Everyman di Philip Roth è un libro duro, fin dalla copertina che Einaudi propone ai lettori. Ed è un libro 'nero', fin dalle sue primissime righe: quell'incipit «intorno alla fossa» lascia davvero poco spazio ad equivoci. Ambientato ben al di là del tempo in cui «la giovinezza impallidisce», come vuole il Keats dell'epigrafe, è un libro dedicato al tempo che passa, anzi al tempo che è già passato. Quel nulla, che è insieme la vita e la morte, è sempre presente, anche nella tensione verso di esso, della malattia, della decadenza, della trasformazione di sé irreversibile, descritta implacabilmente e senza consolazione, operazione dopo operazione, incidente dopo incidente. se volete leggere Everyman e
- vi siete appena operati;
- avete già perso entrambi i genitori;
- le vostre relazioni sentimentali sono fallite;
fatelo pure, ma non dite che non vi avevamo avvertito.
Per il resto, come sempre Philip Roth, un grande libro!
Sono un "partigiano" di Roth, e quindi propenso a giudicare positivamente i suoi lavori. Ma Everyman mi pare davvero straordinario. Avverti come un colpo allo stomaco per la forza con cui Roth ti getta addosso la tua mortalità e l'ineuttabilità dell'evento luttuoso.