Da non perdere il saggio di Bruno Arpaia, Per una sinistra reazionaria, pubblicato qualche giorno fa per i tipi di Guanda. Per parlarne, mi affido alle ultime righe, e all'ultima citazione: «Come diceva Carlos Quijano, i peccati contro la speranza sono i più terribili, i più catastrofici: sono gli unici che non hanno né perdono, né redenzione». Per questo Arpaia guarda a una sinistra reazionaria, in senso - chiaramente - sofisticato. «La sinistra reazionaria, comunque saldamente legata al concetto di uguaglianza, "reagisce" a qualunque imposizione del pensiero unico che risuona ai quattro angoli del pianeta, ai cantori dello "spirito del tempo"». Contro le facili innovazioni della vulgata politica della sinistra contemporanea, Arpaia riparte da Pasolini e da Gadda (contro quell'Io che non è nient'altro che «il più lurido dei pronomi»), per mettere in discussione una troppo comoda accettazione della modernità e dell'idea di progresso. Beh, ma quale ritorno?
In italia sinistra reazionaria, destra sociale e papalini sono i boss di quell'anomalia che ci sta sbattendo fuori dal mondo moderno.
Un paese -appunto- dove un cinese viene multato per una legge del 38 sui carrellini, veltroni e la destra si battono contro la libertà delle licenze dei tassì, tutti insieme intonano inni allo stato buroratico e parassitario.
Dovrebbe essere contento, Arpaia: lui e i suoi sono al potere da tempo; l'unico guaio è che ogni tanto devono fare qualche inchiunuccio agli alleati dossettiani e clericali in genere.
Vedere rinascere il psi, per giunta col nome di psi (ormai non hanno più alcun pudore...), può essere considerato un peccato contro la speranza? ^_^
Ps: cmq da Moretti era molto più semplice seguirti :)
@ Mauro: credo di sì. Infatti Arpaia intende ben altro...
Ho SEntito Arpaia in una intevista-confronto a Fahrenait(Radio 3). Francamente: non so chi sia(sarà colpa mia, ma non l'ho mai sentito nominare), e le sue idee mi sembrano abbastanza confuse. La sinista reazionaria in italia è molto conosciuta, è quella classicamente togliattiana e non vedo come possa essere contro il pensiero unico se è vissuta per imporre proprio un pensiero unico, quello bolscevico, violento, assassino e antiliberale. Mi sembra che il loro ideale fosse non il socialismo riformista quando nel 29 si staccarono dal PSI, sempre disprezzato, ma la presa del potere per aprire alla grande strada proletaria. Il legame tra Gadda e Pasolini è come lo scherzo del primo Aprile e con l'occasione ricordo che il poeta morì con la tessera del partito radicale in tasca, proprio in polemica con il grande PCI dell'epoca e aprendosi alla idea liberale del bisogno insopprimile per luomo della libertà e contro la massificazione degli individui attuata nei regni del comunismo reale