cocktail ingannevole come pochi. sembra di bere succo di ananas e poi i meno smaliziati dovranno chiedere aiuto per alzarsi, mentre i bevitori di lungo corso faranno, come me, i saputelli e poi zigzagheranno per i vicoli in cerca di muri cui appoggiarsi. si serve in una caraffa, con l'imboccatura ricoperta di panna. per berlo si usano i bicchieri da champagne. io l'ho bevuto al garlochi, uno dei locali più intensamente assurdi che abbia mai visto.

chi ha frequentato a roma il bagno del jonathan's angels e lo prende come il paradigma del kitsch si dovrà amaramente ricredere entrando in una specia di chiesa, con tanto di altare nell'anticamera, al cui centro svetta un'orribile riproduzione della giralda, il campanile della cattedrale di siviglia, sormontata da un'enorme corona dorata e velluti ovunque, con centinaia di fiori freschi: e dentro è peggio, tra decine e decine di madonne di vario stampo, trafitte da spade, lacrimanti, dolenti, vecchie e nuove, nere e bianche, gesùcristi diversamente torturati, gesùbambini dormienti in un letto di organza, immagini sacre e scritte cattoliche ovunque e lui, il proprietario del locale, che assomiglia lontanamente a lenardo sciascia (e lei, la figlia, con due prominenti seni a distogliere l'attenzione dal suo lungo naso).

ingredienti:
succo di ananas
champagne
whisky
cointreau
zucchero di canna
ghiaccio
panna