Giuseppe Veltri è il più recente esemplare di intellettuale meridionale, ultimo di una illustre filiera. Come molti dei suoi predecessori, si caratterizza per un alto tasso di innovazione sia nei temi delle sue ricerche, che nelle metodologie applicate. Si trova a Londra a completare il PhD in Psicologia Sociale alla London School of Economics, ha un
blog molto elegante ed interessante, ed ha appena concluso una ricerca sui blog e la politica italiana. Il tema certamente interessa i lettori di OMB e Giuseppe ci ha gentilmente concesso un'intervista.
Giuseppe, hai fatto addirittura una ricerca sui blog, una cosa molto seria con il marchio di LSE. Come ti è venuta in mente? Che metodologia hai adottato? Quali obiettivi ti sei posto?
Non credo vi sia nulla di strano nel fare una ricerca del genere, in altri paesi esistono già ricerche su questo tema. Il mio interesse di ricerca si concentra sulle dinamiche dell'opinione pubblica o delle opinioni pubbliche dal punto di vista della psicologia sociale: la blogosfera è dunque uno dei possibili ambiti della mia ricerca. A me interessava cercare di capire se anche in Italia la blogosfera fosse quella parte molto attiva d’opinione pubblica con il potenziale per smuovere l'ambiente sociale, politico e culturale. Negli USA, la blogosfera ha giocato un ruolo importante nelle ultime elezioni sia presidenziali che di mid-term, anche in Francia sembra avere un ruolo importante nella corsa alle elezioni presidenziali. Per non parlare poi del ruolo di watchdog che alcuni blog hanno adottato verso i tradizionali watchdog, vale a dire giornali e TV. Di ragioni, come vedi, ne ve sono molte, oltre al fatto che io stesso sono un blogger!
Quanto alla metodologia, ho utilizzato una web-survey: grazie alla collaborazione di tre delle principali piattaforme italiane (Splinder, il Cannocchiale e Dada.net) ho avuto accesso ad un largo numero di blogger. Naturalmente ogni ricerca è perfettibile ed ha dei limiti. Non a caso, preferisco parlare di studio esplorativo anche perchè è il primo che riguardi la blogosfera italiana.
Di conseguenza, ho cercato di toccare più temi pur cercando di offrire un questionario funzionale e scientificamente solido. Ho cercato di esplorare il “come”: le modalità di discussione interattiva sulla politica. Ho cercato anche di comprendere quanto la blogosfera venga impiegata per cercare informazione politica.
Nella tua ricerca, quale è stato il risultato che ti ha sorpreso di più e quale a tuo parere il più importante?
Vi sono diversi risultanti interessanti, ma dovendo decidere ne citerei due. Primo, nella blogosfera si legge di politica molto più di quanto si scriva di politica. Secondo, i blogger tendono prevalentemente a leggere blog con idee politicamente affini, con la particolarità che i blogger di Centro tendono più degli altri a leggere blog di orientamento politico diverso dal proprio. Un ultimo dato: la blogosfera sembra iniziare ad essere utilizzata per organizzare eventi, dibattiti, manifestazioni di carattere politico, ma siamo ancora lontani dall’uso esteso che ne avviene in USA ed altri paesi. I primi due risultati sulla sproporzione tra chi scrive e chi legge, sembrano suggerire che nella blogosfera italiana c’è molto meno dinamismo di quanto ci si potrebbe aspettare, mentre quest’ultimo risultato sembra indicare un’inversione di tendenza, confermata da altri indicatori. Insomma, qualcosa sta iniziando a muoversi anche da noi.
Mario Adinolfi ha sostenuto che "bloggare" sia una attività naturalmente di sinistra, in quanto non gerarchica ed orizzontale. Il tuo studio conferma questa opinione?
Solo parzialmente. Da un lato è vero che la maggior parte dei blogger che hanno preso parte alla mia ricerca si dichiara di ‘sinistra’ e ‘centro-sinistra’. Questo tuttavia è spiegabile, secondo me, in modo diverso, ad esempio i blogger tendono ad avere un elevato grado d’istruzione e appartengono a gruppi professionali normalmente associati ad un orientamento politico verso sinistra. Detto questo, le differenze qualitative tra blogger di destra/centro-destra e sinistra/centro-sinistra esistono ma non sono molte, in generale il modo in cui essi utilizzano la blogosfera per discutere di politica e reperire informazioni su di essa è molto simile. Non mi spingerei a dire che bloggare è una attività di sinistra, anche perché dai risultati ottenuti sembra che i blogger di destra siano molto attivi.
Esistono tanti tipi di blog, anche tra quelli che si occupano di politica: blog di politici, blog di chi si interessa di politica ma ha un altro mestiere, blog collettivi come OMB. Secondo te sono davvero un fenomeno d'insieme o vanno ricondotti a gruppi diversi, ovvero sono il politico, il militante, il giornale, con strumenti moderni? Essi hanno tutti la stessa credibilità?
E’ una domanda a cui è difficile dare una risposta breve, ma ci provo. C’è una differenza tra i blog dei politici ed i blog degli elettori e dei militanti, i primi sono pochi e spesso scarsamente interattivi mentre i secondi interagiscono tra loro. Questa differenza sembra essere molto sentita nella blogosfera. Dai dati della mia ricerca e dalla mia personale esperienza direi che la blogosfera rappresenta qualcosa di nuovo perché arricchisce l’ambiente informativo intorno alla politica italiana, è luogo potenziale di discussione e socializzazione politica. I blog non hanno l’esigenza di essere oggettivi e quindi di godere di credibilità, ma sono portatori di punti di vista diversi. A mio parere, come la sfera pubblica che siamo abituati ad immaginare è stata il frutto dell’ambiente informativo (con i suoi media) di fine ‘800 e del secolo scorso, allo stesso modo la blogosfera e le altre tecnologie dell’informazione stanno plasmando un nuovo modello di sfera pubblica o forse meglio dire di “sfere pubbliche”.
In Italia, il peso attuale dei blog appare limitato, ma in costante crescita. Secondo te, l'aumento della partecipazione via internet spingerà la politica su posizioni più innovative (per effetto di minoranze "rumorose") o più conservatrici (perchè tenderà ad uniformarsi ad opinioni già esistenti, espresse in modo più efficace)?
Credo anche io che in futuro la blogosfera non potrà essere ignorata dalla politica come avviene adesso. La partecipazione via Internet può giocare un ruolo importante, può diventare una delle arene dove prenda luogo una competizione delle idee che tanto manca in Italia. Questa è, per ora, soltanto una potenzialità che non troverà espressione se il mondo politico dovesse rimanere chiuso e autoreferenziale come adesso. Molta della voglia di partecipazione politica che trova espressione nei blog non trova accesso nella politica tradizionale, nei partiti politici. Sono due mondi che ancora non comunicano. La politica italiana è ancora legata all’idea che soltanto i professionisti della politica possano esprimere delle opinioni sui grandi temi pubblici e questo naturalmente non aiuta. Infine, secondo me, c’è da ripensare la militanza politica nei partiti politici per tenere conto di queste trasformazioni.
Quale sarà la tua prossima ricerca e quando tornerai in Italia?
Ho molti progetti al momento che stanno prendendo forma, ma poco, purtroppo, riguarda l’Italia. La ricerca a cui sto lavorando riguarda gli italiani all’estero ed in particolare i professionisti italiani che lavorano all’estero. Vorrei esplorare quali sono i loro valori di riferimento, le componenti della loro identità e le loro priorità politiche ed economiche per l’Italia. Quanto al mio ritorno in Italia, al momento non credo ci siano le condizioni lavorative adatte per tornare e quindi ci tornerò solo in vacanza.
Grazie mille per l’intervista davvero interessante, anche a nome di tutto OMB. Per chi fosse interessato, la pubblicazione con i risultati dettagliati della ricerca di Giuseppe Veltri, la cui lettura è consigliata per chiunque si occupi di politica, si può comprare qui.
Grazie a te!