Uhm non mi convince il fatto che il Commissario Tatozzi non abbia avuto "nessun contatto con il Ministro Bersani".
Non mi stupisce tanto la notizia in sé (evidentemente chi non vede in questo governo di sinitra una grande volontà di cambiamento...vede bene), quanto questo dettaglio. Ma come, un Commissario (non uno steward di Palazzo Chigi, con tutto il rispetto) vede cancellata la propria realtà lavorativa e non ha "nessun contatto" col Ministro che la sancisce? Capirei avesse detto "nessuna risposta", avrei presupposto che ci fosse stata un'interrogazione, un'invocazione, una qualche domanda da parte del Tatozzi.
Ma "nessun contatto"...
Anzi anzi
ho scritto senza informarmi: donde hai trovato le motivazioni, Mira?
Perchè io ho cercato un po' ma finora ho trovato possibili motivazioni (alle dimissioni) legate a grosse divergenze tra il suo lavoro e le intenzioni dell'esecutivo. In ogni caso pare renderà note le sue ragioni "domani".
La STampa web oppi:
La lotta alla corruzione
non interessa al governo"
Lascia il commissario anti-corruzione Tatozzi «Ci stanno tagliando i fondi»
FRANCESCO GRIGNETTI
ROMA
Non erano certo molti in Italia a sapere che esistesse un Alto commissariato anticorruzione. Oggi che il suo presidente sbatte la porta e se ne va, almeno quest’effetto è assicurato. L’Alto commissariato è un ufficio di 51 persone, incardinato presso la presidenza del Consiglio, nato a fine 2003. Lo presiedeva da due anni Gianfranco Tatozzi, magistrato di Cassazione. Ma da qualche tempo, con l’arrivo di Romano Prodi a Palazzo Chigi, Tatozzi aveva cominciato a dare segni di inquietudine. Questioni di feeling. «Da tempo - aveva spiegato in una recente intervista - vogliono sopprimere l’unico organismo che difende la legalità nella pubblica amministrazione: ci hanno già tagliato i fondi». Ieri la decisione «irrevocabile» delle dimissioni.
Con il governo di centrosinistra, Tatozzi non s’è preso. Forse era inevitabile. L’uomo è un magistrato di tendenze moderate, associato alla corrente Unicost, che negli Anni Ottanta è stato protagonista al Csm delle battaglie che infuriavano attorno al giudice Falcone e poi, a metà degli Anni Novanta, è stato capogabinetto dei ministri della Giustizia Alfredo Biondi e Filippo Mancuso (stagione delle prime ispezioni alla procura di Milano). Nel 1996 si è anche candidato alle elezioni politiche, in Abruzzo, con la destra, ma gli andò male e finì in Cassazione. E’ ritornato alla ribalta nel 2001, quando il governo di centrodestra lo scelse per un incarico di enorme importanza: responsabile del Dipartimento affari di giustizia alle dipendenze del ministro Roberto Castelli. Infine, nel settembre 2004, Berlusconi l’ha nominato Alto commissario anticorruzione.
«Non saremo - annunciò subito - una superprocura. Il nostro fine non è tanto reprimere, ma prevenire. I rapporti con la politica non saranno toccati: se il politico fa una legge e si prende i soldi, a me non riguarda. A me interessa il commesso che intasca la mazzetta». Questa era la direzione. E così Tatozzi s’è mosso. Ha disposto indagini sulla Asl calabrese dove lavorava Fortugno. Poi sull’Anas in quanto «centrale appaltante». Ha mandato la Guardia di Finanza alla Federcalcio. Ha chiesto insistentemente che si desse vita all’anagrafe patrimoniale dei pubblici dipendenti, prevista da una legge del 1997 e mai avviata. Ma non è stata facile. L’Alto commissario ha lamentato da subito la sorda ostilità delle amministrazioni pubbliche. Gli enti locali non hanno mai ratificato gli accordi.
Da ultimo, Tatozzi ha scoperto che c’è un decreto Bersani che di fatto sopprime il «suo» Alto commissariato e ha preso a strillare. «Si cerca in tutti i modi di farci chiudere. Non interessa a nessuno la lotta alla corruzione. Anzi, diamo fastidio a tutti». E ancora, a proposito della prescrizione veloce per i danni erariali: «Quelli che in passato si sono presentati come portabandiera della legalità e della lotta alla corruzione dimostrano che si trattava solo di attacchi strumentali al precedente governo».
e Repubblica web
Gianfranco Tatozzi, nominato nel 2004, ha scritto a Romano Prodi
Già nei giorni scorsi aveva lamentato "l'insensibilità nella lotta alla corruzione"
Si dimette il commissario anticorruzione
"Impossibile una politica seria"
Pesanti accuse all'esecutivo: "Vogliono cancellare l'ufficio"
Gianfranco Tatozzi
ROMA - Con una lettera inviata al presidente del Consiglio, l'Alto Commissario per la lotta alla corruzione Gianfranco Tatozzi, si è dimesso. Una decisione che lo stesso Tatozzi definisce "irrevocabile".
"Con l'applicazione del decreto Bersani - spiega il commissario - finiranno per sopprimere definitivamente l'ufficio. In Italia, una seria politica anticorruzione non è possibile".
Tatozzi, ex magistrato di Cassazione, è stato nominato nell'ottobre 2004, su proposta del precedente governo. Tra i compiti del suo organismo "la prevenzione e il contrasto della corruzione e delle altre forme di illecito nella pubblica amministrazione". Fiore all'occhiello dell'ufficio, le due inchieste sulle gare d'appalto dell'Anas, l'indagine sull'Asl di Vibo Valentia e sui concorsi universitari e le vendite di immobili Inps. In corso anche un'inchiesta sulla Federazione Italiana Gioco Calcio.
"Il budget del mio ufficio - spiega Tatozzi - è di 6,5 milioni all'anno eppure io, sia nel 2005 che nel 2006, ho contenuto le spese a 3 milioni di euro perchè sono sensibile al problema del taglio delle spese, ma non posso sopportare che l'esecutivo cancelli definitivamente il Commissariato. Quarantatrè dipendenti più tre magistrati per combattere la corruzione, eppure il primo ministro attuale neppure mi ha mai incontrato. E se qualcuno adesso dice che devo andare via perchè mi ha proposto Berlusconi e adesso c'è un premier diverso, allora io dico: che ci mettano qualcun altro a dirigere 'sto ufficio e vedremo poi i risultati".
Due giorni fa - in coincidenza con le polemiche suscitate dalla norma contenuta nel maxi-emendamento alla Finanziaria che avrebbe comportato una sorta di 'colpo di spugna' per i reati contabili - Tatozzi aveva già lamentato una "allarmante insensibilità alla lotta alla corruzione".
Tatozzi ha più volte puntato l'indice contro "i reiterati e ostinati tentativi" di arrivare alla soppressione dell'alto commissario Anticorruzione. Un primo tentativo, poi fallito, era riconducibile al ddl Nicolais sulla semplificazione che prevedeva la cancellazione della struttura. Ma il rischio imminente di chiusura è ora rappresentato - ha più volte lamentato Tatozzi - dall'articolo 29 del decreto Bersani, che prevede la chiusura degli enti che entro il prossimo 4 gennaio non provvedono a un riordino con Dpr. "Non c'è sicuramente tempo per noi - aveva detto - questo è un tentativo silente e surrettizio per cancellare l'alto commissario Anticorruzione".
Grazie Maria.
Leggo, scappo a lavorare e rifletto (nel limite delle mie possibilità)
mah a me non convince. se qualcuno dicesse che c'è in atto un meccanismo di spoil system, Tatozzi dovrebbe solo dire che è in atto lo spoil system (come del resto in mezzo Occidente) e non fare lo gnorri sui comportamenti di chi l'ha messo su. mah... poi che ce sia il magna magna mi pare chiaro, il fatto però è che tanto non si va da nessuna parte con i Tatozzi, i Di Pietro etc. anzi a volte si peggiora proprio se si mettono a fare i politici loro... detto questo cmq Maria mi consola, davvero... bel post articolato e di sicuro interesse...
Carolina
maria... ahimè detto tra noi, a me il Tatozzi, non è che mi abbia mai convinto molto, quando fu nominato, vennero fuori (se non erro) strane amicizie e frequentazioni, tra le quali quella con previti...
senza contare che quando fu varato il decreto biondi (il salvaladri), non mi pare si sia opposto...
adesso cerco il pezzo che ne parlava e se lo trovo te lo mando...
ragazzi commissario ANTI corruzione messo su da berlusconi??????????
scherziamo...
io lo avrei eliminato senza nemmeno controllare il suo operato e senza degnarlo nemmeno di una spiegazione...
lo so
sono prevenuto
rieccomi...
il pezzo tratto da un articolo di Travaglio è un'pò lunghetto:
Già il fatto che nasca, presso la Presidenza del Consiglio, un Alto Commissariato Anticorruzione, è una notizia che mette di buonumore. L'unico premier al mondo imputato per corruzione giudiziaria si autoincarica per legge di combattere la corruzione (altrui, si presume). Vengono in mente le battute di Benigni su Dracula presidente dell'Avis o sul mostro di Firenze primario di ginecologia. Ma questa non è una battuta. È una legge dello Stato, la n.3 del 16.1.2003, "Disposizioni in materia di Pubbliche amministrazioni", che all'art.1 recita: «E istituito l'Alto Commissario per la prevenzione e il contrasto della corruzione e delle altre forme di illecito nella pubblica amministrazione, alla diretta dipendenza funzionale del Presidente del Consiglio dei ministri». Come dire: Billy the Kid sceriffo al posto di Pat Garrett. L'idea di creare un'Authority anticorruzione era stata, nella scorsa legislatura, del centrosinistra, che poi naturalmente non l'aveva convertita in legge. Ora la legge c'è. E, da dieci giorni, c'è pure l'Alto Commissario in carne e ossa. E Gianfranco Tatozzi, 64 anni, magistrato abruzzese di nascita e romano di adozione, esponente della corrente "centrista" di Unicost, già membro del Csm (dove si segnalò soprattutto per il voto contro Giovanni Falcone all'Ufficio istruzione di Palermo), fino all'altro giorno capo del dipartimento Affari di Giustizia del ministero di Via Arenula retto dall'ingegner Castelli. Ma soprattutto, secondo i bene informati, vicinissimo a Cesare Previti, di cui sarebbe amico e frequentatore da lunga data. Forte di queste credenziali, oltre a un lungo cursus honorum al ministero prima sotto Alfredo Biondi e Filippo Mancuso (come capogabinetto nel 1994-'95), poi chez Castelli (dal 2001), Tatozzi ha sbaragliato concorrenti a prima vista più titolati a occuparsi di corruzione: l'ex procuratore di Napoli Agostino Cordova, il procuratore di Asti Sebastiano Sorbello e Salvatore Sfrecola, leader dell'Associazione magistrati della Corte dei conti ma soprattutto capogabinetto del vicepremier Gianfranco Fini. Nessuna toga rossa, anzi. Cordova, ultimamente, è difeso a spada tratta dal centrodestra contro il Csm che l'ha trasferito da Napoli, come se non fosse l'autore della celebre inchiesta sulla massoneria deviata. Sorbello, oltre ad aver indagato a Torino sulle tangenti rosse, è il consulente della commissione Telekom Serbia che ha scritto per Trantino & C. la relazione finale contro Prodi, Fassino e Dini. Quanto a Sfrecola, oltre alla vicinanza con Fini, era pure sponsorizzato da Gianni Letta, preoccupato dalle prevedibili polemiche sulla nomina a sceriffo anticorruzione di un amico di Previti (condannato in tribunale, Previti, a 16 anni per corruzione). Ma Cordova e Sorbello sono due "cavalli pazzi", incontrollabili, iperattivi fino ad attirarsi l'accusa di "bulimia investigativa". Pericolosissimi. Sfrecola, provenendo dalla Corte dei Conti, minacciava di conoscere fin troppo bene i conti su appalti e sperperi pubblici. E poi Berlusconi non ha sentito ragioni: «Quel posto l'ho promesso e il premier sono io». Così prima Fini, poi Letta han dovuto abbozzare (Letta, in cambio, ha ottenuto la promozione della sua amica giudice Augusta lannini, moglie di Bruno Vespa, al posto di Tatozzi). Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare: e Previti, a differenza degli altri, è un duro. II vero ministro della Giustizia, per le cose che contano, è lui. E 'l'atozzi è una garanzia: ai tempi di Biondi, non fece una piega quando il ministro varò il decreto salvaladri, poi bocciato per manifesta incostituzionalità dalla stessa maggioranza. E non mosse un sopracciglio quando, nell'ottobre-novembre '94, gli passarono sotto il naso l'incredibile ispezione contro il pool di Milano in piena inchiesta Fininvest, e soprattutto i dossier dell'assicuratore Giancarlo Gorrini contro Antonio Di Pietro, inoltrati in via Arenula grazie ai buoni uffici di Previti e Paolo Berlusconi per provocare l'inchiesta ispettiva top secret che portò il pm di Mani Pulite alle dimissioni. Né, in questi tre anni di devastazione dello Stato di diritto e della Costituzione a suon di leggi ad personam, Tatozzi risulta aver fatto sentire la sua voce. Il silenzio, in certi casi, è d'oro.
La sua nomina in Consiglio dei ministri è passata alla chetichella, fra il lusco e il brusco, senz'alcuna discussione (si parlava di legge finanziaria, e la faccenda non era neppure all'ordine del giorno), alle 23.30 del 29 settembre, mentre Berlusconi festeggiava il suo 68' compleanno e gl'italiani la liberazione delle due Simona. I poteri dell'Alto Commissario sono imponenti: il comunicato di Palazzo Chigi parla di "sorveglianza e monitoraggio (indagini conoscitive, elaborazione e analisi dei dati, controllo su procedure contrattuali di spesa e su comportamenti conseguenti) dell'attività amministrativa della Pubblica amministrazione". Poteri che, nelle mani giuste, consentirebbero davvero di incidere sulla piaga della corruzione. In mani sbagliate, potrebbero diventare un cavallo di Troia per le interferenze politiche nelle indagini giudiziarie. L'Alto Commissario, infatti, ha libero accesso a tutti i documenti che ritenga utili alle proprie indagini, eccetto quelli coperti dal segreto di Stato. Sui processi di Milano, per esempio, può chiedere ciò che vuole. Su Villa La Certosa, per dire, nulla.
drizzt io non entro nel merito dell'operato di Tatozzi, magari era veramente iadatto a rivestire tale ruolo e competenza, ma mi chiedo è mai possibile che in così pochi mesi ci sia stata la più alta concetrazione di manovre sulla corruzione negli enti pubblici ad opera di amministratori pubblici o con cariche parlamentari?
metti il caso che Tatozzi abbia voluto strumentalizzare le sue dimissioni, pensi che non abbia colto il momento a lui più favorevole per apparire una vita del sistema e del ministro Bersani?
Quando parlo di incompetenza e superficialità mi riferisco proprio all'incapacità di calcolare le reazioni e le risposte che il normale cittadino e la signora Maria traggono dalla lettura dei corsivi e delle dichiarazioni sparate a iosa.
Io chiedo professionalità , competenza, intelligenza, non è impossibile credimi se non vogliamo veramente regalare la nostra democrazia alla demagogia e al populismo d'accatto e imperante . Non è che possiamo sperare a vita che Berlusconi sia immortale per reggere il confronto con il centrodestra.
Come ho sempre scritto e pensato, se non ci fosse stato Berlusconi candidato al governo ma Casini o Fini, col cappero che avremmo vinto le pur se risicate elezioni.
O decidiamo di vegliare sulla salute di Berlusconi e pregare perchè sia sempre più narcisista del solito o prepariamoci alla disfatta, aver vinto la battaglia ad aprile non vuol dire aver vinto la guerra e il Rubicone fu attraversato già una volta con indiscusso successo.
maria... ok..., premesso che credo fermamente che tatozzi non fosse l'uomo giusto, per vari motivi, ti do assolutamente ragione sul fatto che sia quantomeno strano che avvengano questi fatti...
a mio parere c'è senz'altro del marcio, altrimenti non si spiegherebbero alcune scelte (come minimo opinabili...)
ti do vieppiù ragione sul fatto che la sinistra al momento, non stia minimamente prestando attenzione alle reazioni del suo elettorato..., qualora si dovesse votare nel breve termine, non ci sarebbe nessuna speranza di vittoria per il csx...
sul fatto che li cdx vinca senza s.b., non saprei, molti lo vedono ancora come un aggregante, altri lo vedono come il fumo negli occhi, non so chi prevarrebbe e spero di non scoprirlo a breve...
Sul sito dell'Alto commissario si parla di 550 operazioni nel 2006 e di tremila impiegati pubblici denunciati.
Si ignora ovviamente quanti di questi dipendenti saranno effettivamente condannati.
Mi resta un dubbio: perchè nominare un commissario con uno stipendio pari allo stipendio base del primo Presidente della Corte di Cassazione aumentato della metà (oltre a dotarlo di una struttura di più di cinquanta persone) per fare quello che dovrebbe fare la Procura della Repubblica presso la Corte dei Conti?
proprio tagliare i fondi all'Alto Commissariato anti-corruzione?
Perchè?
Oltre a prendere un lauto stipendio hanno fatto qualcosa? Scoperto qualche corrotto?
Fatto bene a sopprimerlo. Così come va soppresso l'ente creato al fine di sopprimere gli enti inutili.
L'italia è un paese da barzelletta, si fanno enti e commissioni per qualunque cosa.
Tra parentesi: tra le "tante" proposte della lanzillotta x razionalizzare gli enti locali non figura -al solito- la soppressione delle province.
Come volevasi dimostrare.
confesso, manco sapevo che esistesse siffatto commissario. Avrà fatto un gran lavoro ma clandestino. Io penso che periodicamente i burocrati dello stato andrebbero valutati per il lavoro fatto e del lavoro di questo commissario non mi pare vi sia grande traccia.
io volevo semplicemente porre l'attenzione su quanto sia facile per l'opposizione speculare su informazioni simili, secondo me non a caso Tatozzi ha dichiarato ai giornalisti che Bersani gli ha tagliato i fondi mentre era impegnato ad indagare, con il suo ufficio, sulla corruzione dei pubblici dipendenti ed amministratori.
Penso, inoltre, che abbia valutato scrupolosamente il momento e le parole più incisive, una ad una, la chiave di lettura a cavallo del precedente indulto, delle cause per l'amianto e i danni ai lavoratori di cui non si conoscono più i risultati circa la restituzione del danno ai sopravvissuti e agli eredi, del recentissimo emendamento infilato nella finanziaria da non si sa quale manina fatata con la retrodatazione dei reati per i reati contabili ed amministrativi , è quella di voler mettere in cattiva luce l'azione di governo nella lotta alla corruzione e al delinquere.
Se non ci fossero state tutte queste azioni pressochè contemporaneamente, difficilmente Tatozzi avrebbe scelto un simile momento per inviare la lettera a Prodi con relative irrevocabili dimissioni.
E' passato per un servitore dello Stato messo in sordina dai poteri "forti", l'equivoco con cui si cimenta e rafforza la proria immagine Berlusconi sta proprio nella sua capacità
di apparire vittima e non persecutore.
e' una questione di metodo , opportunità e linguaggio.
è importante limare e saper porgere il messaggio piuttosto che andar giù di peso in momenti così delicati, senza dimenticare che molte cariche istituzionali prestigiose , costossime, magari anche assolutamente inutili non sono state ancora nè rimosse nè sostituite.
Provate a parlare di corruzione con la gente comune e sentirete le risposte, non diranno quasi mai che Berlusconi ha igigantito le sue ricchezze a discapito di noi tutti, impoverito l'assistenza e la sanità pubblica, diranno invece che è un mangia mangia generale e che sono tutti uguali, a destra quanto a sinistra.
siamo o non siamo il paese che con re di Spagna o con il re di Franza l'importante è che se magna?
Porre la questione morale al primo posto, tentar di rimuovere i guasti comportamentali e sociali del recente passato è un impegno per cui occorre investire grandi energie.
Occorre metodo e attenzione.
maria
feroce casino. se si dice "inadatto" si deve dire almeno a che cosa. altrimenti e se proprio non ci si sa nemmeno arrampicare sugli specchi o evitare l'immagine di chi vuol fare l'americano stranota a tutti meno che ai politicanti soprattutto meneghini..., meglio scandagliare le questioni, analizzarle nei loro aspetti, scomporle nei loro granelli di logic(k)a...
Carolina
Sabato sera, 12 maggio 2007, festa privata nella villa del forse Ragioniere (per l'occasione Dottore) Pasquale Bruscino in Marigliano (Napoli), titolare delle più grosse società di raccolta rifiuti dell'area, inquisito, privato della certificazione antimafia. Lo speaker tra un cantante e l'altro saluta l'illustre ospite della serata, Sua eccellenza il Presidente Agostino Cordova....