, trasformandoli in una sorta di "dirigenza parallela".
se li si rende "corresponsabili" si aumenta enormemente il loro gia' vasto potere, per abbattere il c.d. neocorporativismo magari sarebbe il caso di espellere proprio i sindacati confederali dalla gestione della PA.
"Sandro, "cazzate" lo riservi a qualche amico/a tuo/a."
Infatti ti considero un amico,comunque e' improponibile fare finanziarie da 35 fantastiliardi
di euro e tollerare dipendenti pubblici che non si presentano al lavoro per mesi o addirittura anni,
ne conosco personalmente anzi e' un fenomeno abbastanza comune e non lo fanno solo perche' sono stronzi di loro...semplicemente e' prassi comune
accettata da impiegati e dirigenti,ripeto prassi
non leggenda metropolitana come vaticinava il buon berja che probabilmente e' più aggiornato sulla macchina burocratica statale della russia fine ottocento
sono concorde al 100% con l'ultimo commento di Berja...
sarebbe un modo anche per valutare i dirigenti e la dirigenza delle divisioni della PA. I metodi si trovano importante cercarli senza voler mettere sul tappeto obiezioni strumentali. Se poi tu charlie vuoi mantenere lo status quo avere servizi scadenti asl che producono malati, dipendenti pubblici che fanno il doppio lavoro o che non consegnano le lettere (solo per fare un esempio) ...contento tu...
Ti invito però a leggere il contributo del prof Ichino e cominciare da lì anche quello ti sembra qualunquista?
Oppure è qualunquismo il benaltrismo malattia senile del bertinottismo agnolettide che afferma sempre che il problema è altro senza mai proporsi di fare qualcosa di reale e concreto?
Ultimo appunto corresponsabili vuol dire metterli con le spalle al muro ed evitare che le persone le organizzazioni rifuggano le responsabilità non significa mafia (però facciamo finta di comprenderci perchè se il dialogo è volutamente alterato e si fa finta di non capire....).
Vuol dire che i sindacati devono smettere di gestire il consenso con le tessere e significa essere controparte moderna non semplicemente rivendicativa (stile sindacato americano)
sara' un caso sandro, ma i piu' nullafacenti che io abbia mai visto sono i militari ed i poliziotti (con livelli veramente da vergogna).
insisto ma siete d'accordo che la proposta ichino è praticabile? Partiamo almeno da li!
(stile sindacato americano)
guardacaso il sindacato piu' contaminato da infiltrazioni mafiose che la storia ricordi; no, no, il sindacato deve fare il sindacato, non essere classe dirigente (padronale) di scorta come e' attualmente in italia (pensateci sopra: due presidenti delle camere, due sindacalisti; il ministro degli interni ex sindacalista etc etc).
in molte amministrazioni, nella PA e nel privato (di un certo rilievo) essere un sindacalista confederale equivale ad essere impunibile ed impunito oltreche' colluso.
Vogliamo parlare di sprechi ed abusi, bene, iniziamo così: dei 3,5 milioni di dipendenti pubblici, 2,8 di essi sono dipendenti a tempo inderteminato con scarsa attitudine all'impiego assunto (non per colpa loro). Come ben dice berja, i costi derivanti da affitti, con locazioni extra gonfiati, appalti di servizi, tipo pulizie, gare varie, non sono definibili perchè non si sa il loro effetitvo ammontare e si arriva a casi limite in cui chi fa realmente il lavoro mi riferisco ai dipendenti di queste ditte di appalti di servizi, non ricevono correttamente la loro retribuzione mensile. Considerando la sanità quali sono realmente i costi e gli sprechi che ci sono negli accreditamenti di strutture private che erogano o dovrebbero erogare prestazioni sanitarie varie, nel senso che gira e rigira e i detentori di questi privileggi sono amici o parenti di pezzi grossi della politica che a loro volta, in questo settore applicano, il cosidetto 'spoiling system' che tradotto si riferisce al favore personale di direzione di un ente in cambio di .... definiamola assoluta fedeltà.
A questo proposito e dell'ultima ora, notizia ansa, il caso della Regione Calabria dove è stato notificato un avviso di garanzia per il vicepresidente della Giunta regionale della Calabria, Nicola Adamo (Ds) e per sua moglie, Enza Bruno Bossio. Lo ha reso noto lo stesso Adamo, che ha fissato per oggi pomeriggio una conferenza stampa a Cosenza. Secondo quanto si e' appreso, nell'avviso di garanzia sarebbero contestati i reati di truffa, abuso d' ufficio e associazione per delinquere. Adamo ha reso noto inoltre che e' stata compiuta una perquisizione nell'abitazione della moglie, a Cosenza.
Quindi, adesso è facile prendersela con i nullafacenti, loro sono semplicemente l'ultima ruota del carro, in caso dell'applicazione dei licenziamenti, questi ultimi verranno sostituiti degnamente e tutto filerà dritto, come prima anzi meglio di prima!!
A Larry vorrei domandare se per dipendenti considera anche i vertici sia delle Strutture pubbliche sia i vari parlamentari, in questo caso si che esiste un grande spreco, anzi suggerirei al di là di una certa fascia di reddito di tagliare con effetto immediato i privileggi pensionistici dei veritici oltre agli altri privileggi di retribuzione.
berja rientra nel XXI secolo!: ho detto appunto non come il sindacato americano cioè un sindacato che non è confederale come il nostro cioè che si interessa di questioni puramente economiche e solo categoriale (continuiamo a fare finta di non capire)
Vedo un sacco di benaltristi in questo blog è sempre per spostare l'attenzione da altre parti sempre la logica del not in my backyard :TUTTE LE QUESTIONI VANNO AFFRONTATE MA NESSUNA PUO DIRE COMINCIATE DA ALTRE PARTI (soprattutto quando parliamo ditre milioni di individui caspita un decimo dei lavoratori attivi o giù di lì)
la proposta di ichino e' incompleta, considera solo i lavoratori ma non la dirigenza e la politica che nella PA hanno attributi divini.
ovvero a nulla serve poter imporre produttivita' ai dipendenti pubblici se non si impone la stessa produttivita' alle dirigenze ed ai politici.
il che vuol dire niente piu' precariato a comando sotto elezioni, niente piu' assunzioni clientelari, niente piu' gestione privatistica della cosa pubblica, ichino si fissa sul particolare ma offusca volutamente, secondo me, il quadro generale; protestare per una pretesa nullafacenza dei dipendenti pubblici e tentare di eliminarne gli effetti senza agire sulle cause e' come curarsi il raffreddore girando per strada a gennaio in mutande ma con la mascherina sul naso.
Non so dire, su due piedi, se la proposta di Ichino sia praticabile, visto che una riforma del pubblico impiego è cosa complessa (lo si sta riformando continuamente dal '93) e non basta un articoletto per farsi un'idea.
Diciamo che sui licenziamenti non ha proprio le idee chiare. Nell'impiego privato i casi di licenziamento per scarso rendimento sono rari perchè occorre provare un quasi totale inadempimento del lavoratore ai suoi obblighi. Applicando gli stessi criteri al pubblico non avremmo certo le megaespulsioni di nullafacenti che Ichino auspica.
mettiamola cosi', carlo porta (che nome importante), una volta girava una barzelletta sulle assunzioni in RAI: "hanno assunto due democristiani, un socialista, un comunista e uno bravo"; se non si interviene su questo punto e' inutile pretendere che i cialtroni assunti per motivi cialtroneschi smettano di cialtreoneggiare.
(e basta che' finirei per essere stucchevole)
Berja, per carità, d'accordo su tutto, ma si può anche cominciare a cambiare le cose dal basso.
Se troviamo il modo di far sì che "uno bravo" guadagni il doppio degli altri (e che questi altri non gli facciano le scarpe) il sistema prima o poi entrerà in crisi.
a i piu' nullafacenti che io abbia mai visto sono i militari ed i poliziotti (con livelli veramente da vergogna
Ma se appena fanno qualcosa t'incazzi..scusa, ma ci voleva..
certe volte leggo delle cose di questo genere e vengo preso da "furore liberale", i sindacati devono fare i sindacati, non trasformarsi in cricche mafiose come e' avvenuto da quando hanno le trattenute direttamente dalla busta paga e poi la cogestione degli enti di previdenza, trasformandoli in baracconi e dispensatori di denaro ad personam.
uno dei grossi problemi della PA (e delle grosse aziende) e' proprio nella cooptazione dei sindacalisti confederali che c'e' stata negli anni '80, trasformandoli in una sorta di "dirigenza parallela".
Grande, stavolta!
Tessera ad honorem della rnp, offerta da capezzone in persona.
Un esempio di furbizia sul come si spendono i danari pubblici, nel mio piccolo comune di circa 8500 abitanti il sindaco può assumere direttamente, il segretario comunale, dalle agenzie specifiche dei segretari comunali che oramai non vengono più a dipendere dalle prefetture...ognuno di essi risponde ad una diversa categoria che si misura anche in base alle dimensioni della popolzione comunale, se un sindaco vuole aumentarsi lo stipendio si cerca un segretario di più alta categoria e magari ne condivide il servizio e le spese dei costi con altri Comuni.
In questo modo il sindaco non può guadagnare meno del segretario comunale e così pareggia il conto.
Noi avremo il segretario comunale a mezzo servizio ma intanto il sindaco si porta a casa uno stipendio nobile alla faccia del senso di responsabilità e del riparmio.
Poi naturalmente il tutto verrà utile per l'avanzamento nella propria carriera politica.
Spero che uesto non venga frainteso come una considerazione qualunquista se andate ad informarmi nelle gestioni dei piccoli Comuni potrete ritrovare diversi riscontri reali.
E per quanto riguarda i nullafacenti, spesso questi vengono protetti proprio da coloro che dovrebbero essere i responsabili dei servizi pubblici, quando avviene che qualcuno dll'interno denuncia le malefatte speso finisce che chi denuncia diventa il denunciato e nel più totale isolamento con la pratica del mobbing.
Tessera ad honorem della rnp, offerta da capezzone in persona.
grazie, spero sia stampata su carta bella morbida.
In Italia l'esubero dei dipendenti pubblici e quelli imposti da regole statali raggiunge quasi il 60%!
E questo senza immaginare neanche la chiusura di enti pubblici inutili, senza prevedere l'informatizzazione di enti che archiviano ancora oggi a mano su registri...
Lo Stato per molti di voi (di destra e di sinista) è un ammortizzatore sociale....
Perchè farsi il culo e rischiare del proprio facendo l'imprenditore? Trovo il lavoro sicuro e faccio i cazzi miei?
MA QUESTA NON E' LA MENTALITA' COMUNE DEGLI ITALIANI?
Anzi col tempo è peggiorata: SE FAI L'IMPRENDITORE E' PERCHE' VUOI EVADERE LE TASSE!!
e lo stesso dice poi...
NON C'E' LAVORO, NON CI SONO GLI INCENTIVI!!
SI SI GLI INCENTIVI E GLI AIUTI STATALI PER FARE LE GUARDIE FORESTALI IN CALABRIA CHE PER PAURA DI PERDERE IL LAVORO INCENDIANO I BOSCHI PER RENDERSI UTILI!! E TRA DI ESSI CI SONO DEGLI ISCRITTI ALLA LEGA AMBIENTE O ALTRE AMENITA'!!!
AHHHHHHHHHHHH!!!
FORSE SE QUESTA MASSA DI LAVORATORI IMBOSCATI NELLE PIEGHE DEI NOSTRI PORTAFOGLI DOVESSE INIZARE A LAVORARE PER IL MONDO PRIVATO CI SAREBBERO PIU' SOLDI PER LE PENSIONI, PER LA SANITA' PER LA SCUOLA PER LA RICERCA!
E' IL MONDO PRIVATO CHE IN TUTTO IL MONDO PRODUCE REDDITO E NON VICEVERSA! IL CROLLO DELL'UNIONE SOVIETICA INSEGNA!
Io sono un dipendente pubblico e alla proposta di Ichino (che conoscevo già per la condivisione di altre mie idee) non sono a priori del tutto contrario.
Non credo però che, presa da sola, porterebbe a grandi risultati, se non ad un aumento della litigiosità e all'accentuazione di fenomeni tipo mobbing.
Uno dei problemi è quello della mancanza di una classe dirigente preparata. La valorizzazione delle risorse umane e i percorsi di carriera basati su valutazioni di capacità e aggiornamento nella Pubblica Amministrazione sono quasi inesistenti.
Gli strumenti per incentivare la produttività possono essere tanti, teoricamente validi, ma poi nel concreto di difficile attuazione.
Il mio Ente ha già introdotto da tempo sistemi di incentivazione legati alla produttività di sede e, mi sembra, siano stati già un buon passo avanti. Quando però introduci anche un sistema di tipo individuale come quello proposto da Ichino che premia i più efficenti, ed esclude via via i più inefficenti, apriti cielo, succede di tutto dalle "preferenze" e valutazione arbitrarie dei dirigenti, alle proteste e boicotaggi di chi giustamente o ingiustamente si sente vessato.
Comunque io resto dell'idea che il problema principale sia un altro.
Occorre INNOVAZIONE e vanno colpiti quei dipendenti che non si adeguano ad essa. Non è possibile che nell'epoca di internet si lavori ancora con le fotocopie (ore e ore, carta e carta) e si debba perdere ore di ricerca in vecchi archivi polverosi. Tutto deve essere informatizzato e la documentazione deve viaggiare via internet o intranet (basta copie cartacee!!). E' l'unico modo per diminuire costi e bisogno di personale. E' l'unico modo per vedere quanto "rende" un dipendente (con rilevazioni informatiche).
Se non si innova e si riorganizza è inutile poi prendersela con i dipendenti pubblici.
A volte poi sono le procedure macchinose e le assurdità burocratiche che ti fanno passare la voglia di lavorare. A volte chi è improduttivo in un contesto organizzativo meno frustrante e arcaico, potrebbe essere un buon lavoratore.
E' vero che il "pesce puzza dalla testa" (e la testa principale è a Roma).
Il mio Ente ha già introdotto da tempo sistemi di incentivazione legati alla produttività di sede e, mi sembra, siano stati già un buon passo avanti.
In tutta franchezza: secondo te, il tuo ente, per fare bene quello che deve fare, ha bisogno dei due terzi, della metà o di un terzo del personale attuale (dai grandi dirigenti agli impiegati)?
Immagina chee fosse una società privata..