Partito democratico in difficoltà Avrebbe il 23 per cento dei voti: meno della somma Ds-Margherita
Crescono i dubbi nei due elettorati «fondatori»
di RENATO MANNHEIMER
Se si votasse domenica, il Partito Democratico otterrebbe il 23-24 per cento. Il risultato vero dipende ovviamente dalla campagna elettorale e dall'immagine che, al momento della consultazione, la nuova forza politica sarebbe in grado di dare. Ma le intenzioni di voto espresse oggi (che non sempre e necessariamente si traducono poi in comportamenti) possono fornirci un quadro molto indicativo dell'atteggiamento dei cittadini per il nuovo possibile soggetto politico. E il tratto prevalente è sempre più la sfiducia.
Il computo parte necessariamente dall'ampiezza dell' elettorato attuale delle due principali componenti del Partito democratico: Ds e Margherita. Secondo gran parte delle stime, essi possono contare oggi, nel loro insieme, sul 25-26 per cento dei consensi. Si tratta, come si sa, di una percentuale assai inferiore a quella (31,3 per cento), conseguita in occasione delle elezioni del 2006: è un altro segnale della crescente disaffezione maturata nei confronti del centrosinistra da un anno a questa parte.
Tuttavia, non tutti gli elettori attuali dei due partiti vedono con favore la creazione del Partito democratico. C'è una più o meno esplicita contrarietà sia tra i Ds, sia nella Margherita. Tanto che solo una parte (il 78 per cento circa) dichiara che «prenderebbe in considerazione» il voto per il Partito democratico. Tenendo conto di queste perplessità, si ottiene un segmento di votanti «certi» per il Partito democratico pari al 20-21 per cento dell'elettorato italiano.
Ma, come si sa, l'ambizione del nuovo partito è di raccogliere non solo i consensi già presenti nelle due forze politiche che dovrebbero formarlo, ma anche i voti di altre formazioni, nel centro, nella sinistra e, specialmente, quelli dei tanti indecisi o potenziali astenuti che in questi anni si sono progressivamente allontanati dalla politica (e, talvolta, dalla partecipazione alle elezioni). Effettivamente, sino a qualche tempo fa, la prospettiva del Partito democratico
pareva coinvolgere buona parte di costoro. L'entusiasmo è andato tuttavia raffreddandosi di mese in mese. Le ricerche, quantitative e qualitative, suggeriscono l'esistenza di diversi fattori all'origine di questa erosione. Ad esempio:
— la progressiva diminuzione di consensi verso le forze di centrosinistra nel loro insieme, che ha portato, tra l'altro, ad una corrispondente contrazione dei giudizi positivi sull'operato del governo (ampiamente documentata, da ultimo, nell'analisi di Diamanti sulla Repubblica di ieri).
— l'accentuarsi nell'elettorato (e, quel che è più preoccupante, tra i militanti) dell' impressione che il Partito democratico potrebbe finire col diventare un partito «vecchio», simile forse a quelli della prima Repubblica: con le correnti, le lotte interne, ecc.. E non una forza politica «nuova» e «diversa», come ci si aspettava. Al riguardo, si sa che gli elettori italiani hanno maturato una diffusa avversione per l'idea di partito tradizionale, a partire dallo stesso vocabolo: non a caso nessuna delle maggiori formazioni costituite di recente si chiama «partito».
— una delusione nei confronti della leadership del Partito democratico vista spesso come portatrice di valori e, specialmente, di logiche politiche «vecchie».
Questi ed altri motivi hanno portato ad una sempre minore capacità di attrazione del PD nei confronti degli elettori, tanto che dichiara di prenderlo in considerazione «solo» il 2-3 per cento dei votanti non compresi già in Ds e Margherita.
Nell'insieme, ciò porta ad un 23-24 per cento di consensi oggi definibili come «sicuri» per il Partito democratico. Certo, il bacino potenziale è molto più ampio e giunge al 37 per cento, con dichiarazioni di interesse da parte degli elettori di una molteplicità di forze politiche, a destra come a sinistra. Ma per conquistarli occorrerebbe suscitare nuovamente l'entusiasmo e la speranza di rinnovamento che, in questi mesi, sono sembrate man mano offuscarsi. Insomma, l'opa per il PD proposta ieri da Salvati sul Corriere può avere esito positivo solo se, come lui stesso sottolinea, la nuova forza politica si propone con un'immagine e con contenuti «nuovi». Viceversa, la mera sommatoria tra forze politiche esistenti, in Italia non ha mai avuto grande successo.
Come si fa a sperare che una classe politica sia in grado di gestire un paese corrotto e vecchio come l'Italia se non sa nemmeno organizzare la fusione di due partiti?
Caro Biraghi, hai messo un titolo che ribalta le conclusioni dell'articolo di Mannheimer.
Un 23/24% senza campagna elettorale è ottimo.
Vuol dire che un italiano su quattro fa parte dello zoccolo duro che voterà PD anche se dovessero cagargli in testa.
Immaginiamo se in campagna elettorale mandano in TV per qualche settimana Bersani o Franceschini, arrivano al 35/40%.
Quiesto era il senso dell'articolo, vabbeh avere la tara mentale di fare sempre la fronda, ma attenzione a non esagerare.
A parte che questi sondaggi sono preliminari e non sempre esatti, bisogna che serenamente una riflessione la facciamo noi cossiddetti di sinistra. Un partito che nasce senza radici e riferimenti culturali, senza una vera base militante non può che aspirare al 25% dei consensi, di quelli che lo voterebbero a prescindere. La cossiddetta società civile, che poi siamo tutti noi, contati due o tre volte, non ha mai cambiato i risultati elettorali. Berlusconi era il male assoluto, e bisognava batterlo, ma Prodi ed in suo governo sono inadeguati ai bisogni urgenti del paese. Il 23-24 % di consenso è già ottimistico.
Se onn ci fosse Berlusconi all'opposizione i consensi del PD scenderebbero al 15%.
E' per questo che lo lasciano li bello tranquillo, senza fare nulla di concreto per risolvere il conflitto di interessi.
Come al solito è bene essere molto cauti sui dati dei sondaggisti. Detto questo, però, che "l'elettorato potenziale" del pd (37%), cioè il massimo a cui potrebbe aspirare se tutti quelli "che prendono in considerazione" l'ipotesi di votarlo, vada poco oltre quello che il pci degli anni '70...
A me sembra poco serio fare valutazioni sul pd senza
a) che si capisca cosa succede alla sua sinistra: aggregazione post-comunista prc-pdci-correntone? magari anche verdi? oppure soggetto post-socialista correntone-sdi-scampolisocialisti e altro soggetto post-comunista? E alla sua destra: nuovo soggetto centrista? scissioni dei popolari nella margherita? ecc.
b) che si sappia con quale legge elettorale si andrà al voto: proposrzionale con sbarramento? a quanto? premio di maggioranza? al maggior partito o alla coalizione? collegi uninominali? sistema misto?
Sono fattori che pesano troppo per poter tirar conclusioni prima che ci sia un quadro sufficientemente chiaro.
è, bèh...qualunque ragionamento è inutile, se fassino pensa a riabilitare i ladri...
no problem ci pensano un pò di candidature alla scalfarotto e altri italiani di successo (un pò di avvocsti rampanti, un imprenditore televisivo magari, uno che crea siti per esempio, una donna a capo di una azienda turca che vende microchip) a ridarci credibilità...
Fassino gli telefona e gli offre un seggio più o meno sicuro (è il nuovo PD ma potrebbe essere anche un partito comunista strutturato in modo leninista) e vedrai quanti voti portano!
Cavolini glassati ai marroni
Ingrediente principale: Cavolini
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Preparazione
Togliete la prima buccia ai marroni poi metteteli in una casseruola con acqua fredda, un pizzico di sale e una foglia di alloro.
Cuoceteli per circa 20-25 minuti quindi estraetene pochi per volta e pelateli eliminando anche la seconda pellicina.
Mondate i cavolini, eliminando le prime foglioline sciupate e buttateli in acqua bollente salata portandoli a circa metà cottura, poi sgocciolateli e fateli saltare con metà del burro.
Intanto sbucciate la cipolla e fatela appassire nel burro rimasto; unite i marroni, fateli colorire.
Riunite nella stessa padella i cavolini e i marroni, regolate di sale, e lasciateli insaporire insieme.
Bagnate con il brodo e lasciate cuocere dolcemente per circa 20 minuti, scuotendo di tanto in tanto la padella, senza mescolare, per non rompere le castagne.
Ingredienti e dosi per 6 persone
* 1000 g di cavolini di bruxelles
* 500 g di marroni
* 60 g di burro
* 1 mestolo di brodo
* 1 cipolla grande
* Sale
* Pepe
Calcolo delle calorie
* Brodo (55)
* Burro (451)
* Cavolini di bruxelles (310)
* Cipolla grande (26)
* Marroni (2500)
* Pepe (1)
* Sale (1)
Totale calorie per persona: 557
Cambiare per non cambiare nulla ....questo potrebbe
descrivere questa operazione del partito democratico, un contenitore e niente altro.
Non vedo che cosa cambia per noi, nulla !!! parleremo sempre delle cose:
i condannati rimarranno la fare le leggi
i conflitti di interessi rimarranno li
e clientele rimarranno li
i loro privilegi rimarranno li
la giustizia funzionerà sempre a senso unico..
a noi toccherà di continuare a prendere
le mazzate e ha sopportare lo stesso schifo...
con o senza partito democratico...
il pd visto da catania: oggi come ormai prassi manifestazione di contestazione di decisione della giunta di centrodestra della margherita per l'ennesima volta senza i ds ormai non esistenti a catania.