Corsini: mancano le condizioni per candidarmi nel Pd
«Puntavo a un sostegno omogeneo». Il sindaco di Brescia si ritira dalla corsa alla segreteria regionale
di Paolo Foschini
«Ho ritenuto non sussistano le condizioni». Così, con una lettera di sette righe e mezzo, Paolo Corsini dice grazie e si ritira dalla corsa per la guida del Partito democratico lombardo. D'accordo, formalmente quella del sindaco diessino di Brescia era stata espressa fin dall'inizio come una semplice «disponibilità ». Che praticamente nessuno, tuttavia, aveva interpretato come qualcosa di diverso da una candidatura a tutti gli effetti: e meno che mai Maurizio Martina, il giovane numero uno regionale della Quercia che giusto ieri gli aveva contrapposto la sua, di candidatura. E che da oggi invece, e fino a nuove sorprese, si ritrova l'unico candidato circolante in zona per la poltrona- guida del Pd: sarà lui alle primarie del 14 ottobre l'alfiere locale di Veltroni, e allo stato sarà anche il vincitore sicuro. Per mancanza di contendenti, almeno per ora. Corsini, nella sua lettera, di riferimenti allo sfidante rimasto solo in scena non ne fa neppure uno. L'unica cosa che gli interessa, dice, è il successo complessivo della «nuova formazione». E sintetizza la sua decisione così: «In relazione alla disponibilità che nelle settimane scorse ho reso per un'eventuale candidatura a segretario regionale del Partito Democratico comunico che, dopo attenta riflessione, ho ritenuto non sussistano le condizioni per dare seguito all'intento manifestato. Nel frattempo continuerò nel mio impegno affinché la costituzione della nuova formazione politica possa incontrare il più alto grado di consenso possibile ed affermarsi per il progresso e lo sviluppo del Paese».
La discesa in campo di Martina, del resto, aveva incontrato il sostegno di un bel pezzo d'apparato: dal presidente della provincia Filippo Penati a Luciano Pizzetti, responsabile nazionale dei Ds per il Nord, per non parlare dei lettiani della Margherita. Ma proprio questo aveva accentuato la spaccatura rispetto al gruppo dei diessini bresciani di Pierangelo Ferrari, nonché a quell'altra fetta di Margherita cui la candidatura di Corsini aveva fatto soltanto piacere.
Che a quest'ultimo, dal canto suo, avesse dato fastidio essere messo in contrapposizione a Martina come si trattasse del vecchio contro il nuovo lo aveva già ripetuto ieri: «Anche io mi considero un innovatore, tanto nella politica quanto nella cultura». Per poi aggiungere, come si è detto, che «la mia è solo una disponibilità, ma se fossi già candidato preferirei avere un sostegno omogeneo». Da ieri il candidato è nuovamente uno solo.
Paura eh......