Il TAR dà torto ad AEM
Come sia finita la vicenda
Metroweb lo sanno tutti i milanesi. Con una serie di scuse che non stanno in piedi, AEM si è
svenduta la più avanzata rete in fibra d'Europa, un patrimonio di valore inestimabile - soprattutto in prospettiva - che la città ha pagato in denaro e disagio per gli infiniti scavi. Con il mondo dell'economia concorde nel definire "
monopolio naturale" una MAN (Metropolitan Area Network), Milano se n'è sbarazzato per una cifra che molti hanno definito inadeguata, peraltro vendendo a Stirling, un equity fund inglese con capitali offshore, patrimonio inferiore all'entità dell'acquisto e nessuna competenza tecnica. Lo scenario è inquietante, con due facce note (
Bonfiglio e Napoleone) della Fastweb-e.Biscom-Metroweb connection ricomparse alla guida di Stirling e l'ex sindaco Gabriele Albertini (a loro molto vicino) che
contraddice apertamente le informazioni date da Letizia Moratti sull'asta.
In tutto questo bailamme, l'opposizione milanese ha fatto poco o nulla. La vendita di Metroweb è stata una prepotenza e forse un abuso commesso da alcuni e accettato dalla giunta nei confronti di tutta la città, che si vede espropriata di un'infrastruttura di straordinaria importanza. Era roba da incatenarsi ai cancelli di AEM per impedire lo scempio, ma non è successo niente di tutto questo. I soliti comunicati formali, la solita melina di facciata, ma le cose sono andate come sono andate.
Unica eccezione, Davide Corritore, l'outsider delle primarie, che da sempre fa della connettività un tema su cui impegnarsi. Grazie alla sua esperienza di economista, Corritore ha capito immediatamente che qualcosa non andava per il verso giusto e non ha mollato l'osso fino all'ultimo, arrivando - dopo la formalizzazione della vendita avvenuta lo scorso ottobre - a fare un'interrogazione per ottenere la documentazione sull'asta e il contratto. Una prima risposta positiva di Zuccoli è stata seguita da una lettera di formale rifiuto da AEM - sempre a firma Zuccoli - per questioni di riservatezza e in ossequio - guarda la combinazione - alle richieste di Stirling, che si oppone a mostrare alcunché. Il tutto era giustificato dal fatto che la partecipazione del Comune in Metroweb non era di maggioranza, quindi - secondo la Banda Zuccoli - non sussite il diritto del consiglio di ficcare il naso.
Davide Corritore non ha mollato l'osso. Prima ha acquistato un'azione, tentando di ottenere i documenti in quanto azionista, poi ha deciso di ricorrere al TAR, che ieri gli ha dato ragione su tutta la linea. Questa mattina si presenterà con la sentenza in mano in AEM e pretenderà di atti di vendita e relazioni sull'asta. Ci sarà bisogno dei carabinieri per indurre il riottoso Giuliano Zuccoli a rispettare la città e i cittadini che gli pagano un sostanzioso stipendio?
Aspettiamo di sentire da Davide, presumibilmente nelle prossime ore, le evoluzioni della situazione.