Alla riunione dei capigruppo di oggi, Marilena Adamo ha chiesto assieme ai colleghi dell'Unione che il Sindaco Moratti riferisca in Consiglio sulla vendita di Metroweb. «L'amministrazione deve uscire dall'ambiguità e dire a chiare lettere come intende muoversi in relazione alla vendita di Metroweb. Durante l'estate abbiamo avuto dal Sindaco delle dichiarazioni circa l'opportunità o meno di rivedere i termini di questa operazione: ma è tempo di passare alle decisioni concrete. Ciò è tanto più urgente a fronte dei pettegolezzi, rumori e rivelazioni circa la correttezza delle procedure seguite finora, sui paradisi fiscali e quant'altro, che gettano pesanti ombre sulla vicenda». Abbiamo sentito Marilena per capire qualcosa di più di una vicenda che si fa sempre più oscura.

Marilena, com'è andata la riunione dei capigruppo? «L'Unione ha richiesto una seduta straordinaria del Consiglio dedicata a Metroweb. Visto il netto rifiuto del rappresentante di Forza Italia (ndr: ma perché diavolo si oppongono questi?), se non ci sarà un'apertura in questo senso, raccoglieremo le firme necessarie per la convocazione e la costituzione di una Commissione d'inchiesta.»

Pagliarini pensa a un uomo nero, ma non vuole fare nomi. Secondo te chi c'è dietro questa storia? «Non mi permetto di fare nomi, non è il mio compito. L'accertamento di eventuali violazioni della legge sarebbe semmai compito della magistratura. Io mi occupo della responsabilità politica per un colpo di mano messo in atto nel corso della campagna elettorale, in un momento di transizione, di cui Albertini ha tutta la responsabilità politica.»

Cosa proponete come alternativa alla vendita al fondo inglese con capitali di proprietà sconosciuta? «Il Comune è l'ente che deve farsi carico del problema, garantendo ai cittadini la proprietà di un'infrastruttura indispensabile allo sviluppo.»

Cosa dici dell'ipotesi di una partecipazione della Provincia di Milano? «Nel caso il Comune decida per l'acquisto e abbia bisogno di aiuto, trovo naturale che Penati si attivi, ma solo se ritenesse l'acquisto strategico per lo sviluppo della Provincia, per esempio per la cablatura dei comuni o per l'accesso dei cittadini alla Rete.»