Riassumiamo la vicenda del ticket milanese. In campagna elettorale era il primo punto del programma di Letizia Moratti, che prometteva di togliere 230mila auto dalla città. La montagna ha partorito un topolino e la supermanager - impastoiata da una maggioanza tanto divisa e litighereccia che sembra quasi di centrosinistra - ha messo assieme un provvedimento che dà ai cittadini l'impressione che a Palazzo marino ci si stia occupando della cosa, ma che di fatto toglierà poco o nulla dalle strade milanesi. In tutto questo l'opposizione consigliare critica molto, arrivando a minacciare un ricorso al TAR. Ma di proposte alternative non se ne sentono, perché nessuno è mai andato oltre al chiacchiericcio politico su questo tema, su cui i tecnici latitano totalmente. Unica eccezione, Davide Corritore, che ancora una volta insiste sulla necessità di fare opposizione costruttiva. "Propongo di riunire un gruppo di studio per l´elaborazione di un progetto di gestione complessiva del traffico"
le soluzioni al problema del traffico - sia a breve che medio e lungo termine - sono oramai ben note e determinate con chiarezza cristallina (a partire, per esempio, dalla secondo me ottima proposta dello stesso corritore: targhe alterne permanenti da subito).
quello che manca a milano - e su questo punto e' deserto in entrambi gli schieramenti - e' il coraggio politico di attuare le soluzioni, andando cosi' contro le numerosi lobby che hanno un forte interesse al mantenimento dello status quo e lo stesso vastissimo partito degli automobilisti che punirebbe elettoralmente chiunque si azzardi a limitare le loro liberta' motoristiche oramai insostenibili per la collettivita'.
se fosse solo un problema di natura tecnica si avrebbe qualche speranza di uscirne presto; il fatto che il problema sia da imputare a una classe dirigente politica debole, pavida e miope rende purtroppo piu' probabile l'arrivo del teletrasporto prima che si trovi politicamente una dignitosa via d'uscita al caos viabilistico di milano.
Temo che il comitato tecnico debba avere il compito primario di dire ai milanesi oggettivamente le cose come stanno, proprio per evitare speculazioni politiche e demagogie inutili. Il comitato avrà poi il compito, formulata una accurata analisi dei flussi di traffico e della mobilità nel territorio provinciale dell'area Milanese, di valutare le proposte e qui deve intervenire la politica, dei due schieramenti. Se necessario rimandare agli elettori provinciali il responso. Ma per arrivare al referendum bisogna che si attivi un circuito di dibattito intenso per rendere davvero la consultazione priva di speculazione politica.