Ho cominciato da piccolo con una chitarrina a scala corta regalata dal nonno, ma la scintilla per la chitarra è scoccata durante una gita scolastica di seconda media, quando mi sono accorto che Barbara (la ragazzina di cui ero perdutamente innamorato) aveva occhi solo per quello che sapeva suonare. Le mie chitarre di adolescente sono state una 3R tipo jazz a cui feci montare il pickup da Ricordi e una Eko Ranger a 12 corde. Le amplificavo con un 3R Akrosonik 8Watt (che ancora conservo) e andavo poco oltre il riff di “Che colpa abbiamo noi”.
Negli anni ’70 ho suonato quasi esclusivamente la chitarra-liuto Hofner (che ancora conservo) in omaggio a Fabrizio De André, ma dopo aver parlato con lui nel 1976 mi sono appassionato alle Ovation. Ne ho avute moltissime, tanto che per quarant’anni non ho suonato altre acustiche.
Ho scoperto il fascino della chitarra elettrica nel 1979 con gli articoli di Maurizio Piccoli sulla rivista Strumenti Musicali. La prima è stata una Telecaster serie S9, pesantissima, poi ce ne sono state innumerevoli altre. Nel 1992 la scimmia è esplosa talmente forte da indurmi a dar vita alla fanzine Nashville, poi cresciuta online dal 1977 come Accordo.
Dal 2017 ho cominciato a ridurre l’arsenale di chitarre elettriche e dal 2019 ho ridotto la collezione di Ovation, che in alcuni momenti ha superato quota trenta chitarre, anche perché dopo la morte di John Prine ho cominciato a studiarne l’opera in modo sistematico, ma con le Ovation non riuscivo a ritrovare le sue sonorità. Ho acquistato una Martin D-28 e una Gibson J-200, gli strumenti che Handsome Johnny usava abitualmente, che – senza nulla togliere alle magnifiche Ovation – mi hanno dato nuovo piacere di suonare e la voglia di provare nuove chitarre di legno.
Ricordo con affetto ogni chitarra che ho avuto nel tempo e alcune le rimpiango ancora (sono segnate con una X nel file). Ovviamente ricordo con affetto anche quasi tutte le Ovation che ho avuto.
Per finire ecco le mie chitarre oggi, le ho anche raccontate qui.