Il gruppo di Alleanza Nazionale in provincia di Milano ha emesso ieri questo comunicato, che
conferma i timori di chi ha seguito la triste vicenda di Serravalle. Se la notizia è vera, la sconclusionata truppa di dilettanti (per non pensare male) che gioca a Monopoli a Palazzo Isimbardi ha deciso di procedere con lo scempio, vendendosi i gioielli di famiglia per pagare i debiti contratti per acquistare gli stessi gioielli. E' davvero incredibile: nel giro di un anno o poco più i soldi dei contribuenti sono serviti per pagare il 15% di ASAM a un prezzo altissimo, giustificato (si fa per dire) dalla necessità di avere una maggioranza che oggi viene svenduta senza dare una sola spiegazione ragionevole del perché.
Facciamo 2+2. Prima che Penati desse mandato al molto qualificato Giulio Sapelli di giocare a suo nome, la Provincia aveva il 38% di Serravalle e ne incassava i dividendi. La quota è stata regalata ad ASAM, che ha comprato un 15% extra indebitandosi fino al collo. Dopo la (s)vendita resterà il 66% di una società che ne detiene il 53% circa, quindi un 36% di proprietà (peraltro non più diretta, ma tramite una partecipata). A questo punto basta un professor Sapelli-2 La Vendetta o una fola del Vimercati di turno perché anche questo residuo capitale pubblico, per una ragione o per l'altra, per tamponare questo o quel buco nero, prenda il volo.
A questo punto Filippo Penati ha raggiunto lo scopo, dimostrare a chi l'ha votato che due anni fa mettere la crocetta su Ombretta Colli non sarebbe poi stata un'idea così peregrina.
Chiediamo che il professore di applicazioni tecniche che occupa pomposamente il trono di Palazzo Isimbardi (o chi per lui, nella truppa dei suoi poco titolati ma molto compensati addetti stampa) abbia la compiacenza di spiegare ai cittadini, con parole chiare e numeri credibili, le ragioni di questa bella pensata.
Chiediamo che l'assessore (molto di sinistra) coinvolto,
Paolo Matteucci, abbia la decenza di dire qualcosa di sensato.
Chiediamo alla truppa ulivista locale come si concilia l'intransigenza con cui è gestita la
vicenda Metroweb con l'insipiegabile accondiscendenza nei confronti di altrettanto scempio consumato in provincia. Due pesi e due misure? Tornaconto? Ignavia? Altro?
Un grazie anticipato a chi - tra le persone interpellate qui sopra - troverà il po' di buon gusto e dignità necessari a scrivere due righe per convincere i cittadini sgomenti e impotenti che "destra, sinistra, tanto è tutto un magna magna" resta un luogo comune qualunquista. Per favore, spiegazioni, non pugnette.