Francesca è un 'insegnante meravigliosa, l'insegnante che tutti avremmo voluto avere per noi e ora da genitori per i nostri figli, penso alla delusione di mia figlia Irene se leggesse cosa hanno fatto i suoi coetanei francesi a Roma mentre a lei e ai suoi compagni di classe,liceali di V ginnasio, viene negato il piacere di una gita scolastica perchè non si trovano professori disponibili ad accompagnarli.
E cosa sarà mai una gita in meno , qualcuno bontempone penserà, se ne fanno tante di gite una in meno non guasterà nulla, anzi, saranno costretti a studiare di più il che non guasta.
A chi dovesse mai ragionare così, vorrei ricordare che la scuola oltre che a studiare è necessaria per formare ed educare , al di fuori degli schemi protezionistici familiari, alla convivenza e tolleranza tra simili e dissimili, finchè un ragazzo è protetto nel suo ambiente, mai metterà in discussione se stesso, mai verrà costretto a fare i conti con la propria personalità ed educazione per amalgamarsi con gli altri.
Si cresce insieme agli altri, anche gli atti di bullismo , che tanto spaventano le famiglie, sarebbero più contenuti se insegnanti attenti come francesca non fossero disattenti e svogliati nel loro compito di educatori.
i segnali di comportamenti alterati e dissocianti, per chi fa questo mestiere con il cuore ed impegno non possono sfuggire.
grazie francesca invidio i genitori dei tuoi allievi.
maria
grazie Francesca. grande Al, non pensi che il "fare bene" possa essere soggetto anche a errori di valutazione dagli esiti discriminatori proprio verso le situazioni che esigono e come in questo caso dove viene profuso il maggior impegno? per esempio, se gli enti preposti decidessero di valutare l'operato dei docenti a partire dai risultati ottenuti dai ragazzi in test basati su set di capacità logico linguistiche, matematiche o altre e se ci fosse "bias" nella definizione dei parametri stessi. non si finirebbe con il premiare le situazioni già rosee e per far piovere sul bagnato nelle altre, che cosa ne pensi?
Carolina
ah ma ha scritto Marco, non Al? Boh, chi ha scritto e chi ha voglia di rispondermi - anche la nostra Franci di certo - è il benvenuto, grazie...
Carol
Contenta grazie ai complimenti, la sorpresa, e totalmente distrutta da un'influenza molto debilitante che mi blocca a letto da ieri mattina, rispondo rapidissimamente, con la promessa di tornare presto.
Quali sono i criteri per valutare gli insegnanti? Di certo non i risultati degli alunni (grazie a Dio non produciamo ma educhiamo, istruiamo). Ma non dimentichiamo che all'interno di una comunita' come la scuola si sa chi lavora e chi no.
Prima di tornarmene a letto vi dico comunque che stamani, quando ho chiamato la scuola media dove faccio 3 ore (le 3 ore in piu', stramaledette) mi e' stato fatto notare che gia' 2 settimane fa sono stata assente... Ero in gita a Roma, questo tutti lo sanno ma interessa a pochi. Per l'amministrazione francese ero semplicemente assente.
Allora, in primo luogo credo che all'interno di una scuola si sappia chi lavora, e come, e chi no. Preside, genitori, ragazzi, bidelli. Tutti sanno tutto.
Poi, dobbiamo ben capire che per gli insegnanti (almeno in Francia) la parola stipendio, il concetto di aumento di stipendio sono un tabù. Tabù dovuto alla scelta professionale (chi diventa prof non lo fa mai per denaro, altrimenti è scemo e masochista) e alla totale assenza di voglia di far carriera (altrimenti è masochista allo stato puro). anche se so benissimo che Marco non parla di aumento di stipendio, o almeno non solo di quello. Credo sia però importante quale sia la psicologia di un insegnante.
Inoltre, si è sempre soli davanti ai ragazzini, quindi io so vagamente, o meglio, immagino solamente cosa facciano i miei colleghei in classe. E' un mestiere in cui si è soli, quasi sempre. Non ci sono rapporti di forza né c'è una gerarchia potente (il preside è il mio capo, ma non a livello pedagogico: semplicemente non conosce la mia materia, quindi dipendo da lui solo amministrativamente).
Qualche mese fa sono stata intervistata da radio24 durante una trasmissione sulla scuola, in pieno dibattito sulla Moratti. Al telefono eravamo in parecchi, ma il più interessante è stato, secondo me, un preside piemontese che propone la valutazione degli insegnanti. Era d'accordo con me sull'assurdità degli ispettori per come lavorano in Francia, però proponeva proprio una commissione di genitori, bidelli, prof, ragazzi, presidi.
Intanto sono tornata a Parigi (dimenticavo: mi sono sentta molto male in questi ultimi 3 giorni a 350 km da casa, in posto meraviglioso vicino a Saint-Malo sulla costa bretone). Hanno chiamato una guardia medica per me: quando gli ho detto che sono prof in quel benedetto posto, il dottore mi ha fatto tante domande. E io ho capito come la TV anche qui trasformi la realtà. Mi guardava come se fossi una viva per miracolo. Non so se ha capito che chi mi ha steso al suolo è stata un'influenza seguita da svenimento e non una classe di sedicenni... Stanca lo sono, è vero, e il mio lavoro (anzi: la gita a Roma) ne è sicuramente la causa principale, però non esageriamo...