Ventidue domande (più una) sul Pd
di Paolo Leon
Malgrado il dibattito nelle sezioni, continua ad essere oscuro il movente politico per l’unificazione con la Margherita e perciò la prova provata della sua necessità. Sembra che si tratti soltanto di capitalizzare sulla differenza tra gli elettori dell’Ulivo alla Camera e quelli dei due partiti al Senato. Da un lato, la differenza è troppo piccola perché giustifichi una unificazione al buio di contenuti, d'altro lato nulla dimostra che l’unificazione farà crescere il consenso elettorale. Peggio ancora, non è possibile dimostrare che questa unificazione ridurrà la frammentazione politica italiana - e quando la sinistra lascerà il processo costituente, la maggioranza dei Ds ne avrà una prova, per così dire, ontologica; sarà anche inutile dolersene, dato che la rottura era probabile fin dal giorno nel quale i dirigenti Ds decisero di passare dalla Federazione dell’Ulivo al Partito Democratico.
Una parte della giustificazione per il Partito Democratico starebbe nell’unificazione dei diversi “riformismi”. Naturalmente, si tratta di una forma di cattiva coscienza: si parte dalla parola - il riformismo - per comprendervi tutti i movimenti che agitano la società, dagli ecologisti, ai pacifisti, fino al volontariato, ma appena si cerca di trovare l’antagonista del riformismo, non si guarda a destra (riformismo contro la reazione, contro il confessionalismo, contro l’ingiustizia sociale), ma si guarda a sinistra (riformismo contro il radicalismo), rivelando che il conflitto è dentro la sinistra e che i movimenti, sempre visti con sospetto, sono una foglia di fico. La cattiva coscienza fa anche brutti scherzi: sarebbe, infatti, appropriato qualificare come radicalismo, ma di destra, intollerante e confessionale, il comportamento di una parte rilevante della Margherita. Non sarà, per caso, che nella vecchia tradizione comunista si stia, anche involontariamente, ricostruendo un effettivo radicalismo liberista che possa unirsi a quello confessionale? Del resto, che il radicalismo di sinistra sia assai poco radicale, lo dicono i fatti - visto che si sta tutti nel governo Prodi; ne segue che i sostenitori del Partito Democratico sono pronti a svoltare a destra, come illustrato sia dalla mozione Fassino sia dal cosiddetto Manifesto per il Pd.
Basta immaginare cosa succederebbe se l’unificazione avvenisse. Resisterebbe una corrente Ds nel Pd? Là dove i Ds sono forti nella società (Emilia, Toscana, Umbria) forse sì, ma l’assenza di una precisa identità politica della corrente potrebbe far esplodere le vecchie lealtà di partito. Questa esplosione è invece assicurata dove i Ds sono meno forti, perché senza identità, vince chi della politica ha una concezione clientelare. Per capirci, elenco una serie di domande cui i compagni dovrebbero rispondere, senza nascondersi dietro il “chi vivrà vedrà”:
- con il Pd sarà più facile difendere la parte prima della Costituzione?
- con il Pd, sarà più facile difendere la laicità dello Stato?
- con il Pd, sarà più facile difendere l’autonomia della Magistratura?
- con il Pd, sarà più facile riconoscere pienamente il ruolo delle donne?
- con il Pd, fuori dal Pse, sarà più facile lottare per un’Europa sociale?
- con il Pd, sarà più facile aiutare i paesi poveri?
- con il Pd, sarà più facile rafforzare e rendere più efficiente lo Stato Sociale universale (aperto e gratuito per tutti, finanziato con l’imposta progressiva)?
- con il Pd, sarà più facile rafforzare la scuola pubblica?
- con il Pd, sarà più facile finanziare la ricerca pubblica rispetto a quella privata?
- con il Pd, sarà più facile ridurre la brevettazione dei medicinali salva vita?
- con il Pd, sarà più facile difendere e ampliare lo Statuto dei Lavoratori?
- con il Pd, sarà più facile eliminare il precariato?
- con il Pd, il sindacato sarà più forte e più unito?
- con il Pd, sarà più facile lottare contro i monopoli?
- con il Pd, sarà più facile mantenere pubblici i servizi locali?
- con il Pd, sarà più facile disciplinare i concessionari privati del settore pubblico (Tv, strade, acqua, telecomunicazioni, elettricità, gas, edilizia, ecc.)?
- con il Pd, il Mezzogiorno avrà una possibilità di sviluppo maggiore?
- con il Pd, sarà più facile abrogare le leggi ad personam?
- con il Pd, sarà più difficile “convivere con la mafia”?
- con il Pd, sarà più facile difendere la Legge Basaglia e magari attuarla?
- con il Pd, sarà più facile combattere l’obiezione di coscienza?
- con il Pd, sarà più facile operare per la pace?
In generale, con il Partito Democratico sarà più facile operare per l’uguaglianza? Perché è certo che la fratellanza, già modesta tra noi, non sarà il tratto del Partito Democratico. E siete proprio sicuri che, riducendo l’importanza dell’uguaglianza e della fratellanza tra i vostri ideali, riuscirete a preservare la libertà?
Capisco che i Ds avevano perso la “forza propulsiva”: ma è avvenuto perché molti tra i nostri dirigenti non hanno mai creduto che, finito il Pci, fosse possibile un'altra lotta da sinistra, e hanno mutato l’ideologia originaria del comunismo nel suo opposto, l’ideologia liberale. Eppure, sono i grandi cambiamenti nelle nostre società, spesso invocati come pretesto per la nascita del Pd, che ricreano la necessità del socialismo, e proprio perché stiamo perdendo l’uguaglianza, la fratellanza e, dopo l’11 settembre, come si vede a Guantanamo (e per i rapimenti della Cia), anche la libertà.
pienamente d'accordo con Paolo Leon.
Finalmente una voce autorevole che si leva contro l'ipocrisia autoreferenziale del potere e contro la retorica del "riformismo".
Giustizia sociale, stato sociale, sanità pubblica, scuola pubblica, ricerca pubblica: tutti i termini che i valenti fautori del PD in quota DS, fassiniani, dalemiani, veltroniani ecc... fanno finta di aver dimenticato o, peggio, di non aver mai conosciuto (e quel che peggio, tutto in nome di un fantomatico "mercato").
Applausi in piedi al professor Leon. Fischi e pernacchie a tutti gli altri (con la segreta speranza che un bel dì rinsaviscano, o in alternativa sprofondino in un bel baratro, prima che sia troppo tardi).
Domande lucide assai, alle quali nessun pidiemmino può dare una risposta. A cominciare dal mio ottimo amico Marco Simoni. :-)