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Alberto Biraghi
Sparare è facile
Se ne aveste la possibilità, facilmente, con un anonimo click di mouse, sparereste su un altro essere umano?
Per rispondere davvero alla domanda, andate sul sito di
Wafaa Bilal, un artista iracheno che ha puntato una pistola contro se stesso alla galleria Flatfile di Chicago, invitando tutti i navigatori del web a sparargli, oppure anche a regalargli da mangiare.
Bilal, per un mese chiuso dentro la sua installazione, mangia solo quello che gli viene regalato, ma soprattutto riceve in continuazione migliaia di proiettili di vernice gialla, sparati dai navigatori del web. Incarcerato da Saddam per la sua arte politica, Bilal è un oppositore sia del tiranno che della guerra che ha già colpito, tra gli altri, la sua famiglia. Ma la sua installazione, secondo me, parla a tutti noi.
Suscita emozione e repulsione. Le parole di Bilal nel suo
videoblog su youtube, mentre viene colpito dai proiettili in continuazione (gli sparano anche mentre dorme), sono angosciate e angoscianti. Parlano della violenza nel mondo e della violenza dentro di noi. Parlano della facilità del male – un grilletto da premere con un click – e della fatica del bene: mandargli un panino o una nuova lampada per leggere, come ha fatto un veterano americano dell’Iraq, dopo che le sue erano state tutte distrutte dai
pistoleri del web.