Ieri sera, martedì ho visto per puro caso il TG con intervista a Massimo D'Alema. Alla domanda "che vi siete detti lei e Marini" lo squatter parlamentare in questione ha reagito con una serie di banalità del tutto OT. Quando la giornalista ha ripetuto la stessa domanda, D'Alema ha risposto con un sorrisetto infastidito "ci siamo detti delle cose". Solo spocchia, atteggiamento omertoso, totale disprezzo per l'interlocutrice.

Come se quello che si dicono il ministro degli esteri e il presidente del senato in una condizione di crisi drammatica non riguardasse i cittadini, ma solo le divinità del suo rango.

Come se l'Italia fosse uno spiacevole contrattempo che ostacola lo svolgimento delle alte trame di palazzo tra questo verme e i suoi compari.

Che nessuno si azzardi più a dire che devo affidare la mia delega a questa razza degenerata, ladra e cialtrona "perché sennò vince Berlusconi". E' uguale, se non peggio, a Bossi, Fini, Casini, Buttiglione, Mastella, Calderoli, Miccichè e Schifani.

Il peggio del peggio. Lo sporco infetto che inquina il mio Paese. Il sintomo della decadenza ormai inarrestabile.