
Giulio Sapelli, (ormai ex) presidente di ASAM, a Corsera:
«Ci sono state scorrettezze clamorose, con alcuni consiglieri che hanno approvato il piano nel CdA di ASAM salvo poi presentarne uno diverso, quello di Penati, in giunta». Prima la buona notiza: il professor Boiardoni-Sapelli ha finito di prelevare dai nostri portafogli uno
stipendio da nababbo. Dopo aver avallato la vergogna della gestione provinciale ASAM, mangiato a quattro palmenti tutto il mangiabile, Sapelli diventa come prevedibile il capro espiatorio di colpe condivise e fa la fine che pende sul capo di chi si mette al servizio del signorotto di provincia (amici d'infanzia a parte, che quelli non li tocca nessuno). Il venditore di
spazzPOLIZZE UNIPOL inopinatamente assurto alla presidenza della provincia di Milano lo fa fuori gettandosi come un condor sulla direttiva Lanzillotta e in più
ne approfitta per farsi bello grazie alla stampa corriva, che rinuncia alla mansione di "informazione" per assumere quella ben più comoda di "ufficio stampa
at large".
E mentre la girandola Serravalle continua a produrre passivi di ogni genere, per non chiudere in rosso anche il terzo anno di gestione ASAM - il che comporterebbe la dannazione di tutto il CdA a vita, compresi i fidi Saporito e Vimercati, guai a chi li tocca gli amici del signorotto - si procede a una distribuzione straordinaria di dividendo. Le poltrone che interessano sono salve, che è poi quello che conta per la combriccola.
Contestualmente all'epurazione di Sapelli, Penati smentisce se stesso in assoluta serenità,
negando la gara per la cessione delle quote che era stata approvata dalla giunta tra le linee guida (
«sarà la Provincia, secondo le proposta delle linee di indirizzo approvate in Giunta, ad avviare la procedura per verificare l’interesse di investitori qualificati, come ad esempio le fondazioni bancarie, ad acquistare fino a un massimo del 30% del capitale di Asam»). La mirabile capriola passa però totalmente inosservata perché il signor Franco Maggi - l'intitolato titolare delle comunicazioni provinciali, sconosciuto a Google, in compenso amico d'infanzia del signorotto, beneficato da uno stipendio da nababbo alla faccia di tutte le lanzillotte di questa terra - infila un successo clamoroso, riuscendo a convincere i cosiddetti organi di informazione a derubricare la notizia. Corriere e Repubblica - che pullulano di amici provinciali - sussurrano l'epurazione disciplinatamente, in basso a destra, dove nessuno legge. Perfino il Giornale della famiglia Berlusconi tace, ma si sa che il buon Maggi ha amici anche da quel lato. Si salva solo il Riformista, grazie al bravo Jacopo Tondelli, ma lascia il tempo che trova perché lo leggono in sette.
E così, grazie a questi incapaci (a essere delicati), siamo in piena finanza creativa di provincia, come sempre a spese della collettività. A oggi il giochetto (quello che doveva rendere fin dal primo anno 12-15 milioni, come affermò Penati
proprio su OMB) è costato ai contribuenti una decina di milioni di euro l'anno tra interessi passivi,
stipendi da nababbo, sedi tanto sfarzose quanto vuote, consulenze e altre amenità. Magra consolazione: il consigliere di opposizione Giovanni De Nicola ci fa sapere che su questa cupola maleodorante, habitat di figuri che tentano di mascherare il loro vuoto etico e umano con il tasmania cannadifucile, penderebbe un malloppo di documentazione su presunte irregolarità nella trattativa con Gavio consegnata al magistrato Robledo da Gabriele Albertini. Chissà che prima o poi anche su questo tema si riesca a sapere qualcosa di più, visto che le azioni pagate 8,83 l'una da Penati valgono oggi 7,45 anche se la società si è abbondantemente rivalutata.
Poi, la prossima volta, proviamo anche a parlare del fatto che questa banda di penati e vimercati si presenta rigorosamente capolista alle primarie farlocche del Partito Demo
cristianoCRATICO. In nome del rinnovamento, del largo ai ggiovani, della buona politica. E il popolo di (centro) sinistra, allineato e coperto, andrà a legittimare la cerimonia di conservazione del potere e dei privilegi di questa casta inutile. "Il PD è una grande opportunità" recita un noto
luogocomunismo. Per loro lo è di sicuro. Per noi non cambierà nulla. Noi possiamo indignarci, farci venire i travasi di bile, scrivere e scrivere. Ma per quanta merda si riesca a scoperchiare, quelli la ingoiano sempre tutta, la digeriscono bene e ci fanno pure sopra un bel rutto. Alla faccia nostra.