Burlando, governatore contromano "Né affarista né gay, basta massacri"
Le confessioni del presidente della Liguria, diventato simbolo della "casta" per una svista stradale "Stavo lavorando per Genova..."
Mi hanno chiamato tutti per solidarietà. Fassino, D´Alema, anche Prodi: che vuoi, mi ha detto il premier, questi sono i tempi...
Dovevo incontrare i dirigenti di una ditta che vogliono creare una cittadella tecnologica, progetto da un miliardo
di CONCITA DE GREGORIO
Claudio Burlando ha fama di essere taciturno, ostinato, orgoglioso delle sue umili origini, buon amico di Massimo D´Alema, disciplinato uomo di partito, crocevia di affari. Ha inoltre la fama minore di non essere particolarmente fortunato enfatizzata dal gran deragliare di treni negli anni in cui era ministro dei Trasporti. Da un paio di settimane è sui giornali come uomo simbolo della casta degli intoccabili: guidava contromano senza patente, agli agenti ha esibito il tesserino da parlamentare scaduto. Ne è scaturito un dibattito infine approdato all´aula del consiglio regionale ligure: si è discusso oltre che di questi temi anche dello stato di salute del suo matrimonio e di eventuali relazioni extraconiugali, di farmaci assunti per dormire, di inclinazioni omosessuali. Burlando ha chiarito in aula che è in crisi con sua moglie e vive a casa di un amico, che è molto addolorato per il dolore che tutto questo causa al figlio adottivo. Stamani qui nella sua stanza di presidente della Liguria aggiunge con un sorriso ("il primo da diverso tempo") che non è omosessuale "anche se non ci sarebbe niente di male", che non ha una fidanzata trentacinquenne come qualcuno ha scritto "non sono nemmeno separato formalmente". Che non usa farmaci né tisane, non prende niente, nemmeno la papaia. Di quella domenica mattina vorrebbe non parlare, la giornata è fitta di appuntamenti ma insomma va bene, se proprio si deve andiamo. Si torna sulla scena crimine. Guida l´autista. Burlando ha un vestito da ufficio e scarpe chiare da ginnastica, è pallido come un convalescente ma "è per costituzione", dice.
Ecco, è successo qui. «Ho sbagliato. Stavo tornando giù dalla collina degli Erzelli, guidavo io, ero solo. Era mezzogiorno di domenica. Dovevo essere sovrappensiero, la verità è che non so come sia potuto succedere: guido di rado, questa è una strada che non faccio mai. Semplicemente ho sbagliato rampa. Dovevo prendere a destra e invece ho girato a sinistra. Appena ho incrociato un´auto mi sono accorto di essere contromano e mi sono fermato». Non sarà stato che aveva fretta e cercava un varco? «Giudichi lei stessa: nessuno potrebbe decidere di imboccare contromano una superstrada come questa». In effetti è come imboccare l´A1 in senso contrario, una pazzia. «Ho chiamato subito il questore, gli ho detto: punitemi severamente. Lo hanno fatto. Patente sospesa, 3500 euro di multa. E´ giusto. Tutto il resto però è un massacro».
Nel conto del massacro elenca le insinuazioni alimentate dall´opposizione e in particolare dal suo predecessore Sandro Biasotti. Nel chiedere le dimissioni hanno sollevato dubbi tipo: come mai guidava l´auto di un amico? che amico? quanto amico? come mai la domenica mattina andava ad un incontro di lavoro e con chi, anziché stare a casa con la famiglia? Si nascondeva forse, scappava?
La collina degli Erzelli è una spianata di terra piena di containers di proprietà del commendator Spinelli. Dovrebbe diventare con un investimento di un miliardo di euro uno dei più importanti poli di ricerca ad alta tecnologia d´Europa. L´incontro domenicale con gli investitori (candidati) si è svolto qui, in piedi fra la polvere. Quelli della Ericsson, si dice in città. Erano loro? E perché volevano vedere lei? «Il consorzio Genova HiTech che gestisce il progetto è presieduto da Carlo Castellano, imprenditore genovese che conosco e stimo da una vita. Del piano una parte compete alla regione: il trasferimento della facoltà di Ingegneria e la costruzione di una strada. Gli investitori che facevano il sopralluogo chiedevano garanzie su questi punti, come si capisce cruciali. Mi ha telefonato una persona con cui lavoro e che conosco, mi ha chiesto di salire. Se la mia presenza può favorire un´intesa utile alla città io vado anche se è domenica. La mia missione da sindaco è stata quella di risanare il porto antico e la città vecchia. Quella da presidente è di recuperare il Ponente, la vecchia zona industriale. Ho firmato con Riva dopo 18 anni di braccio di ferro un accordo per lo smantellamento di buona parte della vecchia Italsider. Lì dove c´è l´altoforno ci saranno giardini, servizi e una nuova strada a mare che collega al centro». Insomma, doveva fare da garante. "Dovevo dare la mia parola. Sono uscito controvoglia, se devo dirla tutta. Non possiedo un´auto, quella di famiglia ce l´ha mia moglie, ho chiesto in prestito la macchina dell´amico che mi ospita. Ho dimenticato la 24 ore dove tengo i documenti. Quando ho dovuto esibire una carta d´identità mi sono trovato in tasca solo il tesserino da parlamentare. Mi avevano già riconosciuto, naturalmente: è stato solo per l´identificazione formale, per il verbale". L´auto risultava intestata a una società. "E´ di Franco Lazzarini, mio amico da quando giocavamo a calcio da ragazzi. E´ un broker assicurativo, ha una società. Mi ospita in una casa normale, non in una reggia. E´ la depandance di una villa".
All´origine di tutto un incontro di affari, dunque. Lei è stato spesso indicato come facilitatore di trattative. E´ stato anche incriminato per questo. «Sono stato in carcere sei giorni. Sono stato prosciolto e persino risarcito. Anche in quella occasione i giudici mi chiesero conto della casa dove vivevo. Chiedevano come l´avessi comprata: ero in affitto. Io non ho soldi miei, non ho proprietà. Da parlamentare ho versato tutti i mesi cinquemila euro al partito e l´ho fatto volentieri. Da presidente ne verso 3500. Certo che mi sono trovato spesso al crocevia degli affari: la politica è questo, anche, un crocevia dove di incontrano gli interessi e i bisogni". Telefona la redazione di Porta a Porta, Bruno Vespa lo vorrebbe in trasmissione con Mastella. Burlando ringrazia, rifiuta. Ha appuntamento al cantiere di Cornigliano col direttore dei lavori. Si parla della demolizione dell´altoforno, il direttore tecnico della bonifica dell´ex Italsider è l´ingegner Simona Brun, 36 anni. "Anch´io lavoro spesso la domenica", bellissimo sorriso. Uno degli abitanti del quartiere pone questioni legate alla nuova strada. Domenico Minervini, autista di bus. Prega di salire in casa da lui. Quarto piano con vista altoforno. Sono le due, la moglie e le figlie pregano di gradire un piatto di trenette. A tavola le ragazze raccontano dei nuovi vicini immigrati. Urlano, si ubriacano, non rispettano nessuna regola. "Guidano contromano?", chiede Burlando.
Per solidarietà hanno telefonato «tutti: Fassino, D´Alema. Sì, anche Prodi. Mi ha detto: che vuoi, sono questi i tempi in cui viviamo». Tempi descritti da Grillo, suo conterraneo. «Lo conosco pochissimo. L´antipolitica nasce dal malcontento. C´è chi ha troppo, chi ha troppo poco e c´è chi ha qualcosa ma nessuna prospettiva. E´ coi fatti che si cura questo male, non con le invettive». L´ultimo incontro è con Paride Batini, 72 anni, console della compagnia dei portuali. Era amico di Burlando padre, camallo. Nel salone delle chiamate dove ogni giorno si assegna il lavoro ci sono i ritratti di Lenin Togliatti e Guido Rossa. Nella stanza di Batini una frase di Marx in cornice. Parlano in genovese stretto. Batini dice che un tempo "i camalli li curava l´ortopedico oggi lo psichiatra".
Il lavoro è cambiato da quando si scaricavano i sacchi a spalle però quest´anno non va male, è un anno fortunato. La fortuna è un tema delicato da discutere con Burlando. «Cosa vuole che le dica, io sono un ingegnere del Nord, non vado in ufficio coi corni. Da ministro ho stanziato tremila miliardi per la sicurezza dei treni e gli incidenti sono diminuiti. Poi si può anche dire che sono le stelle. Viviamo in tempi così. Sono il primo a sapere che dalla cattiva sorte può venire il bene. Arrivo a dire che se non fossi stato in galera non avrei avuto qualche anno dopo la responsabilità di fare il ministro. C´è un dare e un avere, i conti tornano sempre. Anche quando dissi costruiamo un acquario mi derisero. E´ così, bisogna andare avanti. Torniamo sulla collina degli Erzelli fra qualche anno, vediamo com´è. Poi ne riparliamo".
I Ds e le autostrade hanno sempre avuto un buon rapporto: perchè rovinarlo a causa di una multarella?
"BERNARDO IOVENE
Invece le società che vi danno centinaia di migliaia di euro come le ringraziate?
UGO SPOSETTI- Tesoriere Democratici di Sinistra
Allora, le società che ci danno centinaia di migliaia di euro non le conosco.
BERNARDO IOVENE
Ah no?
UGO SPOSETTI- Tesoriere Democratici di Sinistra
Centinaia di migliaia di euro... le società che ci danno centinaia di migliaia di euro, non le conosco. Se me le fate conoscere voi, io ringrazio.
BERNARDO IOVENE (fuori campo)
Allora glielo ricordiamo noi. Nel 2006 i Democratici di Sinistra di Enna e Bologna hanno ricevuto da cooperative di costruzioni importi di 100 mila euro. I DS nazionali hanno incassato dalla società Autostrade Spa, che è una concessionaria pubblica, 150 mila euro."
(Estratto da: REPORT - AL POLITICO E AL PARTITO, di Bernardo Iovene - puntata del 01.10.06)
Poi, volendo, potremmo parlare del passato di quest'uomo brillante... Ci aiuta a farlo Sergio Morra, Sinistra Critica: "Abbiamo cancellato la memoria di Burlando sotto processo per mani pulite (in particolare per il sottopassaggio di piazza Caricamento), assolto sì, ma con una linea difensiva in cui sosteneva di essere talmente sbadato o incompetente da avere firmato le carte che gli davano da firmare, senza rendersi conto di quel che firmava? In sostanza: assolvetemi, perché non ero un sindaco corrotto, ma un sindaco imbecille. Per premio dell’assoluzione D’Alema lo ha fatto ministro (cosicché ha potuto confermare la sua imbecillità contribuendo allo sfascio delle ferrovie statali)."
Marco Travaglio, proponendo i suoi "sconsigli per le liste", lo piazzava nelle "pagine gialle degli impresentabili": "Burlando Claudio (DS). Ex sindaco di Genova ed ex ministro dei Trasporti, dalemiano di ferro, verrà ricordato, oltreché per le sciagure ferroviarie, per un disastro politico: l'"operazione Sansa". L'astuto siluramento di Adriano Sansa, giudice galantuomo e sindaco onesto e capace dopo gli scandali e i pasticci dell'era Burlando. Sansa viene cacciato dopo un solo mandato per far posto all'ex socialista Giuseppe Pericu."
Insomma, perdona il qualunquismo Alberto, ma tra la destra e una certa sinistra ci sono solo diversi livelli di cialtronaggine.
Lorenzo, non ho dubbi. Non mi permetto di pensare che questo non sia un cialtrone. Volevo solo sottolineare che forse - disponendo di una bella cesta di fichi molli intinti nella cacca - ci sono bersagli che meritano una priorità più alta.
bravo Lorenzo. Purtroppo NOI siamo sempre troppo buoni. Queste faine lo sanno, soprattutto le più furbe. Così, quando sono nella m, fanno l'occhio umido, assumono per un nanosecondo un atteggiamento dimesso e zacchete, ce lo ritroviamo nel culo un'altra volta. Indimenticabile quel farabutto di De Lorenzo, che non si fece fare la barba per tre giorni, chiese al suo sarto di fiducia di mandargli un vestito quattro taglie più grande, si fece truccare da moribondo e andò al processo. E tutti a dire "poverino, poverino". Poverino un cazzo. Poco dopo era già a gozzovigliare a Capri. E se non sbaglio ora ha una cattedra all'Università di Napoli, dove magari, tra un'assenza e l'altra, insegnerà etica ai futuri medici.
Non dobbiamo essere crudeli, ma severi sì.
mi meraviglia che una brava come la De Gregorio non gli abbia fatto neanche una domanda scomoda.
e non parlo della sua vita privata, non me ne frega niente
ne esce un quadretto lindo e pulito, di uno che si sacrifica "perfino" la domenica.
mah!!
http://www.repubblica.it/2003/k/rubriche/cartacanta/5-ottob/5-ottob.html?ref=hprub
Marco Travaglio - Carta Canta - 5 ottobre
Voce del verbo
"Nessun mistero. Il 16 settembre (poco prima di imboccare la superstrada in contromano, ndr) ero alla collina degli Erzelli in missione istituzionale, per parlare con i dirigenti del gruppo Ericsson per il loro possibile insediamento nel villaggio tecnologico. E con me c'era anche il professor Carlo Castellano".
(Claudio Burlando, Ds, governatore della Liguria, 25 settembre 2007).
"Non è vero, ma che importa? L'importante è che Burlando si batta per far decollare il villaggio degli Erzelli".
(prof. Carlo Castellano, presidente di Genova High Tech).
"Il consiglio regionale è convocato il 25 settembre per discutere la mozione di sfiducia a Burlando. Ma il governatore non si presenta. Alle 10.15 del mattino è messa ai voti la sua richiesta di congedo istituzionale, motivato dal fatto che Burlando e un assessore devono andare a Roma, a Palazzo Chigi, per discutere della legge finanziaria direttamente col presidente del Consiglio Romano Prodi. Il consiglio vota e approva. Peccato che Prodi sia dal giorno prima a New York per l'assemblea dell'Onu e che Burlando venga 'beccato' alle 12.15 in una boutique di via Albaro, a Genova, a visionare capi d'abbigliamento femminili".
(il Giornale della Liguria, 27 settembre 2007).
(5 ottobre 2007)
propongo di spostare il thread nella rubrica "la faccia come il culo"...