Meglio fare da sé, anche se il divorzio non è tra i più semplici, perché tra i vari gioielli di famiglia da spartire ce n'è uno che secondo
autorevoli commentatori (e anche a leggere con attenzione qualche numero) si rivela un gioiello tarocco. Un pacco insomma. Si tratta di
ASAM SpA, la società creata dall'amministrazione di centrodestra nel 1995 e rimasta inattiva per un decennio, fino a quando a Penati & C. è venuto voglia di cominciare a giocare al Monopoli Edizione Speciale Autostrade, comprando e vendendo (coi soldi nostri) e accumulando una spaventosa quantità di debito (pubblico).
Ne abbiamo parlato varie volte, letto tonnellate di documenti, sentito decine di opinioni, ma ancora non è chiaro perché diavolo la provincia di Milano abbia deciso di (a) regalare a una società controllata quasi al 100% le proprie quote di Serravalle e altre autostrade e (b) di indebitarsi fino al collo per far acquistare ad ASAM ulteriori quote di Serravalle - OK, per raggiungere la maggioranza - a un prezzo quantomeno discutibile. Il risultato è che se prima del turbinio di quote, prestiti e regalie organizzato da Penati & C. il 38% di Serravalle dava dividendi di svariati milioni, sempre utili al difficile bilancio provinciale, oggi quei quattrini servono integralmente a pagare gli interessi su un debito che non accenna a calare.
E' interessante notare come all'epoca del governo di destra, l'opposizione stigmatizzava la distribuzione dei dividendi, tanto che il 18 dicembre 2003 il nostro beniamino
Paolo Matteucci (all'epoca capogruppo DS ed evidentemente già molto di sinistra) definì in uno storico comunicato "un altro favore a Gavio" questa scelta. Dopo la vittoria del centrosinistra, evidentemente i favori a Marcellino Gavio sono diventati "strategici" (come si dice in politichese per intendere che non si è in grado di giustificare una cosa con dati reali) e di sinistra. Prima si acquista da lui il 15% di Serravalle a prezzo non esattamente vantaggioso (Penati invoca il bonus di maggioranza, ma è noto che
più parti considerano la valutazione spropositata), poi si continua a distribuire dividendi come faceva la destra (ma
obtorto collo, perché ad ASAM deve pagare gli interessi di cui sopra). Guardacaso, il bravo Matteucci - oggi assessore ai trasporti e quindi parte in causa - non ha più niente da ridire sui dividendi (evidentemente sono diventati anche loro molto di sinistra). Chi accusa il colpo alla fine siamo noi, i contribuenti. Lo spiega chiaramente Bruno Dapei, capogruppo di Forza Italia in provincia di Milano e presidente della Commissione Trasporti:
«il centrosinistra ci accusava di fare un favore a Gavio distribuendo i dividendi di Serravalle. Però all'epoca la provincia ne incassava il 38% che entravano in bilancio. Oggi Gavio continua a incassare la sua parte, ma il resto va integralmente ad ASAM, che lo gira pari pari a banca Intesa per pagare gli interessi. Al di là di tutto quello che racconta Penati, questa è sicuramente una delle ragioni, se non la principale, per cui il bilancio della provincia è in scandaloso ritardo. Mancano all'appello i milioni di Serravalle e non si sa dove andarne a trovare altri».
Chiarissimo. Quello che è meno chiaro è la conclusione della lettera di Giulio Sapelli al giornaletto locale. L'arroganza del personaggio è nota. In Consiglio provinciale tutti ricordano la frase detta a Giovanni De Nicola, capogruppo di AN che gli chiedeva lumi sui suoi maneggi di soldi e azioni:
«di questi argomenti di alta finanza è giusto che ne parlino solo le persone qualificate» (per puro caso De Nicola ha una laurea in giurisprudenza e un master in materia economica della Bocconi, evidentemente insufficienti a Sapelli per "qualificarlo"). Ora il qualificato professore è seccato con le non qualificate amministrazioni di Monza e Brianza, decise a non accollarsi le quote di ASAM (e relativa parte del debito) al posto della proprietà diretta delle strade (che invece rendono soldi buoni). E qui si arriva al cabaret. Dopo due colonne di dati a ruota libera, il qualificato Sapelli arriva alla soluzione, dotare ASAM di altri quattrini:
«con la cessione di una quota societaria e/o con un aumento del capitale sociale si potrebbe nel contempo: mantenere la maggioranza assoluta del capitale nella titolarità pubblica; azzerare l'attuale indebitamento finanziario e relativi oneri economici; dotare ASAM e la provincia di Milano e quindi anche quella di Monda e Brianza della disponibilità finanziaria per costituire un ente di scopo, dotandol,o già in fase costitutiva di un capitale sociale di circa 150 milioni di Euro».
Hai presente quelli che fanno il gioco delle tre carte in metropolitana? Siamo a questo livello. Dunque provando a tradurre, si capisce che il molto qualificato Sapelli vede due strade per uscire da questo guano:
a - la provincia cede una percentuale di ASAM (ipotizziamo il 49%, visto che Sapelli si fa bello di mantenere la maggioranza, ma ha bisogno di tanti soldi) a non si sa chi, quindi se i cittadini prima dell'avvento di Penati & C avevano il 38% di Serravalle, dopo l'operazione (molto qualificata) avranno il 51% del 51%, ovvero un 25% circa di Serravalle.
b - la provincia non cede una quota ASAM, ma qualcuno fa saltare fuori 150 milioni di Euro per l'aumento di capitale. Posto che nessun privato è tanto scemo da regalare una simile cifra a un'amministrazione di dilettanti allo sbaraglio come questa, è evidente che il sempre più qualificato Sapelli immagina di prelevare il grisbì dalle nostre tasche. Quindi, se prima avevamo il 38% di Serravalle che ci rendeva un bel po' di milioni all'anno, dopo la qualificata operazione ci troveremmo qualche dividendo annuo in più e 150 milioni pubblici in meno. Investiti in buoni del Tesoro, quei 150 renderebbero sicuramente molto di più del dividendo di cui sopra. Numeri, non pugnette.
La domanda è questa: ho capito male io (che non sono qualificato) o qualcuno vuole prenderci per i fondelli?