
La chiesa è piccolissima, fresca e in penombra.
Tre figure solitarie, alcune più vicine altre più lontane, ma tutte ugualmente avvolte da una foschia grigia, da tre altari in pietra lentissimamente incedono verso di te.
Finché ad un certo punto attraversano una cascata d'acqua potentissima e si avvicinano ancora. Il passaggio nell'acqua toglie loro l'alone grigio che li avvolgeva e tu, ora, li vedi a colori.
La purificazione che passa attraverso l'acqua, in moltissime culture, e nella nostra forse dal tuffatore di Paestum, è un mito incrollabile. Pensi tu.
Perché finché vedi i primi minuti di questo lavoro ti senti pienamente nella scia di questa narrazione millenaria e rassicurante, tuttavia, dopo un po'che osservi il movimento e le espressioni delle figure cominci, dapprima ad intravedere, e poi a percepire sempre più nitidamente che nei volti di tutte queste persone ad una espressione di sorpresa iniziale ne seguono ineluttabilmente altre di paura, delusione, disgusto e rifiuto.
E le figure che tu pensavi giunte alla fine di un loro cammino, tutte ancora gocciolanti, a quel punto compiono un lento ma deciso dietrofront, affrontano nuovamente la cascata d'acqua e tornano sui loro passi per tornare a scomparire lentissimamente nella foschia da cui erano venute.
A Venezia Bill Viola nell'ambito degli eventi collaterali alla 52° Biennale d'Arte, presenta nella chiesa sconsacrata di San Gallo “Ocean Without A Shore”.
Un'opera cruda in cui Viola demolisce in modo ingannevole, senza lasciartelo intravedere, e tuttavia senza possibilità d'appello e vie d'uscita, il mito della purificazione dell'acqua, del passaggio attraverso l'acqua come qualcosa di conclusivo, e di risolutivo.
Viola ti coglie del tutto impreparato e tu, dopo un po'(i video durano un'ora e mezza), esci dalla chiesetta del quattrocento completamente lacerato e privo della sensazione di una qualsiasi possibilità d'approdo. Alcune immagini di questo lavoro che è ispirato a dei brani di
una poesia dello scrittore senegalese
Birago Diop (1906-1989), possono essere viste in
Oceanwithoutashore.com.
Souffles
Ecoute plus souvent
Les Choses que les Etres
La Voix du Feu s'entend,
Entends la Voix de l'Eau.
Ecoute dans le Vent
Le Buisson en sanglots :
C'est le Souffle des ancêtres.
Ceux qui sont morts ne sont jamais partis :
Ils sont dans l'Ombre qui s'éclaire
Et dans l'ombre qui s'épaissit.
Les Morts ne sont pas sous la Terre :
Ils sont dans l'Arbre qui frémit,
Ils sont dans le Bois qui gémit,
Ils sont dans l'Eau qui coule,
Ils sont dans l'Eau qui dort,
Ils sont dans la Case, ils sont dans la Foule :
Les Morts ne sont pas morts.
Ecoute plus souvent
Les Choses que les Etres
La Voix du Feu s'entend,
Entends la Voix de l'Eau.
Ecoute dans le Vent
Le Buisson en sanglots :
C'est le Souffle des Ancêtres morts,
Qui ne sont pas partis
Qui ne sont pas sous la Terre
Qui ne sont pas morts.
Ceux qui sont morts ne sont jamais partis :
Ils sont dans le Sein de la Femme,
Ils sont dans l'Enfant qui vagit
Et dans le Tison qui s'enflamme.
Les Morts ne sont pas sous la Terre :
Ils sont dans le Feu qui s'éteint,
Ils sont dans les Herbes qui pleurent,
Ils sont dans le Rocher qui geint,
Ils sont dans la Forêt, ils sont dans la Demeure,
Les Morts ne sont pas morts.